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QUESTURA DI BOLZANO * MERANO: «MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA, ARRESTATO 40ENNE DOPO ANNI DI PERCOSSE A MOGLIE E FIGLI»

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19.29 - venerdì 19 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Nel pomeriggio di ieri, gli Agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Merano ha arrestato un meranese di 40 anni in esecuzione di una Ordinanza emessa dalla Autorità Giudiziaria. L’uomo, che ha a proprio carico svariati precedenti per porto abusivo di armi, resistenza a pubblico ufficiale, maltrattamenti in famiglia e abuso dei mezzi di correzione nei confronti dei figli, dovrà scontare una pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di maltrattamenti in famiglia ed abuso dei mezzi di correzione. I fatti che gli sono valsi la condanna del Tribunale di Bolzano hanno avuto inizio addirittura nel 2007, e si sono protratti sino ai giorni scorsi; nello specifico, l’attività di indagine della Polizia è iniziata lo scorso mese di dicembre, allorché vi era stato un intervento della Squadra “Volanti” del Commissariato di Merano presso l’abitazione dell’uomo a seguito di una violenta lite che aveva visto protagonisti lo stesso soggetto e la moglie.

In quella occasione la donna era stata violentemente percossa dal marito, ed era stata costretta ad allontanarsi da casa con sole due coperte addosso per passare la notte all’addiaccio. Su denuncia del figlio maggiorenne della coppia era stato attivato il Piano di Ricerche provinciale, il che aveva consentito alla Polizia di ritrovare la donna dopo alcuni giorni e prestarle.
Da tale gravissimo episodio di violenze domestiche aveva preso inizio l’indagine della Polizia di Stato che, in poco tempo, ha consentito di riscontrare e comprovare come negli anni addietro vi fossero stati altri interventi delle Forze dell’Ordine presso l’abitazione dove l’uomo ha sempre vissuto con la moglie meranese ed i tre figli, a causa di continui maltrattamenti e percosse che l’uomo ha seguitato per lungo tempo ad infliggere ai propri famigliari, la cui causa scatenante era spesso il continuo abuso di sostanze alcoliche.

L’attività dagli investigatori del Commissariato di Merano ha fornito elementi attuali e concreti in merito alle condotte vessatorie dell’uomo, il quale aveva in corso una Misura cautelare di affidamento in prova ai servizi sociali. Costui, peraltro, da tempo aveva interrotto i contatti con la Consulenza per Uomini maltrattanti della CARITAS, ove aveva intrapreso un percorso antiviolenza.
Quanto accaduto e documentato dalla Polizia meranese è stato ritenuto dal Tribunale di Bolzano incompatibile con qualsivoglia misura alternativa, evidenziando altresì una mancanza di capacità di gestire la propria esistenza sul rispetto delle prescrizioni imposte. Con queste motivazioni l’Autorità Giudiziaria ha deciso di adottare un Provvedimento di carcerazione con decorrenza immediata nei confronti del soggetto.

L’uomo, al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Bolzano ove espierà la condanna inflittagli. “Sono sempre più i casi in cui le Forze di Polizia sono chiamate ad intervenire per far fronte a situazioni connotate da ossessivi atti persecutori, spesso sfociate in comportamenti aggressivi e violenti, che rappresentano in sé, tra l’altro, preoccupanti esternazioni di problematiche di carattere culturale, le quali troppo spesso colpiscono vittime non in grado di difendersi – ha evidenziato il Questore della provincia di Bolzano Paolo Sartori –. Anche la dinamica di questo contesto familiare di violenza e maltrattamenti rafforza ancor più l’idea di come le situazioni di criticità che affliggono la nostra società debbano necessariamente essere affrontate facendo rete tra Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato. La Polizia di Stato è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’indicare percorsi di presa di coscienza e di consapevolezza del disvalore di quanto commesso, con l’obiettivo, altresì, di aiutare le vittime a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.

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