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LETTERE AL DIRETTORE

ROBERTO PACCHER (LEGA) * GESTIONE ORSI E LUPI: «L’URSULA BIS NON CHIEDA ANCORA AL TRENTINO DI VIVERE SUL FILO DEL RASOIO»

Scritto da
11.02 - domenica 21 luglio 2024

Gentile direttore Franceschi,

 

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano “Il T“, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

 

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Roberto Paccher

 

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Roberto Paccher: L’Europa ha confermato la presidente Von der Leyen ma ad averlo fatto è stata la Ue delle spartizioni di potere, non certo quella degli elettori che anche dall’Italia avevano inviato a Bruxelles segnali di cambiamento ben diversi. Nella restaurazione del potere il voto che chiedeva un cambio di passo è precipitato nel vuoto. Voglio sperare – anche per avere ascoltato la gente nel mio mese di campagna elettorale – che almeno ora ci si concentri su temi veri, concreti. In altre parole che ci si renda conto che un’Europa che decide sempre a tavolino, allo stesso modo, su argomenti che hanno incidenze e ricadute diverse in territori diversi non va bene. Provoca sentimenti negativi e, non lo possiamo negare, anche l’allontanamento dalla politica, la disaffezione al voto.

Temi come quelli della farina di grillo da portare sulle nostre tavole fanno prima sorridere ma poi creano indignazione quando le nostre stalle fanno fatica a rimanere aperte se debbono confrontarsi con chi alla qualità pone davanti il prezzo. Mi auguro che l’ Ursula bis non chieda ancora al Trentino di vivere i mesi a venire sul filo del rasoio dei pericoli di un territorio che non ci lasciano governare in sicurezza: mi riferisco alla partita sulla gestione dell’orso e del lupo, con una miopia sulla loro riduzione che colloca il predatore di fronte a chi in montagna vive e lavora. O ci viene da noi in vacanza.

Il sottoscritto, comunque orgoglioso e felice per l’investitura di fiducia avuta da 10 mila elettori, non siederà a Bruxelles. Ma ci sono persone che hanno avuto la conferma del loro seggio e che sono nate e cresciute a pochi chilometri da qui. Voglio sperare si facciano interpreti genuini dei problemi e del malessere di questi nostri territori, speciali, e con un’economia diversa da quella delle dolci colline belghe. Se il richiamo degli elettori per un’Europa diversa ed attenta cadrà nel vuoto, la stessa fisionomia di un’istituzione spesso messa in discussione, subirà un altro duro colpo.

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