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CGIL SPI * ANZIANI: «IN VENETO 300 MILA ULTRA 75ENNI VIVONO SOLI, RISCHIANO L’ISOLAMENTO SOPRATTUTTO NEL PERIODO ESTIVO»

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12.20 - mercoledì 21 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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In Veneto quasi 300 mila ultra75enni vivono soli. La preoccupazione dello Spi Cgil: “rischiano l’isolamento soprattutto nel periodo estivo. Necessario investire sui progetti dell’invecchiamento attivo”.

Si chiama solitudine e per tanti anziani rappresenta uno dei problemi più rilevanti della propria quotidianità soprattutto in estate, quando i familiari sono in vacanza, i negozi di vicinato chiudono, i servizi si riducono e le truffe si infittiscono. Secondo un’indagine dello Spi Cgil del Veneto – che ha analizzato i dati Istat relativi alla popolazione over 75 (quella più fragile e in molti casi non autosufficiente) – quasi metà degli ultra 75enni vive presumibilmente da solo, o accudito da una assistente familiare, perché nubile/celibe, divorziato/a o, più di frequente, vedovo/a.
Stiamo parlando di quasi 300 mila persone che, soprattutto in queste settimane, rischiano di perdere i propri punti di riferimento, sia nelle città, che si vuotano, sia nelle zone più isolate dove la solitudine è ancora più marcata durante tutto l’anno.

“D’estate – commenta Nicoletta Biancardi, segretaria generale del sindacato dei pensionati del Veneto -, e durante certe festività, come il Natale, per molti nostri anziani l’isolamento e il senso di solitudine aumentano ed è per questo che in questi periodi le amministrazioni comunali devono aumentare la soglia dell’attenzione verso i soggetti più fragili. Per alcuni anziani diventa impossibile andare a fare la spesa, perché il negozio sotto casa è chiuso. Può essere un’impresa anche recuperare i medicinali, per questo riteniamo necessario prevedere servizi a domicilio ma anche trasporti dedicati a chi non può muoversi in macchina o con altri mezzi. Come abbiamo fatto anche negli anni passati – continua Biancardi – stimoliamo una sorveglianza di vicinato, invitando le persone più giovani a relazionarsi con gli anziani soli che abitano nello stesso condominio o nella stessa via. Poi c’è la questione delle truffe, che possono andare dalla firma di un contratto non richiesto al vero e proprio raggiro, come quello del finto abbraccio o del finto incidente, tramite il quale i truffatori rubano soldi e gioielli ai soggetti più indifesi. Queste situazioni sono in netta crescita e colpiscono in particolare gli anziani e le anziane sole in particolare d’estate e durante le festività. Di solitudine, ricordiamoci, si può morire. Ed è terribile sentire dalle cronache dei giornali che alcune persone anziane muoiono sole e dimenticate da tutti, e che ci si accorge del loro decesso solo dopo giorni se non settimane”.

Lo Spi Cgil del Veneto ha elaborato, provincia per provincia, i numeri degli ultra75enne che vivono potenzialmente soli. La fetta più grande è composta dalle vedove che sono oltre 240 mila, contro i circa 40 mila vedovi. Gli anziani celibi sono più di 16 mila e 500 mentre le nubili superano quota 22 mila e 700. Numeri inferiori per i divorziati, circa 5 mila e 200, e per le divorziate, poco più di 8 mila. Di fatto, un quarto degli ultra75enni maschi è solo mentre per le donne, che sono più numerose, la percentuale si impenna al 65%.

A livello provinciale, le percentuali più alte di anziani soli vivono nei due territori che contemplano anche le pensioni più povere: Belluno – dove il 67,5% delle ultra75enni e il 28% degli over 75 maschi è celibe/nubile, divorziato o vedovo – e Rovigo, con la stessa percentuale di anziane sole e il 26% di uomini. Le province di Treviso e di Padova, invece, registrano le percentuali meno elevate.
In tale contesto, conclude Biancardi, “lo Spi Cgil del Veneto continua a promuovere i progetti dell’invecchiamento attivo per i quali è necessaria una capillare programmazione, anche con la Regione del Veneto, e lo stanziamento di risorse, senza le quali diventa difficile portare avanti le politiche e le iniziative dedicate a quello che la stessa OMS definisce come quel processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”.

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