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Intervista a Giuseppe Varagone – Segretario Uil Fpl Sanità del Trentino

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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUARTA COMMISSIONE: « VIOLENZA DI GENERE, LE AUDIZIONI SUI DDL 12 E 14»

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12.49 - mercoledì 29 maggio 2024

Mattinata di audizioni oggi in Quarta commissione relativa ai ddl 12 e 14 di integrazione della legge provinciale 6 del 2010 in materia di violenza di genere (qui una sintesi dei ddl). I ddl sono rispettivamente di maggioranza e di minoranza; il primo riguarda interventi a favore degli orfani di vittime da reato di violenza di genere, il secondo introduce ulteriori misure per l’autodeterminazione e per il sostegno di donne vittima di violenza. I membri della commissione oggi hanno ascoltato i rappresentanti di Umse prevenzione della violenza e della criminalità, Ordine degli assistenti sociali, Apapi, Agenzia del lavoro, Sos Villaggio del Fanciullo, Coordinamento donne, Punto d’approdo, Fondazione Famiglia materna e Alfid. I lavori della Quarta commissione proseguiranno nel pomeriggio.

 

Umse prevenzione della violenza e della criminalità: il quadro normativo
Per l’Umse sono intervenute Serena Bortolato e la dirigente Laura Castegnaro. Quest’ultima ha tracciato un quadro normativo dell’ambito e ricordato che a livello statale è previsto un indennizzo per i figli del nucleo per il delitto di omicidio commesso dal coniuge pari a 60.000 euro (un’erogazione una tantum, tra le condizioni quella di non aver percepito indennizzi per misure analoghe nel momento della domanda, gli altri interventi possono essere chiesti successivamente, ha chiarito). Se il reo rimane in vita la condanna deve essere definitiva, ha precisato. Sono previste inoltre borse di studio per figli della vittima orfani di crimi domestici dalla scuola primaria agli studi universitari, incentivi all’assunzione e forme di intervento in favore delle famiglie affidatarie.

Poi: lo Stato ad oggi non riconosce il sostegno per le spese mediche e assistenziali se il reato non è intervenuto prima del 2021 (sono stanziati 500.000 euro dal 2018 al 2020, dal 2021 nulla). In Lazio, ha aggiunto, ad esempio è previsto un contributo una tantum di 10.000 euro per orfani di femminicidio di età inferiore ai 29 anni, in Lombardia il contributo è una tantum di 5.000 euro per gli under 27 (non è necessario che la sentenza sia passata in giudicato). A completare il quadro Castegnaro ha citato il progetto Orphan of femicide invisible victim di cui il Centro antiviolenza è parte attiva e la Provincia è partner (un finanziamento statale realizzato sul bando a valere sul Fondo per il contrasto della povertà educativa e basato sulla logica della sussidiarietà, destinato a terminare nel 2025).

 

Ordine degli assistenti sociali: bene, serve un supporto a tutto tondo
La presidente Elisa Rizzi ha detto che l’Ordine degli assistenti sociali valuta positivamente entrambi i ddl. A livello normativo è fondamentale che siano previste e implementate tutte le misure per prevenire la violenza, ha affermato. In particolare si è soffermata sul fatto che per le donne che subiscono violenza i servizi devono essere integrati: è importante che si parlino e il supporto alle vittime sia a 360 gradi. In contesti dove ci sono figli anche questi ultimi sono vittime di abuso, ha ricordato, è necessario garantire loro i servizi di sostegno. Ancora, è importante garantire per le donne servizi conciliativi: la paura di rimanere sole nella gestione dei figli è deterrente alla denuncia di violenza. Gli orfani di femminicidio, ha aggiunto, hanno subito un trauma profondo e il sostegno non può limitarsi all’aspetto economico, ma deve riguardare tutti gli ambiti e questi sostegni non devono essere rivolte solo agli orfani di femminicidio, ma anche a chi di loro si occupa. Sarebbe importante, ha concluso, che i servizi si organizzassero per dare una sorta di priorità alle vittime nell’accesso ai servizi stessi.

Una consigliera di maggioranza ha chiesto se c’è integrazione allo stato attuale: Rizzi ha risposto che c’è, come c’è ancora un margine di miglioramento, ci si sta muovendo nella giusta direzione. Un’altra consigliera di maggioranza ha chiesto se andrebbe disciplinato il tema della priorità. Sì, ha risposto la presidente dell’Ordine.
Apapi: ddl 14, la normativa esiste

Per Apapi hanno preso la parola Nadia Rampin e Michela Tonazzolli. La prima ha detto, in riferimento al ddl 14, che esiste già una normativa per cui se la donna subisce violenza ha figli minori è prevista la possibilità di separare il nucleo delle persone ai fini Icef. Indipendentemente dal legame del nucleo, ha aggiunto, è previsto che la vittima possa dichiarare che il nucleo si separa. Ad oggi non risultano casi in cui la normativa ha danneggiato o precluso a qualche vittima di ottenere benefici, ha rimarcato. Ancora, l’assegno di autodeterminazione per le vittime non è soggetto ad Icef.

