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“COORDINAMENTO AMBIENTE ALTO GARDA E LEDRO” * RIVA DEL GARDA – PRG 13BIS: «NON CONDIVISIBILI I TONI TRIONFALISTICI CON CUI LA SINDACA SANTI HA ACCOLTO LA ADOZIONE VARIANTE»

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23.55 - sabato 13 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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I rilevi critici della PAT alla variante 13bis al PRG di Riva.

Sono difficilmente condivisibili i toni trionfalistici con cui la sindaca Santi ha accolto la adozione definitiva della variante 13bis. Infatti molte sono state le criticità sollevate dalla conferenza dei servizi provinciali chiamata ad esprimere un parere in merito alla prima adozione della variante e che ha comportato la richiesta di stralcio in seconda adozione di alcune importanti scelte contenute nel piano. Constatiamo con soddisfazione che molti dei rilievi mossi dai servizi PAT sono in sintonia con quelli oggetto delle osservazioni presentate dal Coordinamento a dimostrazione della fondatezza dei rilievi e della profondità dell’analisi della variante da noi condotta.

Avevamo segnalato l’assenza della rendicontazione urbanistica ovvero della verifica di coerenza delle scelte di piano con quelle dei piani urbanistici sovraordinati PUP e PTC. Solo in seconda adozione il comune vi ha provveduto. Come pure che non era stata approfondita la compatibilità con le prescrizioni della Carta di Sintesi delle Pericolosità (CSP). Anche in questo caso la seconda adozione ha cercato di porre rimedio a questa lacuna.

Il parere PAT rileva la mancata verifica degli standard urbanistici ovvero dell’adeguatezza delle dotazioni territoriali comunali esistenti (servizi e infrastrutture) rispetto ai significativi incrementi delle capacità residenziali ma anche ricettive previsti in prima adozione. Anche nelle nostre osservazioni avevamo mosso questa obiezione sottolineando inoltre come l’ampliamento dell’offerta residenziale dovesse essere giustificata sulla base del fabbisogno abitativo stimato e programmato e sollevando la questione della continua erosione del patrimonio edilizio a disposizione della residenzialità in conseguenza della proliferazione delle locazioni ad uso turistico.
Come è noto il tema clou della variante è costituito dalla ripianificazione della fascia lago a seguito della avvenuta decadenza del piano precedente. Particolare attenzione in quest’ambito meritano le scelte sull’area ex-Cattoi e sul parco Miralago.

Sulla prima questione il Coordinamento ha rimarcato come nell’accordo urbanistico intervenuto con il privato proprietario dell’area non fosse evidente la prevalenza dell’interesse pubblico rispetto a quello privato. Obiezione questa puntualmente ripresa nel parere PAT che in particolare ha sottolineato come il bilanciamento degli interessi pubblico-privato dovesse avvenire sulla base del valore delle aree oggetto di accordo indipendentemente da misure compensative quali l’accollo da parte del privato di oneri di urbanizzazione.

Per giustificare la perequazione di interessi dell’accordo, come previsto dalla norma, il commissario ad acta integra la relazione illustrativa definitiva attribuendo all’area in cessione gratuita al comune per essere destinata a parco e all’area divenuta edificabile valori che suscitano parecchie perplessità non trovando riscontro oggettivo in operazioni di compravendita equiparabili. Per quanto riguarda la Miralago la conferenza dei servizi ha condiviso la raccomandazione di molti volta alla migliore tutela del valore storico-ambientale del sito. Inoltre è stato cancellato l’aumento del 10% della colonia e non si parla di recupero dei volumi degli edifici demoliti.

Ci rammarichiamo però che nella versione definitiva della variante si imponga il vincolo di mantenimento solo sulle facciate principali di villa Belriguardo e di villa Seeblick e non già su tutte le facciate come da noi auspicato. Particolarmente critico è stato il giudizio della conferenza dei servizi in merito alle previsioni che riguardano le 9 strutture ricettive della fascia lago. Nel parere si afferma infatti “Quanto proposto dalla variante pare quindi affrontare la tematica ricettiva da un punto di vista meramente quantitativo e in modo frammentario non tenendo conto delle specificità e delle peculiarità della fascia lago che richiede invece il già richiamato approccio sistemico”.

Avevamo nelle nostre osservazioni evidenziato infatti come queste scelte fossero frutto più dell’attenzione alle istanze avanzate dai proprietari seguendo oltretutto una logica derogatoria piuttosto che di una disciplina omogenea di zona la quale tenesse nel debito conto la densità edilizia e il carico antropico che peserebbe ulteriormente su un’area già sovra-satura. Purtroppo nella seconda adozione non si voluto correggere il tiro recependo le indicazioni provinciali. Anzi nella versione finale all’art. 27 delle norme di zona si concede alle strutture ricettive in questione la possibilità di demo-ricostruzione sul sedime con ampliamenti con il solo vincolo di altezza. Quindi ampliamenti non finalizzati alla mera riqualificazione dell’offerta di servizi ma anche al possibile incremento della capacità ricettiva senza tener conto, in alcuni casi, dei vincoli di distanza minima dai confini e con le facciate degli edifici contigui.

Accogliamo con favore la scelta di stralciare, come richiesto dalla PAT e da noi, le previsioni di ri-modellazione delle rive del lago, della creazione di uno specchio d’acqua a Porto S. Niccolò che viene prima cancellata e poi consentita, e del trasferimento del campo sportivo della Benacense fintanto non venga trovata e pianificata una alternativa per la sua rilocalizzazione.

Parimenti sono state condivise dalla PAT le nostre perplessità relative alla demo-ricostruzione con trasferimento della gelateria Punta Lido. Ma anche qui, nella versione definitiva, il comune insiste pervicacemente in questa direzione. Anche sulla scelta di concedere ai bar/punti di ristoro della fascia lago la possibilità di essere demoliti e ricostruiti con ampliamenti fino al 50% il parere osserva giustamente che va valutato il carico antropico aggiuntivo.

In conclusione confermiamo, anche sulla scorta delle valutazioni della conferenza dei servizi provinciali, il nostro giudizio di come sia stato sbagliato provvedere alla ripianificazione della fascia lago senza attendere le conclusioni del Piano Territoriale di Comunità chiamato a definire una disciplina urbanistica omogenea, sistemica e integrata per l’intera fascia lago altogardesana con l’obiettivo di assicurare la sostenibilità non solo economica ma anche sociale e ambientale di questa porzione strategica del nostro territorio.

 

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Coordinamento Ambiente Alto Garda e Ledro

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