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GRUPPO CONSILIARE PROVINCIALE PD -INTERROGAZIONE * TRENTINO DIGITALE: « È VERA LA NOTIZIA SECONDO LA QUALE C’È UN POSSIBILE AZZERAMENTO DEL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE? »

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14.56 - giovedì 9 maggio 2019

Gruppo PD interroga la Giunta sulle gravi le voci riguardo al possibile azzeramento del consiglio d’amministrazione di Trentino Digitale. I consiglieri del Gruppo provinciale del Partito Democratico del Trentino hanno sottoscritto questa mattina un’interrogazione per chiedere conto alla Giunta delle improvvise ed inattese voci riguardo al possibile azzeramento del consiglio d’amministrazione di Trentino Digitale s.p.a.

Secondo quanto emergerebbe, membri della Giunta starebbero infatti adottando sistemi di pressione sui singoli consiglieri d’amministrazione così da ottenere le dimissioni degli stessi. Un comportamento grave, che troverebbe scarsi precedenti nella cultura politica ed amministrativa del Trentino, e che nulla ha a che spartire con le legittime prerogative di governo dell’attuale Esecutivo.

L’intero Gruppo Democratico ha quindi interrogato il presidente Fugatti e l’assessore Spinelli, quest’ultimo a dir poco contraddittorio nelle sue dichiarazioni, riferite alla necessità di privatizzazione dell’ente e al contempo all’esigenza che lo stesso produca di più “in casa”; allusive rispetto alla non condivisione di un piano industriale quando questo ancora non c’è. Il tutto dimostrando di non essere entrato nel merito della gestione della società, tanto da dimenticare che la Giunta in cui siede ha appena nominato una commissione che dovrebbe proprio fare il punto sulle società partecipate, come base per le scelte future.

I consiglieri del PD intendono dunque far luce sulla vicenda, verificando anche se la Giunta è a conoscenza della normativa in materia societaria, secondo la quale eventuali dimissioni immotivate rischiano di complicare ulteriormente la situazione di Trentino Digitale s.p.a., e configurando, al contempo, una responsabilità in capo agli amministratori per abbandono dell’azione di governo che potrebbe avere anche risvolti di responsabilità civile.

In attesa di una risposta che ci si augura tempestiva, permane il dubbio che l’Esecutivo provinciale non abbia ancora compreso che governare significa tutelare le istituzioni, e non muoversi in maniera scomposta, invitando a dimissioni a mezzo stampa, creando l’immagine di enti in confusione, e sollevando preoccupazione e tensioni nei dipendenti e dentro la struttura provinciale.

Il Gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico del Trentino

 

 

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Interrogazione a risposta scritta n.

COSA SUCCEDE A TRENTINO DIGITALE S.P.A.?

Improvviso ed inatteso come un temporale estivo, sembra destinato a scoppiare il caso del possibile azzeramento del consiglio d’amministrazione di Trentino Digitale s.p.a. voluto, o così almeno appare dai resoconti di stampa e dall’accavallarsi di notizie confuse e sovrapposte, dalla nuova Giunta provinciale in ossequio ad un principio che trova scarsi precedenti nella cultura politica ed amministrativa del Trentino e che non sembra nemmeno possedere i caratteri dell’argomento giuridico e cioè quello legato al cambio della Giunta provinciale stessa, ancora una volta in affanno nel voler comunque demolire quanto fatto in passato, a prescindere dalla bontà o meno dell’esito del lavoro svolto.

Con un efficientismo tutto padano, il nuovo Assessore con deleghe sulle società partecipate dalla Provincia si sta insomma muovendo nella direzione di un azzeramento totale dei vertici della società, della quale è bene rammentare che la Provincia possiede l’88,52% del capitale sociale, beatamente dimenticando che il consiglio d’amministrazione in carica, nominato solo due anni fa, venne allora scelto sulla base di alti profili tecnici e di competenza, sui quali convennero anche le opposizioni di allora; consiglio d’amministrazione che è stato capace di traghettare la società fuori dalle paludi nelle quali sembrava affondare, portando la stessa nel 2018 ad essere, ad esempio, il primo ente in Italia per l’efficienza e la tempestività nei pagamenti delle contribuzioni per il settore agricolo, quando solo nel 2017 era l’ultimo.
Ma non solo.

Nel periodo di governo societario, questo consiglio d’amministrazione si è trovato a dover affrontare nodi pesanti come quelli dei rapporti con realtà finite nel mirino di indagini finanziarie (vedi: Trento Rise – Deloitte ecc.) ottenendo buoni risultati ed offrendo importanti contributi di trasparenza e “governance” aperta e sensibile anche all’imperativo della questione morale.

Inoltre, la società sta attraversando ancora un momento oltremodo delicato, anche per gli approfondimenti in corso da parte della Corte dei Conti ed è quindi incredibile voler affrontare momenti e passaggi difficili, se non addirittura strategici, cambiando il consiglio d’amministrazione solo in ossequio al principio dell’alternanza al potere, quasi che i risultati raggiunti ed i programmi in corso non contassero nulla di fronte all’impellente urgenza della Giunta provinciale di collocare persone di sua fiducia ai vertici delle società partecipate.

