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TRANSDOLOMITES * VIABILITÀ VALLI FASSA E FIEMME: PRESIDENTE GIRARDI, «AUMENTARE LA SICUREZZA STRADALE PRIMA CHE SCAPPI IL MORTO»

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07.26 - venerdì 9 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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La buona stagione rappresenta lo spazio temporale nel quale al traffico quotidiano traffico automobilistico si aggiungono soprattutto nelle località turistiche che mi muove a piedi per tempo libero, motociclisti e un crescendo di presenze in bicicletta.

L’attività fisica è una buona pratica per stare in salute ma questo fenomeno stagionale emergono in modo evidente le criticità di una viabilità pensata per dare troppo spazio alle macchine destinando all’utenza debole i ritagli di spazio.

I centri abitati della valli sono stati costruiti per una viabilità ben diversa che quella che lontanamente avrebbero potuto immaginare i nostri avi, la realtà però è fatta di interventi urbanistici che nel tempo hanno cercato di porre maggiore attenzione alle necessità di pedoni e ciclisti mentre permango situazioni dove i marciapiedi sono spazi degni di equilibristi, attraversamenti pedonali incompleti della corretta segnaletica, illuminazione pubblica di eccellenza che si accompagna a situazioni puntali critiche per l’effetto penombra più che per l’effetto luce. Una somma di situazioni che rendono ben poco ospitale l’ambiente urbano.

Torno a tema “dell’utenza debole della strada” non intesa dal punto di vista economico ma della protezione passiva della quale essa non dispone rispetto ad autovetture e veicoli pesanti racchiusi nelle rispettive carrozzerie.

Realtà poi quella della automobili fatta di veicoli sempre più ingombranti per trasportare alla fine lo stesso numero di persone che si caricavano ad es. 30 o 40 anni fa.

In una situazione di disparità di forze, per l’utenza debole non è sufficiente appellarsi a quanto recita il codice della strada ma adottare un principio di precauzione che garantisca a sé stessi il migliore livello di sicurezza che ci si possa permettere.

Questo a mio avviso dovrebbe essere una scelta di autotutela e questa riflessione personale la faccio da ciclista e automobilista. Quello che puntualmente noto è invece un comportamento che va in ben altra direzione in questo caso nelle valli di Fassa e Fiemme, perché vi lavoro, ma che per niente si discosta dalle città ad es. Bolzano, ove risiedo.

La stragrande maggioranza dei ciclisti di sera e notte privi di ogni elementare sistema di illuminazione attiva e passiva. Spesso ombre che si muovo nell’oscurità e che all’improvviso ti trovi in strada. Nessun giubbetto rifrangente, il caschetto sembra essere fatto solo per gli stranieri. Mosche bianche colo che ne fanno uso. Ed è soprattutto tra i residenti che emergono questi comportamenti.

Uso del telefonino mentre si pedala o si attraversa la strada, auricolari che non ti permettono la percezione con il modo attorno; tutto come il pane quotidiano.

Qui non ci troviamo dinnanzi a dimenticanze ma abbiamo a che fare con comportamenti che sanno solo di irresponsabilità. Questo fino a quando non ci scapperà il morto.

Ecco allora che quello che ritengo sia quanto mai urgente è che prima di piangere qualche morto sulla strada dovuto a questi comportamenti si investa nei comuni con determinazione in campagne di prevenzione stradale, che le famiglie si assumano la dovuta responsabilità di come mandare in strada i propri figli e figlie, e che nella coscienza di ognuno non prevalga magari la moda di farsi beffa delle buone pratiche perché prima o poi il destino presenta il conto.

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Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

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