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DAGOSPIA – “IL FATTO QUOTIDIANO“ * CHICO FORTI: TITOLO GIORNALE IN EDICOLA OGGI, «“BENVENUTO ASSASSINO”»

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15.21 - domenica 19 maggio 2024

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Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”.

La prima richiesta del Dipartimento di Giustizia americano e della Casa Bianca – evitare di spettacolarizzare l’arrivo di quello che oltreoceano considerano un condannato per assassinio – è stata subito disattesa: la premier Giorgia Meloni ieri mattina si è presentata all’aeroporto militare di Pratica di Mare per accogliere il detenuto italiano Chico Forti e scattarsi una photo opportunity con lui, pur senza un plateale abbraccio.

“Fiera del lavoro del governo italiano–ha scritto la presidente del Consiglio sui social – Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione”. Forti, che è scoppiato a piangere una volta messo piede a Pratica di Mare, rimarrà nel carcere di Rebibbia fino a domani mattina quando sarà trasferito in quello di Verona.

Troppo forte la tentazione di Meloni di rivendicare la credibilità internazionale dell’Italia dopo anni di richieste dei precedenti governi […] senza mai riuscire a trasferire in Italia il surfista trentino, condannato all’ergastolo negli States dove ha scontato i primi 24 anni di carcere.

La propaganda di governo per tutto il giorno ruota sulla “ritrovata credibilità internazionale” dell ’Italia, tanto che Palazzo Chigi diffonde uno spin ufficioso per ricordare i negoziati degli ultimi anni “senza arrivare al risultato di oggi” dovuto “all ’autorevolezza del governo”. In serata Forti è stato anche intervistato in pompa magna dal Tg1 ringraziando il governo e spiegando di essersi dichiarato colpevole per avere l’estradizione.

La trattativa sarebbe stata gestita in prima persona dalla premier Meloni che ha preso in mano il dossier dopo anni in cui ricordava quasi in maniera ossessiva la detenzione di Forti (celebrato sui social dalla leader FdI anche nel giorno del suo compleanno). Tutto questo a costo di bypassare la Farnesina.

Un anno e mezzo di trattative politiche in cui la premier e l’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi hanno dovuto superare lo scoglio più complicato: convincere il governatore della Florida, Ron DeSantis. Ufficiali di collegamento sono stati il deputato meloniano eletto all ’estero, Andrea Di Giuseppe, che vive tra Roma e la Florida, che in questi anni ha spesso visitato Forti in carcere, gli avvocati e la fondazione Bocelli.

Un anno fa la prima telefonata tra DeSantis e Meloni: il ritiro della candidatura del governatore della Florida dalle primarie repubblicane ha favorito il trasferimento senza rischiare di essere accusato di lassismo dai suoi elettori. Poi la trattativa si è spostata a livello federale, più semplice.

Meloni ha un ottimo rapporto col presidente Joe Biden e l’annuncio è arrivato proprio il 1º marzo scorso, poche ore prima della sua visita alla Casa Bianca. […] Il trattamento della destra nei confronti di Forti – condannato all’ergastolo negli Usa –stride con quello utilizzato nei confronti degli altri 2.600 detenuti italiani all’este ro, a partire da Ilaria Salis. Per lei arriveranno presto i domiciliari in Ungheria, ma Meloni non ha certo dato battaglia.

 

 

 

 

 

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https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/chico-ha-desantis-paradiso-rientro-forti-italia-non-395400.htm

CHICO HA DESANTIS IN PARADISO – IL RIENTRO DI FORTI IN ITALIA NON È STATO UN TRIONFO DI “I AM GIORGIA”, MA È TUTTO MERITO DEL GOVERNATORE DELLA FLORIDA RON DESANTIS. O MEGLIO, DEL SUO RITIRO DALLE PRESIDENZIALI AMERICANE! LA TRATTATIVA SI È POTUTA SBLOCCARE SOLO QUANDO IL MINI-TRUMP DI ORLANDO SI È RITIRATO, TOGLIENDO UN ARGOMENTO DI CAMPAGNA ELETTORALE A BIDEN. A QUEL PUNTO, “SLEEPY JOE” HA FIRMATO. NON È STATO MERITO DEGLI “OTTIMI RAPPORTI” DELLA MELONI CON WASHINGTON, MA UNA CORTESIA DISINTERESSATA. SE DESANTIS FOSSE ANCORA IN CORSA PER LE PRESIDENZIALI, FORTI SAREBBE ANCORA IN CELLA IN AMERICA…

 

Altro che grande successo della Melona! Il caso Chico Forti è l’ennesima dimostrazione di quanto la stampa italiana sia piccola e debole. Negli Stati Uniti tutti sanno che la vicenda si è sbloccata soltanto perché Ron DeSantis, governatore della Florida, si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca.

Con l’uscita di scena – ufficializzata il 22 gennaio – del mini-Trump di Orlando, Biden non aveva più alcun motivo per non firmare le carte presso il Ministero della giustizia federale (una pratica già avviata dal Governo Conte II, con Di Maio alla Farnesina).

“Sleepy Joe”, non dovendo affrontare alle presidenziali DeSantis, che avrebbe potuto sfruttare elettoralmente il caso Forti, ha così deciso di fare un favore disinteressato (per lui senza grossa importanza) alla sora Giorgia. Se DeSantis non si fosse ritirato, Chico sarebbe ancora in galera in Florida.

Tutti negli Usa, compresi i funzionari di ambasciata, danno ufficiosamente questa ricostruzione dei fatti. Eppure, a leggere i giornali italiani, sembra un trionfo di “I am Giorgia”. Pare addirittura, a leggere certi retroscena, che prima non ci fosse mai stato mai avuto un premier con un ottimo rapporto con l’omologo statunitense. E allora il tweet di Trump all’amico “Giuseppi”, in cui si augurava che Conte restasse al governo?

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