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UNIAMOCI TRENTINO * RSA: «ANZIANI ABBANDONATI CAUSA PERSONALE ASSENTE IN MASSA, AL LAVORO 2 OSS SU 5»

Scritto da
15.40 - giovedì 20 giugno 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Anziani abbandonati causa personale assente in massa, al lavoro 2 oss su 5. Da più fonti tra i nostri associati, sono pervenute segnalazioni di pesanti disservizi subìti, l’ultima risale al 9 giugno 2024 alla RSA di Gardolo, una delle strutture facente parte della Civica Di Trento, ma che è lo specchio di molte realtà in Provincia Autonoma di Trento.

A qualche familiare è stato comunicato, già verso le ore 12 che il pomeriggio, i loro anziani congiunti, non sarebbero purtroppo stati alzati e quindi sarebbero rimasti allettati per mancanza di personale. Sarebbe perché questi intervengono, per evitare la disidratazione o restino a letto tutto il giorno. La presenza dei familiari ai pasti, perché si rendono conto, che gli operatori, mal diretti, e sotto numero in relazione al carico di lavoro, non possono assicurare il servizio di qualità proporzionata alle rette versate – come invece enunciato nella “carta dei Servizi ”.

La direzione delle strutture, pur a conoscenza del problema, pare non preoccuparsi minimamente di cercare qualche soluzione per limitare al minimo i “disservizi agli utenti” che dal nostro punto di vista assumono, in certi casi, le connotazioni di vere e proprie violazioni dei diritti umani e del codice penale. Gravi sofferenze come patire i dolori ossei, rimanere immobilizzati a letto o su una carrozzina, imbottiti di calmanti e cateterizzati per sveltire altre le operazioni non di cura o lasciati sporchi con il pannolone pieno dei propri bisogni per ore, oppure invocando invano un sorso d’acqua anche per ore, è disumano. Infezioni urinarie e piaghe da decubito NON sono eventi rari, e sono in gran parte
evitabili.

Una delle soluzioni, attuabile in emergenza, doveva essere quella di spostare solo di un piano all’interno dello stesso edificio, uno o due oss per ragioni tecnico-organizzative. Questa facile soluzione non è venuta in mente a nessuno, di coloro avrebbe potuto e dovuto disporre ed impartire quest’ordine. Non è tollerabile che, pur disponendo di quattro strutture in città, il personale non possa essere spostato in modo da sollevare i colleghi e comunque garantire un minimo di servizio. Pur essendo formalmente “a parametro” il numero di operatori, sono comunque insufficienti rispetto alle reali necessità parametrata alla tipologia dei pazienti presenti, tutti pluri- patologici.

Di questo status quo riteniamo sia responsabile l’Assessorato; nonostante ciò, non è accettabile che nessuno si sia fatto vedere, nel caso specifico avvenuto il 9/6, per dare un aiuto a due 2 oss e 1 infermiere destinato per 30 pazienti, molti dei quali allettati, per oltre sei ore.

Posto che il personale previsto sarebbe dovuto essere di 5 oss + 1 infermiere, risulta assente il 75% degli oss. PERCHE’?
E’ evidente che la direzione, sia inadeguata, lasciare soltanto due dipendenti, altamente spremuti e a rischio burnout, ad occuparsi di servire la cena a 30 persone, anche facendo i salti mortali in sala, non si possono occupare anche di imboccare gli allettati; dove si “costringe” un oss smontato alle 14 a ritornare verso le 16.30, (dopo essersi messo la mani sul cuore), in aiuto dei colleghi e degli anziani lasciati in balia degli eventi? Non è dovuto al caso, che poi alle 18.15 un operatore stanco morto consegni il vassoio della cena e anche i farmaci preparati, MA per altri 2 degenti diversi.

Se il familiare presente, non si fosse accorto, il malcapitato sarebbe andato al creatore, e senza sapere chi ringraziare.
Denunciamo infatti quanto accaduto a Gardolo e ribadiamo che non si tratta di un caso sporadico, abbiamo segnalazioni per episodi analoghi in altre apsp in provincia. Riteniamo che le responsabilità siano da attribuire da un lato al disinteresse, e inadeguatezza della direzione della struttura, e dall’altro all’Assessorato, che ben conscio della situazione su tutto il territorio provinciale, non è in grado, o non vuole interviene con forza e decisione.

UniAMOci e CUB Trento, hanno chiesto a gran voce, nuovamente anche di recente, di porre uno stop al far west di regole che ogni singola RSA ha motu proprio inventato ed applica: ovvero, rispetto agli orari di visita dei parenti, uniformando la libertà di accesso alle strutture h/24 e g/7 come prima del 2020, in modo da permettere a tutti i familiari diretti interessati di rendersi conto della gravità della situazione.

Gli operatori sanitari, inoltre, dovranno essere incoraggiati ad esternare in maniera chiara che così non possono continuare, i familiari devono unirsi a queste richieste, e i direttori sanitari devono formalizzare queste istanze smettendola di mettere la testa sotto la sabbia, e, guarda caso, sotto la montagna di premi di risultato che incassano.
Ad oggi non indossare una inutile mascherina per entrare in RSA è oggetto di severo controllo, che spesso sfocia in aggressioni e intimidazioni a familiari e utenti, mentre le vere situazioni di incuria e abbandono sono ignorate in quanto assurgono a nuovo standard qualitativo.

Questa grave segnalazione posta, e non solo, sta somigliando sempre più ad un girone dantesco, e la famosa frase “lasciate ogni speranza o voi ch’ entrate” è appropriata Siamo anche sicuri che con l’ estate, turnover, ferie, aspettative, ecc., le cose sono destinate a peggiorare. Vista la conclamata incapacità manageriale a dirigere ed erogare servizi h24/365gg, riteniamo non più derogabile e tollerabile la situazione, e pretendiamo si proceda all’immediato azzeramento degli staff di direzione e di tutti i CDA, al quale segua la nomina, senza indugio, un commissario per queste disastrate e disastrose strutture.

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Laura Tondini

Legale rappresentante dell’Associazione UniAMOci Trentino APS

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