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LETTERE AL DIRETTORE

ETTORE ZAMPICCOLI * TRENTINO: «CONTRO IL DILAGARE DEGLI APPARTAMENTI TURISTICI SIAMO ALLA VIGILIA DI UNA RIBELLIONE, SOFT»

Scritto da
09.19 - martedì 16 luglio 2024

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano il T, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

Ettore Zampiccoli

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In Trentino non passa giorno che il problema degli appartamenti turistici, quelli con affitti brevi, sia all’ordine del giorno. Il T Quotidiano ha evidenziato il problema di recente. Prima di discutere se questi appartamenti debbano essere contenuti o bloccati va posta una domanda: sono utili per il turismo? Sì, verrebbe da dire ma a patto che siano controllati, regolamentati e in un giusto rapporto con le altre forme di ricettività presenti ( hotel, agritur, campeggi ecc. ). Invece, grazie a piattaforme digitali come Airbnb e simili sono letteralmente esplosi. Chi vuol rendersene conto può leggere il libro “L’affittacamere del mondo” del giornalista Riccardo Staglianò. Per capire la potenzia di fuoco di Airbnb basta un dato: ogni notte nel mondo un milione di turisti dorme in appartamenti Airbnb, a Venezia il numero degli appartamenti per turisti supera quello degli appartamenti per i residenti, a Firenze la situazione varia di poco e così in altre grandi città.

E in Trentino quanti sono gli appartamenti Airbnb e simili? Di fatto esattamente nessun lo sa: secondo l’associazione Appartamenti turistici sarebbero 16 mila, secondo altre fonti raggiungerebbero i 20 mila. Per comprenderne il peso effettivo, però, si dovrebbe sapere a quanti posti letto corrispondono questi 20 mila appartamenti. Nessuno con esattezza lo sa. E nessuno lo sa perché fino ad oggi un censimento – peraltro difficile – non è mai stato effettuato. Secondo dichiarazioni del presidente dell’Asat Gianni Battaiola, risalenti per la verità a qualche tempo fa, i posti letto negli alloggi turistici sarebbero oltre 50 mila con oltre 5 milioni di pernottamenti all’anno. Non pochi. Per dare un’idea: nel settore alberghiero i pernottamenti in Trentino sono oltre 13 milioni. In Alto Adige, visto che poi parliamo di qualità, i pernottamenti negli hotel sono oltre 25 milioni. Si fa presto a fare due conti sulla ricaduta economica tra trentini e cugini altoatesini!

È pur vero la Provincia ha istituito l’albo Cipat, al quale il titolare dell’appartamento dovrebbe iscriversi. Ma per uno che si iscrive, quanti non si iscrivono? Basta che una persona abbia un divano da affittare, magari a 15/20 euro a notte, e subito diventa imprenditore! E così si porta via spazio per gli appartamenti destinati alla residenzialità ed agli studenti.

Ma al di là dei numeri quanti soldi porterebbero i turisti che non scelgono l’albergo o altra struttura ricettiva e vanno dritti sull’affitto breve? Secondo una recente indagine Sociometrica-Federalberghi la capacità di spesa di un turista da appartamento sarebbe di 50/60 euro circa al giorno. Per gli hotel si va da 130 a 180 euro. Oggettivamente un turista con 50 euro cosa lascia sul territorio? Si paga il posto letto, una pizza, un gelato, qualcosa da bere ma non è che possa largheggiare più di tanto. Abbiamo compiuto una rapida indagine in Airbnb: a Rovereto come a Trento un appartamento con due persone e per sei notti costa circa 300/360 euro, il che vuol dire meno di trenta euro a notte per persona. Con 4 persone per sei notti arriviamo a circa 25 euro pro capite a notte.

Ora come si potrebbe frenare questa esplosione di appartamenti con affitti brevi? Si possono gestire attraverso norme precise e vincolanti. Non basta iscriversi al Cipat, bisogna autorizzarli preventivamente applicando a questo settore anarchico le regole che sono proprie del sistema ricettivo alberghiero. Ad esempio: la stanza che affitti deve avere una metratura minima, avere un bagno, rispettare quelle norme di igiene e sicurezza che si richiedono in tutte le strutture ricettive ed eventualmente altre norme simili, disporre di un garage o posto auto. Hai tutti questi requisiti e allora la Provincia ti dà l’ok, altrimenti no.

Un’altra norma potrebbe essere questa: in un condominio chi vuole aprire un “appartamento breve” dovrebbe avere l’ok dell’assemblea del condominio, perché la presenza di turisti in appartamenti dà parecchio fastidio ai residenti e deprezza il valore degli altri appartamenti.

Ora, forse, siamo alla vigilia di una ribellione soft contro il dilagare degli appartamenti turistici. All’estero, soprattutto nelle grandi città, sono stati imposti dei limiti temporali precisi: in alcune metropoli europee si può affittare ma non più di trenta giorni all’anno. C’è di più: a Barcellona il sindaco ha deciso che in un paio d’anni saranno eliminati tutti gli appartamenti turistici. Idem alle Canarie. In Italia invece di regolamentazione si sta ancora discutendo.

 

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Ettore Zampiccoli

 

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