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COPPOLA (AVS) – INTERROGAZIONE * IUS SCHOLAE: «LA GIUNTA INTENDE COMUNICARE AI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO IL PARERE FAVOREVOLE DEL CONSIGLIO PAT?»

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10.56 - venerdì 23 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Da anni in Italia si attende una riforma sostanziale della legge sulla cittadinanza che riconosca uguali diritti a tutti gli italiani di fatto, ma che non lo sono per la legge. Lo Ius Scholae – secondo le formulazioni discusse in Parlamento ma mai diventate legge – prevede che possa acquisire la cittadinanza italiana su richiesta il minore straniero nato in Italia, che sia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia, e che abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici. Rientrano in questa categoria i cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale.

In Italia ci sono circa 900mila minori senza la cittadinanza italiana, ma a beneficiare di un eventuale provvedimento sullo Ius Scholae sarebbero circa 300mila: il numero arriva da una elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat, ma è un dato sul quale concordano anche organizzazioni come Oxfam e Save the Children. Si tratta di circa il 10% dei residenti tra 0 e 17 anni, bambini e ragazzi iscritti nelle scuole d’infanzia, elementari medie e superiori che vivono soprattutto nell’Italia centro-settentrionale. Sono circa il 13% dei minori del centro, il 14% di quelli del nord-est e il 15% di quelli del nord-ovest, mentre non raggiungono il 5% nel sud e nelle isole.

In Trentino sono circa 9.000 i minori che sono nati in Italia e frequentano le scuole trentine senza avere la cittadinanza italiana.

Si parla di diritti delle persone e, in particolar modo, quelli di bambine/i che hanno tutto il diritto di veder riconosciuta la loro identità nazionale. Seguono gli stessi studi dei loro compagni italiani, parlano la stessa lingua, hanno i medesimi sogni e guardano al futuro nel medesimo modo, ma vivono in una condizione di precarietà esistenziale legata al fatto di non sentirsi cittadini italiani. Pur godendo di diritti fondamentali come quello alla salute e all’istruzione, non hanno diritto al voto, a partecipare a concorsi pubblici, ad andare all’estero per motivi di studio, di lavoro e a partecipare a competizioni sportive internazionali. Una più precoce acquisizione della cittadinanza favorirebbe l’integrazione e aprirebbe ad un senso di appartenenza e partecipazione. Una società più inclusiva determina minori conflitti sociali e culturali ed un miglioramento del clima di convivenza per tutti.

Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale a:

comunicare ai Presidenti della Camera e del Senato il parere favorevole del Consiglio Provinciale di Trento alla proposta di legge di riforma della cittadinanza che introduce il principio dello Ius Scholae.

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Cons. Lucia Coppola
Alleanza Verdi e Sinistra

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