La prima firmataria del ddl 14 ha ricordato che il testo nasce dalla segnalazione di alcune difficoltà in questo senso nel comune di Trento e ha chiesto quale è la filiera delle informazioni, se è la cittadina o l’assistente sociale che deve dichiarare l’avvenuta violenza e interfacciarsi per la compilazione delle carte? Rampin ha risposto che è una filiera complicata sempre: Apapi non ha uno sportello diretto, ci sono patronati e Caaf, 18+16 soggetti diversi che sono il front office. Con alcuni Comuni è prassi interfacciarsi con l’amministrazione. Nella gestione della disciplina e del diritto di famiglia c’è una reale difficoltà di tutti nel sapere come muoversi perché è un ambito scivoloso: non è così automatico definire un monogenitore, si è consapevoli, si sta cercando di rivedere la disciplina e semplificarla e fare formazione.

Tonazzolli ha ricordato che le persone hanno sempre l’assistenza dei patronati, non è previsto un intervento in via autonoma. Un consigliere di minoranza ha sottolineato che il tema non è definito in norma, ma nella disciplina dell’Icef: serve un’attenzione sul tema della violenza, una norma che porti con sé consapevolezza. Ha chiesto poi cosa accade nel caso di assenza dei figli. Rampin ha risposto che la normativa prevede il caso. Ancora, il consigliere ha chiesto a quando fa riferimento l’attualizzazione? Rampin ha risposto ricordando la delibera di gennaio dell’anno scorso di revisione completa del sistema Icef: è previsto che l’attualizzazione debba essere indipendente e fatta per alcune casistiche. La quota B1 viene comunque erogata al 55% delle famiglie con figli in Trentino. Una consigliera di maggioranza ha chiesto chi certifica la violenza, il servizio sociale? Rampin ha ricordato che si tratta di un’autodichiarazione, ci si sta interrogando per capire quale è la soluzione migliore.

 

Agenzia del lavoro: orfani, sarebbe integrato il piano di politiche per il lavoro
Il dirigente del servizio Attività per il lavoro, cittadini e imprese Luca Aldrighetti ha espresso parere positivo sui ddl. Ha parlato degli interventi che già Agenzia del lavoro svolge a favore delle donne vittime di violenza, con le modifiche previste dai ddl si estenderebbe anche agli orfani la categoria di soggetto svantaggiato a cui vengono riportate per renderle beneficiarie degli interventi. Il quadro degli interventi anche a livello nazionale, ha ricordato, già prevede norme a tutela degli orfani e la normativa provinciale si inserisce coerentemente in ciò. Sul potenziamento dei servizi per le donne vittime di violenza previsto dal ddl 14 ha detto che già ora la Provincia con l’Agenzia del lavoro si sta muovendo per coordinarsi per prevedere interventi mirati.

La prima firmataria del ddl 14 ha chiesto chiarimento sulla definizione di “soggetto svantaggiato”. Aldrighetti ha risposto indicando la particolarità per gli orfani è che non sono seguiti dai servizi sociali: l’ipotesi sarebbe inserirli nella categoria a prescindere dal fatto di essere seguiti dai servizi sociali. La prima firmataria del ddl 12 ha chiesto se ciò riguarda la disciplina provinciale sul lavoro. Aldrighetti ha detto che sarebbe integrato il piano di politiche per il lavoro prevedendo gli orfani, con un atto amministrativo.
La presidente della Commissione ha chiesto chiarimenti sulla quota riservata di assunzioni: una quota prevista dalla normativa nazionale, ha risposto il dirigente, che prevede un particolare obbligo da parte dei datori di lavoro di assumere un’unità su 150 dipendenti.

 

Sos Villaggio del fanciullo: interventi preziosi
Per la coordinatrice pedagogica Jessica Mattarei le modifiche introdotte dal ddl 12 sono preziose: si potrebbe riuscire a far arrivare più aiuti in maniera più privilegiata e più tempestiva rispetto a quelli statali. Gli orfani presenti in provincia di Trento sono un numero considerevole, ha ricordato. Sul ddl 14 e in particolare sull’intervento sulla parte economica ha detto che è prezioso prevedere lo scorporo della donna dal nucleo per avere accesso tempestivo l’accesso alle forme di sostegno al reddito e poter accedere a interventi che possono riguardare gli aspetti processuali delle separazioni che possono essere sostenuti in sede civile. Ha descritto la figura di supporto e sostegno alle donne nella fase di violenza prevista nel ddl 14 come fondamentale. Non bisogna dimenticare che i percorsi a favore delle donne sono lunghi e complessi e non possono essere agiti solo nella prima fase, ha sottolineato, un sostegno è in questo senso prezioso. Su come declinare il sostegno ha suggerito di coinvolgere i soggetti di filiera. Una parte da sostenere, ha concluso, è l’accompagnamento all’abitare.

