Gentile direttore Franceschi,
un Papa attento alle cose del mondo, anche ai dettagli, è quello che ha spiazzato tutti con un brevissimo racconto nel corso di un incontro pubblico di un paio di giorni fa. “Ho visto trasportare un cane dentro un passeggino”, aggiungendo poi che una signora incontrata durante un’ assemblea generale spalancò la borsa in cui stava il suo cagnolino e gli chiese: “Lo benedice il mio bambino?” Bergoglio non solo si rifiutò di farlo, ma la sgridò: “Con tanti bambini che hanno fame, pensa al cagnolino?”
Plantigradi, quadrupedi domestici, quadrupedi selvatici, fauna ittica, ovini, caprini, fauna da cacciagione, fauna nobile e bella, fauna brutta, gazzelle e rinoceronti, fauna colpevole di fare il proprio mestiere, quello di mangiare, vivere e riprodursi, insetti dai colori brillanti ed accattivanti, farfalle perfette, ma anche zanzare tigre: tutto ciò come il cagnolino dunque, tutto ciò come il cagnolino divenuto bambino, tutto ciò come se fosse uomo.
Bestie trattate da umani, umani trattati da bestie. Bestie vestite da umani e umani vestiti da bestie. Un incrocio da sempre, un conflitto antico addirittura esistenziale quello tra bestia e uomo, una mediazione difficile fin dai tempi antichi in cui quest’ultima aveva un punto di caduta senza ritorno per l’uno o per l’altra. Morte di uno o vita altrui e viceversa.
Oggi la mediazione passa attraverso la tutela giuridica, culturale, sociale, legislativa, le corsie alimentari nei supermercati, linee di prodotti dedicati, cliniche veterinarie di eccellenza. Un contesto di grande rispetto, un processo certamente ancora non concluso, troppo spesso coniugato solo nelle intenzioni e non ancora declinato completamente in atti concreti, ma comunque inserito in un contesto di civica e comune percezione sociale e politica per la quale l’animale è soggetto degno di attenzione e tutela. Adottato in terapie sanitarie anche, a volte l’animale “usato” a fin di bene, in altre sfruttato, ma degno di programmi politici, culturali, divulgativi: troppo? Troppo no, ma forse il territorio del buonsenso va fortificato.
Esiste un legittimo diritto etico dell’uomo non solo a considerarsi diverso ma gerarchicamente lì, su un piano di scala, autorizzato a guidare lui e solo lui i diritti umani rispetto a quelli degli animali? Si. Su questo punto gli sconti alla demagogia sono inaccettabili, comunque ed ovunque allocati vanno respinti totalmente.
Con la franchezza e freschezza simbolica di quell’iconico passeggino, in fondo il Papa questo ci dice: l’anima non la crea il passeggino né il cappottino al cane.
Il tema poi del “benaltrismo”, con cui sostenere sempre l’esistenza giustificativa di altro, come sollevato ieri sulla questione del Papa dalla deputata capogruppo di Civici d’Italia – Noi Moderati, che parla di gente che vive in solitudine, bambini abbandonati, genitori che lavorano, e tale quadro giustificherebbe di fatto il concetto di animale terapeuta, quindi sanitario, quindi di fatto umano, nulla può rilevare rispetto al fatto che il Papa erge un confine, una testata d’angolo, tra persona ed animale, non una discriminazione, tra ciò che in quella culla c’era, un cagnolino, e la dichiarazione della signora che ne ha chiesto la benedizione chiamandolo “il mio bambino”.
L’affermare con l’autorevolezza che deriva da un mandato parlamentare e che è quindi doppiamente validata quale espressione politica e non personale, che il Santo Padre “ha toppato” e “non avrebbe pienamente ragione” in quanto “gli animali hanno appunto un’anima” così come anche “un cucciolo ha anima e cuore”, impone rispetto per ogni posizione, sicuramente, ma altrettanto presa di distanza netta. Quanto alle “motociclette che vengono benedette” l’atto religioso è chiaro che riguarda la vita di chi le conduce e non certo la loro carrozzeria.
La Verità del Santo Padre ha scelto il linguaggio più diretto, quello di una parabola, un fatto dei tempi nostri, per mettere in guardia da banalizzazioni, estremismi, alterazioni della realtà. Ed indirettamente vi si legge un invito alla società religiosa e laica a marcare apertamente e con coraggio una cesura forte e netta contro ogni equipollenza uomo-animale, equipollenza che deve trovare nell’ uomo, nella sua anima e nell’uso della ragione discriminanti decisive.
Con un Vaticano tanto diretto giunge un invito alla riflessione, quella del Santo Padre, rivolta ad una comunità umana tutta, ma anche alle Diocesi locali per azioni esplicite di comunicazione non equivoca su un tema che di equivoci e mistificazioni si sta quotidianamente arricchendo. Papa Francesco ci rammenta una semplice, fondamentale differenza, tra essere vivente ed essere animato, dotato appunto di anima. Concetto saldamente religioso per chi crede, concetto saldamente laico per gli altri.
In entrambi i casi, un caposaldo.
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Walter Pruner
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Foto tratta da; www.bricobravo.