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ANM – ASSOCIAZIONE MAGISTRATI * EMERGENZA CARCERARIA: « NECESSITÀ DI RISPOSTE TEMPESTIVE, INTOLLERABILI I SUICIDI »

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12.37 - domenica 7 aprile 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Emergenza carceraria: la necessità di risposte tempestive. Da anni l’Anm denuncia la condizione drammatica del sistema carcerario italiano. Una condizione di emergenza che è ormai diventata strutturale.

La condizione, come tragicamente ci ricorda il numero intollerabile dei suicidi in carcere, è gravissima:

– per il sovraffollamento dei penitenziari, che accresce ingiustamente il disagio e la sofferenza dei detenuti e si traduce in una sorta di ingiustificabile pena aggiuntiva, per la quale più volte l’Italia è stata sanzionata, e lo sarà inevitabilmente ancora, a livello europeo;

– ⁠per la promiscuità delle carceri stesse, dove giovani detenuti alle primissime esperienze criminali, sono messi a contatto con pregiudicati plurirecidivi ed estremamente pericolosi. Le carceri in questo modo diventano non luoghi per avviare un percorso rieducativo come previsto dalla Costituzione, ma una sorta di “accademia del crimine”.

– per la drammatica situazione del disagio psichiatrico troppo spesso affrontato con lo strumento carcerario, unica risposta alla patologica pericolosità sociale di soggetti bisognosi di cure in strutture specifiche, cronicamente indisponibili;

– per la altrettanto intollerabile situazione dei figli delle detenute madri, costretti a crescere dietro le sbarre;

– ⁠per l’insicurezza delle carceri sia per i detenuti più deboli, sia per la collettività: è proprio all’interno delle carceri che si stringono alleanze tra clan e si organizzano strategie criminali; c’è il rischio che alcune si trasformino in luoghi di promozione del crimine. Un’insicurezza accresciuta dal dilagante fenomeno della droga e dei cellulari introdotti negli istituti di pena.

La necessità di ridurre l’accesso al carcere è ben presente nel percorso normativo iniziato con la riforma Cartabia, con il potenziamento delle pene sostitutive. Tuttavia, si assiste ad una sostanziale disapplicazione degli istituti a causa di inadeguatezze organizzative degli uffici chiamati ad interagire nella fase di articolazione dei percorsi rieducativi.

Si segnala quindi l’opportunità di garantire una più incisiva efficacia ai meccanismi premiali finalizzati alla rieducazione e risocializzazione del detenuto, anche prendendo in considerazione un temporaneo ampliamento degli stessi ed una rivisitazione e razionalizzazione dell’intero sistema.

Al Ministro della Giustizia chiediamo quindi di dare corso ad investimenti urgenti e adeguati finalizzati a:

– aumentare l’organico delle figure direttamente coinvolte nei progetti di recupero e formazione dei detenuti e della polizia penitenziaria, garantendone l’effettiva copertura con investimenti destinati;

– potenziare gli Uffici di Esecuzione esterna, dotandoli di organici e figure professionalmente attrezzate per seguire il percorso di rieducazione;

– dare finalmente corso ad un piano di costruzione di nuove carceri moderne e residenze per esecuzione di misure di sicurezza (R.E.M.S.) effettivamente funzionali a consentire di attuare al principio costituzionale di rieducazione della pena, prevedendo strutture differenziate per ciascuna necessità di intervento.

– di promuovere ed attuare convenzioni con aziende e associazioni datoriali e del Terzo settore, al fine di garantire l’effettività del lavoro ad ogni detenuto;

– di rafforzare l’assistenza sanitaria soprattutto psicologica e psichiatrica.

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