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CONFAGRICOLTURA – TRENTINO * AZIENDE AGRICOLE: «PROCLAMAZIONE SCIOPERO INDETTO DA ORGANIZZAZIONI SINDACALI, STRUMENTALIZZAZIONE DI VISIBILITÀ»

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11.39 - mercoledì 31 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Delucidazioni in merito allo sciopero dei lavoratori dipendenti delle aziende agricole indetto dalle organizzazioni sindacali.
Siamo rimasti stupiti dalla proclamazione dello sciopero generale indetto dalle sigle sindacali FAI CISL, FLAI CGIL, UILA UIL.
Le trattative stavano proseguendo e su alcuni aspetti si era trovato l’accordo. Poi improvvisamente c’è stata una presa di posizione da parte dei sindacati dei lavoratori, senza reali giustificazioni.

Questa posizione è risultata chiara quando è emerso un piano nazionale per promuovere stati di agitazione, a prescindere da come stava andando la contrattazione.

Bisogna dire che a livello locale i disagi per le aziende è stato pressoché nullo per la scarsissima partecipazione dei lavoratori. Le aziende ci hanno dato un mandato preciso, chiudere un contratto equilibrato che garantisca la sostenibilità economica sia per i lavoratori che per le aziende, come è stato fatto in tutti i rinnovi sia a livello nazionale che provinciale.

Negli ultimi dieci anni il recupero del potere d’acquisto da parte degli operai è stato superiore al tasso d’inflazione provinciale, con un aumento di circa il 2%.

Le aziende sanno e riconoscono il valore dei propri collaboratori, proprio per questo il settore dell’agricoltura è l’unico che puntualmente ha rinnovato il contratto sia a livello nazionale che provinciale.

La parte datoriale ha dimostrato fin da subito un atteggiamento propositivo e una volontà di trovare un punto d’incontro tra le richieste dei lavoratori e la situazione economica delle aziende agricole. Come dimostrato dall’ISPAT il settore agricolo ha avuto negli ultimi anni un calo di produttività superiore all’8% (gli altri settori sono quasi tutti positivi o solo leggermente negativi), per il fatto che i costi di produzione sono aumentati notevolmente, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono sostanzialmente stabili.

Il rinnovo partito a inizio anno ha incontrato ostacoli significativi a causa dell’approccio adottato dai sindacati dei lavoratori. Fin da subito il loro atteggiamento è stato percepito come più ideologico che orientato al confronto costruttivo. Durante l’ultimo incontro la delegazione sindacale ha respinto le proposte avanzate dalla parte datoriale, che comprendevano miglioramenti sia in termini economici che nelle aree del welfare e della conciliazione vita-lavoro.

È stata chiara la loro determinazione di andare alla proclamazione dello sciopero per una strumentalizzazione di visibilità, avendo anche rifiutato la nostra proposta di un incremento salariale immediato del 3,5% a partire da agosto.

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