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POLIZIA DI STATO * VIOLENZA DI GENERE: «ANALISI CRIMINOLOGICA, I REATI SPIA-SENTINELLA POSSONO COSTITUIRE CAMPANELLO D’ALLARME» (REPORT PDF)

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09.38 - domenica 14 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Nell’ambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale è istituito, ai sensi dell’art. 8 della Legge 1° aprile 1981, n. 121, il Centro Elaborazione Dati che “provvede alla raccolta, elaborazione, classificazione e conservazione delle informazioni e dei dati”. Il Centro Elaborazione Dati rappresenta la fonte primaria per il monitoraggio delle attività delle Forze di polizia e dei diversi fenomeni delittuosi sul territorio.

Il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, quale polo per il coordinamento informativo e per l’analisi interforze dei fenomeni criminali, attraverso i dati acquisiti dal Sistema di Indagine (SDI), integrati con le informazioni che pervengono degli Uffici territoriali delle Forze di polizia, nonché da notizie acquisite dalle c.d. fonti aperte, elabora documenti di analisi sui reati afferenti la c.d. violenza di genere nonché studi e approfondimenti tematici sugli omicidi volontari con vittime donne.

Nello specifico vengono in primo luogo analizzati alcuni delitti, i c.d. reati spia o reati sentinella, che sono spesso già parte integrante della violenza di genere, ovvero possono costituire un campanello d’allarme del fenomeno: sono considerati tali gli atti persecutori (art. 612 bis c.p.), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.), le violenze sessuali (art. 609 bis, 609 ter, e 609 octies c.p.) e alcune fattispecie delittuose introdotte con la legge n. 69 del 19 luglio 2019, recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”, che ha, inoltre, ampliato il sistema di tutele per le donne vittime di violenza di genere.

In particolare, con riferimento a suddetta legge, nota anche come “Codice rosso”, vengono analizzati i dati relativi ai reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387 bis c.p.), diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (art. 612 ter c.p.), costrizione o induzione al matrimonio (art. 558 bis c.p.) e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art.583 quinquies c.p.), al fine di approfondirne l’andamento.
Per quanto attiene alle donne uccise, non viene effettuata un’analisi dei “femminicidi” in quanto tale definizione, pur costituendo un termine di uso comune per indicare gli omicidi con vittime di genere femminile compiuti come atto estremo di violenza misogina, non trova corrispondenza in una fattispecie codificata nel nostro ordinamento giuridico e si presta, pertanto, ad interpretazioni1.
L’esame viene, quindi, sviluppato sugli omicidi volontari, attraverso lo studio e l’analisi di tutti i dati interforze acquisiti dalla Banca Dati delle Forze di polizia, che vengono confrontati ed integrati attraverso le fonti aperte e con le informazioni che pervengono dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
I dati raccolti sugli omicidi volontari rivestono un carattere operativo in quanto sono suscettibili di variazione in relazione all’evolversi dell’attività di polizia e delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria; in ragione di ciò il Servizio Analisi Criminale periodicamente provvede al loro confronto e aggiornamento con i dati del Sistema di Indagine (SDI). L’esame degli elementi informativi acquisiti permette di ricostruire la dinamica dell’evento, il movente, l’ambito in cui si è svolto il delitto e le eventuali relazioni di parentela o sentimentali che legavano i soggetti coinvolti.

La promulgazione della legge 5 maggio 2022, n. 53 recante “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”, ha, inoltre, segnato un passaggio epocale, che si pone nell’ottica del potenziamento e del coordinamento nella raccolta dei dati sullo specifico tema, perseguendo l’obiettivo di meglio comprendere il fenomeno anche al fine di fornire un più puntuale supporto al Decisore nell’elaborazione delle strategie di prevenzione e contrasto.
In particolare, in adempimento delle disposizioni di cui all’articolo 5 della predetta legge, la Direzione Centrale della Polizia Criminale ha sviluppato le attività propedeutiche a dotare la Banca dati SDI di funzionalità che consentano, con riguardo a numerose fattispecie di reato23, qualora si tratti di violenza di genere, la raccolta di specifici dati utili a definire la relazione autore-vittima, attraverso un “set minimo” di “modalità” relazionali3 ed eventuali ulteriori informazioni qualora note. Tra queste ultime rientrano l’età e il genere degli autori e delle vittime, la relazione che intercorre tra loro, le informazioni sul luogo dove è avvenuto il fatto, la tipologia di arma eventualmente utilizzata, la consumazione del reato in presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime e se la violenza è commessa unitamente ad atti persecutori.

La nuova procedura per la raccolta dei dati è operativa a partire dall’1 gennaio 2024, ed è accompagnata da una specifica attività di formazione da parte delle singole Forze di polizia, sulla base di una nota d’indirizzo con allegata “istruzione operativa” elaborati dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale.

Verrà, quindi, progressivamente potenziata l’analisi dell’andamento della specifica delittuosità, che costituisce un valido strumento anche per valutare l’impatto della normativa e come essa riesca a rendere più immediate e incisive le misure di protezione a sostegno delle vittime vulnerabili.

Molti degli elaborati di analisi prodotti non sono condivisi soltanto con le Autorità e le Istituzioni interessate al fenomeno4, ma vengono anche pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno, a disposizione dei media e di tutti i cittadini che desiderino essere informati sulla problematica in questione.

L’analisi criminologica della violenza di genere, infatti, consente anche di offrire delle chiavi di lettura per una comprensione più approfondita del fenomeno, restituendo la dimensione reale dell’agire criminale contro le donne, dando contezza dell’azione comune nel contrasto al fenomeno, e contribuendo a una generale sensibilizzazione sull’esistenza e le caratteristiche di tale violenza, che si qualifica come una problematica di civiltà la quale, a fianco e forse prima ancora di un’azione di contrasto, richiede una crescita culturale e una presa di coscienza collettiva attraverso l’impegno corale di tutti gli attori sociali.

 

 

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