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“TUTELA RURALE“ * “ORSO – RISORSA O PERICOLO PER IL TURISMO”: «SERATA INFORMATIVA A COMMEZZADURA – TRENTO, IL 3/8 ORE 20.30»

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18.14 - martedì 30 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Serata informativa sul tema”Orso: risorsa o pericolo per il turismo”. alle 20,30 del 3 agosto a Costa Rotian nel comune di Commezzadura (TN). Troppi orsi potenzialmente pericolosi in Trentino, ma si vorrebbero invece interdire le aree alle persone. Come se invece di arrestare gli scippatori si ordinasse .alla gente di non uscire da casa per non farsi scippare.

L’incontro è organizzato dal gruppo Orgogliosamente Trentini e si terrà alle 20,30 del 3 agosto p.v. presso il giardino condominiale del villaggio Costa Rotian, comune di Commezzadura. In caso di maltempo avrà luogo nella sala polifunzionale del comune, che ha sede nella frazione di Mestriago. Il primo relatore – Michele Corti, già docente di Zootecnia di montagna all’Università degli Studi di Milano, e presidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali – tratterà appunto l’impatto degli orsi sul turismo nella Provincia autonoma di Trento, anche considerando che i governi di Germania e Gran Bretagna hanno in questi giorni diffuso sui loro media nazionali un avviso di sicurezza sui rischi, per i propri cittadini/turisti, dati dalla presenza di orsi in Trentino.

Nonostante la campagna animalista pro-orsi per boicottare turisticamente il Trentino – fallita miseramente poiché il 2023 è stato invece un anno record con oltre 19 milioni di turisti italiani ed esteri, considerando solo i pernottamenti – la Provincia autonoma di Trento continua ad essere una meta di riferimento. Tuttavia la presenza di orsi potenzialmente pericolosi – e purtroppo in diversi casi non solo potenzialmente – diventa sempre più grave.

Gli orsi bruni sono ormai troppi, per fare un paragone basti pensare che negli Usa il Parco nazionale di Yellowstone, il più antico del mondo, è vasto 8.983 km² ma ci vivono solo 1.057 (millecinquantasette) residenti. La Provincia autonoma di Trento, di un terzo più piccola di Yellowstone, invece ne ha circa 550.000 con in più un numero di turisti enormemente più alto. Bene, il Parco nazionale di Yellowstone al suo interno conta circa 150 orsi bruni, lo stesso numero circa (cuccioli inclusi) della Provincia di Trento.

Ma c’è un particolare: nella Provincia gli orsi sono praticamente raggruppati solo nella parte occidentale e cioé in circa 2.300 km², che togliendo i centri urbani calano ancora di più. Risultato, nel Parco nazionale di Yellowstone c’è un orso bruno ogni 60 km². In quella parte del Trentino – anche solo considerando 100 orsi bruni e non 150 – la densità arriva invece a un orso bruno ogni 20 km², o poco più, ossia ipoteticamente un orso in ogni spicchio di territorio di 5 x 4 km. Dove però da secoli la gente vive e lavora in natura. Si è perso ormai il lume della ragione?

Il secondo relatore della serata del 3 agosto sarà Giovanni Todaro, giornalista naturalista e autore di testi sul tema. Spiegherà che il problema ormai non è se ci sarà purtroppo una prossima vittima degli orsi, ma quando. E ogni giorno è buono. Inoltre, lo studio scientifico internazionale Brown bear attacks on humans: a worldwide perspective ha evidenziato che in un periodo di 15 anni gli orsi bruni europei hanno attaccato molte più persone (291 casi) degli orsi bruni nordamericani (183 casi). Non sono animaletti pucciosi, come li definiscono gli animalisti, ma grandi predatori potenzialmente del tutto letali. Sono sempliecemente orsi e devono essere rispettati e tutelati, ma gestiti dall’uomo anche per mezzo degli abbattimenti legali come avviene in tutto il mondo.

