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ON. URZÌ (FDI) * ORSA KJ1: «L’ENNESIMA SOSPENSIVA DA PARTE DEL TAR DI TRENTO APPARE L’OPPOSTO DI CIÒ CHE I CITTADINI PRETENDONO DALLE ISTITUZIONI»

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16.26 - lunedì 22 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Runner aggredito dall’orso, Tar rinvia ancora l’abbattimento – Urzì (FdI): pericoloso* L’ennesima sospensiva da parte del Tar di Trento dell’ordinanza di abbattimento dell’orso autore dell’aggressione di un turista francese appare, a pochi giorni da una precedente analogo atto, esattamente l’opposto di ciò che i cittadini pretendono dalle istituzioni, ossia decisione e non infiniti rinvii.

Queste decisioni, peraltro assunte su presupposti molto discutibili, alimentano sul territorio un senso di profonda impotenza.
In Trentino sta montando un sentimento di autentica paura verso gli orsi che gli abbattimenti degli esemplari confidenti (peraltro prevista da una recente legge) contribuirebbe a smorzare. Invece non accade nulla, o meglio la magistratura non fa accadere nulla alimentando una psicosi indifferenziata che sarebbe compito delle istituzioni pubbliche non alimentare ma gestire.

Ma nell’impossibilità di agire i cittadini si sentono abbandonati e gli esemplari confidenti appaiono intangibili e quindi fonte di un allarme permanente. Va ricordato come il numero di orsi dai 30 circa previsti dal progetto di reintroduzione della specie Life Ursus sono ora probabilmente un centinaio concentrati tutti in una piccola porzione del Trentino fortemente antropizzata e che a livello europeo nessuno ormai (anche dopo l’uccisione di una ragazza in Ungheria) è disposto ad accogliere un numero importante di questi animali che non conoscono predatori, se non l’uomo. Non è ammessa ad oggi la caccia di selezione che invece riguarda gli ungulati che peraltro in alcune zone dell’arco alpino in particolare quelle infestate dal lupo sono in rapida diminuzione a causa della predazione.

Ma a rischio ora sono anche le attività di cura del territorio di alta montagna (che per questo è attrattivo per il turismo internazionale in Trentino Alto Adige) e quelle di pastorizia. La montagna rischia di essere abbandonata colpendo alcuni dei settori economici strategici dell’arco alpino. Tutte conseguenze che i pronunciamenti dilatori dei giudici di questi ultimi giorni stanno alimentando, unitamente alla reazione fortemente indispettita delle popolazioni locali. È la ragione per cui esprimo il mio profondo sconcerto per questa ennesima decisione della magistratura amministrativa probabilmente non calata della piena consapevolezza della delicatezza del momento in Trentino. Lo ha dichiarato l’onorevole Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati.

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