Le prime firmatarie dei ddl hanno chiesto una precisazione sui numeri di orfani? Sono 11-12? Mattarei ha confermato.
Coordinamento donne Onlus: ddl condivisibili. Delia Valenti ha descritto il ddl 12 come condivisibile: è importante che l’eventuale sostegno economico sia una somma elargita una tantum, al fine di non gravare di pratiche le famiglie affidatarie. Anche il ddl 14 è per Valenti condivisibile: importante e necessario l’intervento sull’articolo 7 ter, ha dichiarato, perché il raggiungimento dell’autonomia personale delle vittime di violenza è fondamentale. Ha chiesto di tenere in considerazione nella formulazione del ddl la situazione di donne che non sono ospitate in strutture o nei centri antiviolenza, ma magari presso amici o famigliari. Ha poi sollevato la questione del fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza: l’iter burocratico è lungo e complicato, andrebbe per Valenti trasformato in fondo per le spese legali. La prima firmataria del ddl 14 ha anticipato una modifica della formulazione del primo articolo. Sul secondo articolo ha ricordato la fatica constatata dal punto di vista burocratico, abitativo, lavorativo e posto l’attenzione sull’importanza della continuità di fiducia.

 

Punto d’approdo: apprezzamento ai due ddl
Il direttore Andrea Gentilini ha indicato come condivisibili i due ddl. Ha detto di apprezzare molto il ddl 12. Sul ddl 14 ha portato l’esperienza del Punto d’approdo e sottolineato l’importanza del raggiungimento tempestivo dell’autonomia della donna vittima di violenza: la presa in carico in fase emergenziale è veloce, poi però i tempi si allungano e vanno accorciati sempre più, come prevede il primo articolo ddl. Il bisogno casa, ha continuato Gentilini, è primario, fondamentale: più d’una donna deve pensare a un’autonomia abitativa per il post, servono percorsi privilegiati per arrivare all’autonomia anche dal punto di vista dell’abitare. Ragionamenti, ha suggerito, si potrebbero fare in futuro anche con Itea.
Fondazione Famiglia materna: ddl 12, aumentare la spesa prevista anche per ricomprendere i casi avvenuti da 2020 a oggi Rossano Santuari e Arianna Brigo hanno espresso la posizione della Fondazione Famiglia materna.

Quest’ultima ha ricordato la legge 4 del 2018 nazionale e parlato di uno strumento nazionale complesso nella sua fruibilità: in questo senso potrebbe aiutare quanto previsto dal ddl 12, per il quale ha chiesto un aumento della spesa prevista anche per ricomprendere i casi avvenuti da 2020 a oggi. Sul ddl 14 ha ricordato le difficoltà delle donne vittima di violenza e ricordato la necessità che hanno di separare la propria condizione economica per procedere verso l’emancipazione. Sul secondo articolo ha chiesto chiarimenti sul piano attuativo per capire come integrare il ruolo degli operatori. Ha risposto la prima firmataria ricordando che un articolo di legge deve essere generico, l’attuazione spetta poi alla Giunta, ma ha comunque auspicato che ci sia una continuità di relazione e di fiducia.

Associazione laica famiglie in difficoltà (Alfid): i ddl prevedono interventi positivi
La presidente Sandra Dorigotti ha sottolineato la positività dell’intervento previsto dal ddl 12 perché le difficoltà verificate dalle persone vittime di violenza sono molto complicate dal punto di vista burocratico ed emotivo. Sul ddl 14 ha detto di considerare molto positivo l’aspetto della tempestività e quello dell’aggiornamento dei dati economici. Importante per Dorigotti anche accompagnare le donne nel senso dei servizi del percorso che ha scelto: no all’assistenzialismo, ma irrobustimento dei servizi volti a un percorso di autonomia. La prima firmataria del ddl 14 ha ripreso la sottolineatura, ha ribadito che l’obiettivo finale è l’autonomia e la piena indipendenza delle donne, considerando che in alcuni casi le vittime di violenza erano talmente rinchiuse in essa che non sapevano nemmeno dell’esistenza dei servizi. Saranno le casistiche particolari a far modulare gli interventi, ha concluso.

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