Ma ciò che rende ancor più incredibile l’intera vicenda è la somma delle modalità messe in campo per ottenere il risultato desiderato, ovvero adottando sistemi di pressione sui singoli consiglieri d’amministrazione che ricordano ben altre epoche e ben altre politiche ed arrivando perfino – o almeno così sembra – ad inviare agli stessi bozze preconfezionate di lettere di dimissioni.

Sul versante opposto invece va registrato il rigore morale del consiglio d’amministrazione che, consapevole delle responsabilità giuridiche verso la società, e morali verso i dipendenti, non ha al momento colto i pressanti “inviti” attuali dell’Assessore di merito.
Non si comprende il motivo tecnico di possibili dimissioni collettive, non costituendo argomento giuridico valido un non meglio precisato principio di alternanza, per il quale vanno cacciati i vertici in carica, a prescindere dalle loro competenze, dal lavoro svolto e dai risultati ottenuti, al fine di sostituire gli stessi con altri più consoni e vicini ai “desiderata” della politica del momento. Non c’è dubbio che si tratta di un esempio straordinario di attenzione all’efficienza delle società partecipate ed alla professionalità dei loro vertici; esempio peraltro non nuovissimo se solo ci si ricorda delle pressioni esercitate, a suo tempo, dall’Assessore alla Cultura sul consiglio d’amministrazione del “Centro Servizi culturali S. Chiara” per bloccare il concorso in corso per la nomina del direttore generale dello stesso, auspicando appunto una pausa per poter magari proporre qualche uomo di cordata.

Nel prendere atto quindi di un modo di intendere il governo della “res publica” come mero atto di occupazione di posti e posizioni, ignorando che le società partecipate godono di una loro autonomia giuridica e non possiedono organi che decadono con le elezioni politiche, è necessario chiarire non tanto il diritto della Giunta provinciale di cambiare l’attuale board di “Trentino Digitale s.p.a.”, anche se scarsamente motivando tale eventuale scelta, quanto piuttosto del metodo e delle modalità perseguite per arrivare all’esercizio di un diritto che è tale solo se poggia su di una visione di sistema e di lunga deriva e sull’individuazione di una nuova “mission” aziendale. Altrimenti non si tratta più di un diritto, bensì di un sopruso.

Ma la strategia pare non esserci, leggendo le dichiarazioni a dir poco contraddittorie dell’assessore Spinelli, che prima parla di necessità di privatizzazione, poi di necessità che la società produca di più “in casa”; cioè l’esatto contrario; parla di non condivisione di un piano industriale che ancora non c’è, mostrando quanto meno di non essere entrato nel merito della gestione della società; dimentica che la giunta ha appena nominato una commissione che dovrebbe proprio fare il punto sulle società partecipate, come base per le scelte future.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere:

1. se corrisponda al vero quanto riassunto in premessa ed apparso anche sulla stampa locale circa l’esercizio di pressioni di varia natura sui componenti del consiglio d’amministrazione di “Trentino Digitale s.p.a.” per ottenere le dimissioni degli stessi;

2. se corrisponde al vero la notizia secondo la quale agli stessi componenti del consiglio d’amministrazione sono addirittura state inviate bozze di lettera di dimissioni già preconfezionate ed eventualmente chi è l’autore delle stesse e sulla basi di quali disposizioni ha agito;

3. se la Giunta provinciale non ritiene le dimissioni del consiglio d’amministrazione, in questa delicata fase della vita societaria, come un indebolimento grave della tenuta societaria specifica e, più in generale, di quella delle società di sistema provinciale;

4. se si è a conoscenza della normativa in materia societaria secondo la quale eventuali dimissioni immotivate rischiano anche di complicare ulteriormente la situazione della società, configurando, al contempo, una responsabilità in capo agli amministratori per abbandono dell’azione di governo che potrebbe avere anche risvolti di responsabilità civile;

5. per quale ragione la Giunta provinciale non ha ritenuto di dover procedere con il meccanismo della revoca (affidandosi invece al più complicato e farraginoso percorso delle dimissioni volontarie dei singoli componenti del c.d.a.), chiarendo così ed in modo trasparente le ragioni che motivano l’atto di revoca.

6. se si è a conoscenza che governare significa tutelare le istituzioni e che muoversi in maniera disinvolta e scomposta, invitando a dimissioni a mezzo stampa, anziché o concordare i passaggi prima di renderli pubblici o adottare lo strumento della revoca, crea l’immagine di istituzioni in confusione, preoccupazione nei dipendenti, tensione dentro la struttura provinciale.

A norma di Regolamento, si richiede risposta scritta.

 

cons. Giorgio Tonini
cons. Sara Ferrari
cons. Alessio Manica
cons. Alessandro Olivi
cons. Luca Zeni

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