Piero Genovesi, responsabile della fauna ISPRA – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), ente scientifico del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – ha sempre dichiarato che l’orso è una specie potenzialmente pericolosa e che attacchi anche mortali si sarebbero potuti verificare. Dal 2014 in Trentino si sono registrati 8 attacchi all’uomo, di cui 1 mortale (ma tutti sono stati vittime per via di ferite, choc e altro), e 16 falsi attacchi. Andrea Mustoni, del Parco Naturale Adamello Brenta e che è stato il coordinatore tecnico del progetto LifeUrsus che ha gestito il processo di reintroduzione degli orsi sulle Alpi (o meglio, nei fatti del Trentino…), ha spiegato che comunque gli orsi cambiano modo di comportarsi molto rapidamente: “Abbiamo catturato orsi che portati in Italia sono rimasti tranquillissimi per più di un anno e poi sono diventati problematici, e viceversa. Comunque, ho sempre detto, e l’ho anche scritto nei miei libri, che prima o poi gli orsi avrebbero aggredito qualcuno, l’avrebbero ucciso. Nel caso degli orsi problematici la cattura, seguita dall’ergastolo, non funziona, e l’unica soluzione è l’abbattimento”.

A proposito dell’abbattimento il 30 luglio scorso dell’orsa KJ1 si esprime tutto l’apprezzamento per la decisione presa dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti: l’esemplare era pericoloso secondo lo stesso protocollo PACOBACE e quindi abbattibile. Come indicato dalla stessa ISPRA. L’animale è risultato responsabile di almeno 7 interazioni con l’uomo, l’ultima risalente allo scorso 16 luglio quando attaccò e ferì un escursionista. I cuccioli sono abbastanza grandi per vivere autonomamente secondo natura. Ricordiamo che anche l’orsa JJ4, che nel 2020 attaccò e ferì delle persone, avrebbe potuto essere abbattuta secondo il PACOBACE ma la cosa fu bloccata da animalisti, autorità, politici e politicanti – con l’appoggio dei tanti media asserviti e genuflessi agli animalisti – che la volevano libera, con il risultato che poi JJ4 attaccò e uccise il povero Andrea Papi. Fosse stata abbattuta ovviamente non avrebbe ucciso Andrea. Chi, in qualsiasi modo, fece sì che l’orsa potesse agire ancora libera e indisturbata dovrà fare i conti con la propria coscienza, se l’ha. Addirittura anche oggi c’è chi vorrebbe che JJ4 venisse liberata dal Casteller in cui si trova. Con l’abbattimento oggi dell’orsa KJ1 si sono evitati similari rischi futuri.

Da notare che in un caso simile a quello di Papi si verificò negli Usa, appena fuori dal Parco di Yellowstone, nel luglio 2023, quando una femmina di orso bruno con cucciolo aveva attaccato e ucciso una escursionista, e in precedenza ferito altre persone. Bene, l’animale fu cercato dalle autorità, trovato e abbattuto, però il cucciolo non fu lasciato libero ma rinchiuso in uno zoo, perché come tutti i cuccioli aveva imparato durante l’attacco che gli esseri umani sono attaccabili e abbattibili. Anche i cuccioli di JJ4 erano presenti, ma furono lasciati liberi e ora vagano nei boschi. Come si comporteranno?

Inutile commentare l’eventualità ipotizzata di interdire le aree in cui si muovono le orse (ma i maschi specie nel periodo degli amori non sono meno pericolosi) perché sono decine e per trovare i circa 20 kg di cibo di cui necessitano devono spostarsi molto ogni giorno, ovunque. E poiché non si riproducono tutte nello stesso anno, e i cuccioli vengono svezzati dopo 17 mesi o più, praticamente ci sarebbero sempre orse con cuccioli vaganti. O si vorrebbe interdire tutta la parte occidentale della Provincia autonoma di Trento alle persone che vi lavorano e vivono del tutto legittimamente, nonostante la Costituzione tuteli la libertà di spostamento? Gli orsi bruni, specie protetta ma di sicuro non in estinzione (in Slovenia, da cui ne furono importati, ne abbattono circa 200 l’anno…) devono essere gestiti e anche abbattuti, come prevede il PACOBACE e un’apposita legge della Provincia autonoma di Trento, che il governo non ha impugnato e quindi è in vigore.

All’incontro del 3 agosto a Costa Rotian parteciperanno anche Carlo Papi, padre di Andrea, e Pierantonio Cristoforetti, presidente del Comitato Insieme con Andrea Papi.

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Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali

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