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OPI – TRENTINO * GIORNATA INFERMIERE: PEDROTTI, «SUL NOSTRO TERRITORIO MANCANO OLTRE 400 PROFESSIONISTI, IL SISTEMA È POCO ATTRATTIVO»

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18.37 - lunedì 13 maggio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Giornata dell’infermiere.  Nutriamo la salute: più di 200 alla Filarmonica. Pedrotti: “La nostra professione preziosa e ricca di sfide, ma sistema poco attrattivo”. Si è svolta nella giornata di oggi, 13 maggio 2024 – giorno successivo rispetto al 12 maggio 1820, data della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’infermieristica moderna – l’appuntamento simbolo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento, cioè l’annuale Giornata internazionale dell’Infermiere, che ha visto partecipare più di 200 professionisti.

Slogan dell’evento, svoltosi nella sala concerti della Filarmonica di Trento, è stato “Nutriamo la salute – L’arte infermieristica la più bella delle arti”: il momento di confronto è stato organizzato su più interventi, che hanno avuto come obiettivo quello di raccontare a cittadini, istituzioni, infermiere, infermieri, studentesse e studenti, esperienze di buona pratica infermieristica, sfide affrontate e risultati raggiunti in un sistema salute in continua evoluzione e che richiede specializzazione e integrazione interprofessionale. Nella prima parte della celebrazione si sono alternati i saluti istituzionali della presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli, della presidente della Consulta provinciale per la Salute Elisa Viliotti, dell’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina e del presidente dell’OPI Trento Daniel Pedrotti, con quest’ultimo che ha spiegato:

“Questa giornata rappresenta un momento per riconoscere il valore della nostra professione nel sistema salute. ‘Nutriamo la salute’ non è solo uno slogan, ma molto di più: ogni giorno, con scienza e relazione, come ci insegna la nostra fondatrice Florence Nightingale, gli infermieri nutrono davvero la salute dei cittadini. Ciò significa prendersi cura della persona a 360 gradi, non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo, psicologico e sociale. Significa promuovere stili di vita sani, educare i pazienti e le loro famiglie, supportare le persone nel loro percorso di cura e difendere i loro diritti. Questo fa l’infermiere nella sua attività quotidiana. Essere infermieri significa dedicarsi a una professione nobile e preziosa, ma anche complessa, che richiede compassione, dedizione e competenze sempre più elevate. Ogni giorno, ci troviamo ad affrontare sfide e responsabilità immense, prendendoci cura di persone fragili e vulnerabili in momenti delicati della loro vita.
Tuttavia, Pedrotti ha posto anche l’attenzione sulle criticità del sistema sanitario e, in particolare, di quelle che incidono sulla professione infermieristica in trentino:

“Carenze importanti, condizioni di lavoro spesso difficili, ma anche una diminuzione dell’interesse dei giovani verso la professione, senza dimenticare la valutazione da parte di infermieri di ‘migrare’ verso il privato e in altri Paesi europei e nordamericani. Stiamo assistendo, di fatto, ad un sistema che sta perdendo attrattività per la nostra professione. In questa giornata importante abbiamo bisogno di richiamare la politica e le istituzioni sul tema della carenza infermieristica: senza infermieri non c’è futuro, senza infermieri non c’è salute, non c’è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola”.

“È necessario quindi – ha spiegato ancora il presidente Pedrotti – rilanciare politiche e conseguenti azioni concrete su tre assi prioritari. Prima di tutto, mettere gli infermieri nelle condizioni di poter fare gli infermieri e valorizzare la professione sia nei percorsi formativi che in quelli di carriera e contrattuali; è necessario attivare strategie per trattenere infermieri motivati nel sistema salute e per attrarre i giovani verso questa entusiasmante professione, inoltre bisogna intervenire sul grave sbilanciamento fra responsabilità assunte oggi dagli infermieri e riconoscimento del loro valore. Anche gli infermieri devono essere nutriti, per poter nutrire. In secondo luogo, bisogna avere il coraggio istituzionale per innovare i modelli assistenziali, oggi di fatto fermi a 20-25 anni fa e che non tengono conto dei diversi e aumentati bisogni di salute della popolazione e dell’evoluzione delle professioni sanitarie e dove le parole chiave devono essere: prevenzione, prossimità, proattività, coordinamento e interprofessionalità. Va infine garantito un coinvolgimento di Ordini e professione infermieristica nei processi decisionali ai vari livelli, nel ridefinire modelli e innovare norme”.

