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CAL – CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI / TRENTINO * RIUNIONE 7/8: «CONTINUITÀ ASSISTENZIALE MEDICA, ILLUSTRATA DALL’ASSESSORE PAT TONINA LA RIORGANIZZAZIONE»

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19.55 - mercoledì 7 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Illustrata al Cal la riorganizzazione della continuità assistenziale medica.

L’Assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione, Mario Tonina, è intervenuto oggi al Cal per illustrare la riorganizzazione della continuità assistenziale medica. Tema quantomai delicato e attuale, che certamente è di interesse anche per il Cal, ha sottolineato il Presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena, aprendo i lavori.

Tonina ha ringraziato della disponibilità al confronto su un tema importante, come quello della sanità, del quale la politica deve tenere conto. Ha fatto un quadro complessivo della situazione relativa all’erogazione delle prestazioni sanitarie di carattere primario sul territorio, facendo riferimento al recente Accordo stipulato con i medici di medicina generale. Ha evidenziato la carenza del personale, che va motivato, e il problema delle liste di attesa. L’obiettivo, ha detto, è razionalizzare le risorse, per offrire servizi mirati ai cittadini.

La persistente e grave carenza di medici disponibili a lavorare nel servizio di Continuità Assistenziale provinciale e la necessità di garantire la sicurezza dei medici attualmente operanti in sedi isolate, richiede, infatti, una riorganizzazione di questo servizio, in considerazione anche del carico di lavoro molto diverso tra le diverse sedi, e nelle diverse fasce orarie.

La Riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale medica fa riferimento agli interventi previsti nell’ambito delle Misure del PNRR e del DM n. 77/2022, in particolare attivando le Case di Comunità. Sono 10 sul territorio trentino: Trento, Rovereto, Pergine, Borgo, Predazzo, Sen Jan, Cles, Male’, Riva del Garda e Ala. Le Case di Comunità dovranno garantire la presenza del medico H24, 7 giorni su 7, nelle strutture Hub, oppure almeno H12, 6/7 giorni, nelle strutture Spoke. Pertanto, per gli obiettivi previsti dal PNRR, sarà valutata la revisione degli orari di apertura e la ridistribuzione delle attuali sedi di continuità, per rendere più efficaci ed efficienti, anche in termini di sicurezza per i cittadini e per i professionisti che vi operano, le modalità di presa in carico in ogni sede di continuità assistenziale.

Si prevede, inoltre, di rinforzare il servizio della Centrale Operativa 116117, con personale medico per garantire tempestiva consulenza telefonica e l’attivazione degli interventi appropriati, sia ambulatoriali che domiciliari. L’accesso alla continuità assistenziale dovrà avvenire esclusivamente tramite la chiamata alla Centrale Operativa 116117.

Intanto, verranno attivate misure temporanee in attesa dell’attivazione delle Case di Comunità (prevista per giugno 2026), individuando sedi di servizio della continuità assistenziale dotate di adeguate misure di sicurezza e quindi situate, ove possibile, in prossimità dei Pronto Soccorso o delle RSA.

In Trentino, la “medicina a ciclo orario”, svolta dai medici di continuità assistenziale (MCA) per assicurare il servizio di guardia medica territoriale, è attualmente garantita nella Provincia autonoma di Trento da circa 150 medici (sia titolari che con contratti provvisori), convenzionati con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, secondo le disposizioni dislocati in 20 sedi/postazioni.
La continuità assistenziale medica è garantita da 30 MCA che si alternano nei turni diurni durante l’intera giornata dei giorni festivi e del sabato, e nei prefestivi infrasettimanali (a partire dalle ore 10:00). Inoltre, 25 MCA coprono i turni notturni 7 giorni su 7 (dalle ore 20:00 alle ore 8:00). I medici incaricati della continuità assistenziale rispondono alle chiamate telefoniche, effettuano visite domiciliari e ambulatoriali, e dispongono di un sistema informativo che permette loro di rendicontare l’attività.

