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UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI * INFLAZIONE: «CLASSIFICA DELLE REGIONI PIÙ CARE, AL TOP IL VENETO (1,3) / POI TOSCANA (1,1) / 11MO TN-AA (0,5) »

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12.11 - lunedì 17 giugno 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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L’Istat ha reso noti oggi i dati territoriali dell’inflazione di maggio, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la top ten delle città più care d’Italia relativamente ai capoluoghi di regione e ai comuni con più di 150 mila abitanti.

In testa alla top ten delle più care d’Italia (Tabella n. 1), un ex aequo. Parma e Rimini, infatti, si contendono il primato con un’inflazione pari all’1,6%, che si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente in media a 435 euro. Medaglia d’argento per Venezia, dove il rialzo dei prezzi dell’1,4% determina un incremento di spesa annuo pari a 369 euro a famiglia. Medaglia di bronzo per Firenze che con +1,4% ha una spesa supplementare pari a 366 euro annui per una famiglia media.
Appena fuori dal podio Cagliari (+1,5%, pari a 312 euro), poi Padova (+1,2%, +308 euro), Trieste (+1,2%, +293 euro), al settimo posto Milano ex aequo con Napoli +286 euro, poi Verona (+1,1%, +283 euro) e Perugia (+1,1%, +270 euro). Chiude la top ten Roma (+0,9%, +233 euro).

Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, vincono 3 città che sono in deflazione (Tabella n. 2). Al 1° posto Aosta dove la deflazione pari a -0,6% si traduce nel maggiore risparmio pari per una famiglia media a 156 euro su base annua. Medaglia d’argento per Campobasso (-0,5%, -104 euro), seguita da Ancona (-0,2%, -44 euro).

In testa alla classifica delle regioni più “costose” (Tabella n. 3), con un’inflazione annua a +1,3%, il Veneto che registra a famiglia un aggravio medio pari a 324 euro su base annua. Segue la Toscana, dove la crescita dei prezzi dell’1,1% implica un’impennata del costo della vita pari a 272 euro, terza l’Emilia Romagna (+0,9% e +237 euro).
Le regioni migliori, addirittura in deflazione, Valle d’Aosta (-0,8%, pari a un risparmio di 208 euro) e il Molise (-0,4%, -83 euro). In terza posizione l’Abruzzo, con una variazione nulla.

 

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