Successivamente, la lettera a Florence Nightingale scritta dall’Infermiera specialista Michela Azzolini. Poi la celebrazione di benvenuto nella comunità professionale agli infermieri neo-iscritti, dopodiché un momento speciale per coloro che hanno festeggiato il 50esimo di iscrizione all’Ordine: ad ognuno di loro è stata consegnata una targa celebrativa.
Spazio inoltre ad un altro riconoscimento importante, quello ad Anna Brugnolli, prima professoressa associata in Scienze infermieristiche presso l’Università degli Studi di Trento.

Si è aperta poi la sessione introdotta dalla vice presidente OPI Nicoletta Degiuli e dedicata alle buone pratiche infermieristiche con una serie di interventi di infermiere e infermieri, integrati da momenti di arte e talenti di colleghe e colleghi, su queste tematiche:

-L’infermieristica di comunità: dalla formazione universitaria triennale alla magistrale (Anna Brugnolli, Gabriele Chini e Alessandra Brighenti);

-Progetto aree interne e Infermiere di famiglia e Comunità – Tesino e Val di Sole (Maria Brentari e Elisa Menguzzo);

-Le competenze specialistiche del PICC Team (Benedetta Gasperetti);

-Il coordinamento delle transizioni nei vari setting di cura ( Monica Bernabè e Manuela Carotta);

-Curare con amore (Sara Moser);

-La valutazione della qualità percepita dai caregiver presso Casa Hospice Cima (Gessica Mazzucco);

Tra gli intervenuti, come accennato, anche l’assessore Tonina, che riferendosi agli infermieri, dopo aver messo in luce come questa professione abbia acquisito nel tempo competenze sempre più specialistiche, ha evidenziato:

“Gli infermieri sono una figura cruciale per il sistema della sanità perché danno un contributo straordinario alla salute e al benessere delle persone e saranno sempre più fondamentali nel corso degli anni. I cambiamenti socio-demografici ed epidemiologici hanno determinato anche qui in Trentino, seppur meno che nel resto d’Italia, un aumento delle patologie e un crescente processo di invecchiamento della popolazione, due fattori che richiedono un’attenzione particolare e un approccio integrato alla cura, approccio che deve valorizzare il ruolo degli operatori di questo settore. Stiamo perciò lavorando per rendere sempre più attraFva la professione infermieristica e anche se qui in Trentino, in controtendenza rispetto al resto del territorio nazionale, le iscrizioni hanno coperto la quasi totalità dei posti, dobbiamo impegnarci sempre di più per garantire formazione di qualità, organizzazione e servizi. Il nostro obiettivo di amministratori è questo, siamo al vostro fianco”.

 

I numeri della professione infermieristica in Italia e in Trentino

In Italia sono 456.698 gli infermieri e infermieri pediatrici. In Trentino gli iscritti all’albo hanno raggiunto quota 4.498 (dato al 31 dicembre 2023) con un saldo iscrizioni-cancellazioni che, nel 2023, segna un positivo +65, ovvero 175 contro 110. Gli infermieri nella nostra provincia sono 4.456, mentre gli infermieri pediatrici sono 42. Sempre prevalente la componente femminile nel settore, 3.765 donne (83%) contro 733 uomini. Nel prossimo futuro però peserà parecchio l’età degli infermieri: 592 sono coloro che hanno tra 56 e 60 anni, ben 755 quelli che rientrano nella fascia 51-55 e 656 infine le infermiere e gli infermieri nel range 46-50 anni.

Sostanzialmente, il 45% degli infermieri trentini ha tra 46 e 60 anni, il che significa che entro i prossimi quindici anni saranno circa duemila coloro che usciranno dalla professione in Trentino, praticamente 130 all’anno. Positivo però il numero degli infermieri tra 26 e 30 anni (566) e tra 31 e 35 anni (506), due fasce che rappresentano il 24% del totale iscritti. Ancora, la provincia di Trento si attesta a 7,8 infermieri ogni mille abitanti, meglio del valore italiano (6,2) ma ancora inferiore a quello medio OCSE (9,2). Attualmente, sul nostro territorio, mancano in tutto circa 253 infermieri a livello strutturale ed altri 180/200 infermieri di famiglia e comunità: la necessità dunque sarebbe tra i 433 ed i 453 infermieri in Trentino.

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