Negli interventi, il Procurador del Comun General de Fascia, Giuseppe Detomas, ha accolto con favore questa fase di confronto con il Cal. Ha evidenziato come la proposta dal punto di vista geografico ricalchi quelle che in effetti erano le attese, su un servizio sanitario di qualità diffuso sul territorio. Ha ribadito la necessità di investire nella sanità, evitando la dispersione delle risorse per garantire un servizio utile ed efficiente a tutti i cittadini. Il Sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini, ha chiesto delucidazioni su futuro ruolo delle guardie mediche in località turistiche che aumentano le necessità in alta stagione. Ha auspicato che tutto il territorio abbia le stesse opportunità. E in questa direzione deve andare la costituzione di un team di medici che lavorano insieme per dare risposte immediate alla più vasta gamma di casistiche.

Il sindaco di Borgo Valsugana, Enrico Galvan, ha espresso la sua soddisfazione per un confronto aperto su un tema strategico come quello della sanità. Ha posto, quindi, un interrogativo sul ruolo futuro dei pediatri alle prese con la diminuzione dei loro assistiti e, quindi, potenzialmente in grado di alleggerire la pressione sui medici di base nell’eventualità di un innalzamento dell’età dei pazienti che possono essere seguiti dai pediatri. Un’eventualità, è stato risposto dai vertici della sanità trentina, allo studio, ma al momento non ancora praticabile, soprattutto per motivi contrattuali.

 

Riparto delle risorse per attività socio-assistenziali e l’assistenza alla popolazione ucraina  – Parere favorevole

Successivamente il Cal ha preso in esame e dato parere favorevole alla delibera della Giunta provinciale sul riparto tra le Comunità e il Territorio Val d’Adige delle risorse per l’anno 2024 per le attività socioassistenziali di livello locale, e delle risorse assegnate alla Provincia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione ucraina.
La delibera, come illustrato dal Presidente della Comunità della Vallagarina e Assessore competente del Cal Stefano Bisoffi, va a ripartire, per l’anno 2024, fra le Comunità ed il Territorio della Val d’Adige il una somma pari ad Euro 95.027.083,80, al netto delle risorse già previste per la gestione di Spazio Argento e per gli interventi di pronto intervento sociale, di rilevanza provinciale. La proposta di riparto per il 2024 garantisce, dunque, quanto riconosciuto nel 2023, con l’incremento di risorse necessario a coprire le maggiori spese dovute all’entrata a regime, per l’intera annualità, delle nuove tariffe relative ai servizi per disabili.

La conferma del budget del 2023 comprende anche le quote di salvaguardia riconosciute nel 2023 ai tre territori che si trovavano in condizioni particolari (limitati budget e quote di avanzo e/o ragioni riconducibili all’organizzazione e localizzazione dei servizi).
Viene stabilito anche il riparto delle risorse assegnate alla Provincia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione ucraina pari a Euro 673.355,65. Le risorse sono determinate in base ai dati relativi ai cittadini ucraini richiedenti protezione temporanea presenti sul territorio della Provincia autonoma di Trento alla data del 29 aprile 2023, distinti per Comune di iscrizione anagrafica.

La delibera individua, inoltre, il Comune di Trento come soggetto partner per la gestione a partire dal 2025, del servizio PRINS – pronto intervento sociale. Il servizio ha preso il via il 1°luglio 2023 e rientra tra i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, inseriti nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023. Gli interventi in emergenza si sono concentrati in maniera particolare nel Comune di Trento che ha suggerito una modalità di gestione del Servizio maggiormente calibrata sul Territorio val d’Adige, ma che garantisca la copertura del servizio sull’intero territorio provinciale.

Alle risorse stanziate con questo provvedimento, andranno ad aggiungersi gli ulteriori fondi, necessari a ristorare gli aumenti contrattuali recentemente accordati al personale degli enti del terzo settore, che svolgono attività socio-assistenziali per conto degli enti locali; ciò in attuazione dell’impegno assunto nella recente integrazione al Protocollo di finanza locale, e dello stanziamento in tal senso previsto dall’assestamento di bilancio provinciale.

L’Assessore Tonina ha precisato l’importanza della condivisione con il Cal di questo tipo di percorsi e di come siano già in agenda ulteriori incontri a livello regionale per non farsi trovare impreparati nella gestione di necessità e nuovi bisogni che derivano dai mutamenti di una società che invecchia.

Nella discussione, è intervenuto il Procurador del Comun general de Fascia, Beppe Detomas, per rinnovare l’invito, già in passato espresso, a ripensare i criteri di riparto del fondo socioassistenziale prendendo in considerazione, pur accanto ad altri elementi, il criterio della disponibilità di risorse pro capite. L’attuale sistema di distribuzione delle risorse, basato sulla spesa storica, produce infatti disparità di risorse disponibili per alcuni territori, fra cui appunto la Val di Fassa.

 

Dimissioni assistite grazie al rafforzamento dell’integrazione fra cure domiciliari e servizi sociali – Parere favorevole

E’ di 630mila euro l’importo, arrecato dal PNRR, per rafforzare i servizi sociali domiciliari finalizzati a garantire le dimissione assistite dei pazienti ospedalieri che necessitino di proseguire le cure a domicilio, e prevenire il loro nuovo ricovero in ospedale. In questo ambito la Provincia autonoma di Trento ha, infatti, presentato 2 progetti da realizzarsi entro il 30 giugno 2026, sull’intero territorio provinciale e con il coinvolgimento di APSS e delle Comunità.

Con la delibera oggi esaminata dal CAL, si provvede a definire il protocollo di collaborazione fra i soggetti coinvolti nell’erogazione del servizio: equipe ospedaliera, servizio di cure domiciliari APSS, servizi sociali territoriali ed enti erogatori dei servizi di assistenza domiciliare. L’attuazione dei due progetti prevede anche attività formative a cura dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, per un importo di 24.000,00 euro (12.000,00 euro per ciascun progetto) che rientrano nel piano finanziario di ciascun progetto.

 

Integrazione funzionale fra Centri per l’impiego e servizi sociali per la gestione delle misure di contrasto alla povertà – Parere favorevole

Il Cal ha dato parere favorevole alla delibera che detta la Disciplina per la definizione ed organizzazione di un modello di integrazione funzionale, attraverso l’attivazione di un’équipe multiprofessionale, tra i Centri per l’impiego e i Servizi Sociali Territoriali ai fini di una risposta unitaria e coordinata a favore dell’inclusione sociale e lavorativa di persone e nuclei, beneficiarie in particolare di misure di contrasto alla povertà.

La delibera, ha spiegato il Presidente della Comunità della Vallagarina, Stefano Bisoffi, si inserisce nel progetto che prevede un’azione di accompagnamento degli operatori dei Servizi Sociali territoriali (SST) e dei Centri per l’impiego (CPI), nella predisposizione di un modello di integrazione funzionale, attraverso l’attivazione di un’équipe multidisciplinare per la valutazione e l’eventuale presa in carico integrata di nuclei familiari beneficiari della misura nazionale o locale di contrasto alla povertà che presentano problematiche complesse.

In sintesi, vengono predisposti efficaci percorsi di inclusione sociale e lavorativa per l’emancipazione dei nuclei familiari e degli individui beneficiari, fornendo risposte coordinate, garantendo livelli essenziali delle prestazioni come definiti dalla disciplina della misura nazionale di contrasto alla povertà.

Il modello di integrazione funzionale si sviluppa attraverso fasi ben definite:
– Fase 1: referente del modello di integrazione funzionale;
– Fase 2: confronto o approfondimento in materia di servizi, interventi e della normativa di settore;
– Fase 3: accesso alle banche dati;
– Fase 4: l’équipe multiprofessionale;
– Fase 5: monitoraggio e verifica del modello di integrazione funzionale;
– Fase 6: progetti volti all’inclusione e per i quali i beneficiari delle misure sono tenuti a offrire la propria disponibilità.

La delibera, che definisce i modelli di interazione fra i due servizi, tiene inoltre conto delle esigenze di corretto trattamento dei dati e delle informazioni relative agli utenti coinvolti.

 

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