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RCC * CORONAVIRUS, TAJANI (FI): « VA ATTUATA UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA IN TUTTA EUROPA, O SI CAMBIA OPPURE IL CORONAVIRUS UCCIDERÀ LE ISTITUZIONI EUROPEE »

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07.03 - giovedì 19 marzo 2020

Coronavirus, Tajani (FI): “L’Europa ha agito con colpevole ritardo. Noi del PPE sollevammo la questione già a metà febbraio, ma ci guardavano come marziani. Questa è un’Europa malata dove non c’è solidarietà, c’è egoismo, ognuno pensa per sè. Va attuata una rivoluzione copernicana in tutto il continente. O si cambia oppure il Coronavirus ucciderà le istituzioni europee. Quando si combatte contro un nemico così potente bisogna giocare di squadra. Sono contento della solidarietà di Xi Jinping che manda medici e mascherine, però dobbiamo stare attenti che questa solidarietà non si trasformi in dipendenza o un’eccessiva accondiscendenza rispetto al progetto della via della seta con cui la Cina vuole diventare egemone in Europa. I medici cinesi non devono essere il cavallo di troia per far sì che la Cina entri in Italia per restarci. Se devo scegliere tra gli Usa e la Cina io scelgo gli Usa. Restrizioni? Bisogna fare di più e coinvolgere anche i militare di ‘Strade sicure’ perchè gli agenti sul campo non sono sufficienti per far rispettare le regole. Il coronavirus si vince se tutti rispettiamo le regole che ci danno gli scienziati, chi fa finta di andare a fare sport per uscire è un irresponsabile”

Antonio Tajani, europarlamentare e vicepresidente di Forza Italia, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sull’emergenza Coronavirus. “Il vero errore che commettono tutti è quello di agire in grande ritardo -ha affermato Tajani-. Quando c’è un pericolo bisogna prendere il toro per le corna e agire prima che il nemico ti entri in casa. L’Europa ha agito con colpevole ritardo. A metà febbraio avevo sollevato la questione all’Europarlamento, ma noi del PPE sembravamo dei marziani che parlavano di cose che non sarebbero mai accadute. L’Ue doveva muoversi prima, quando sollecitavamo un’azione congiunta. Forse pensavano che riguardasse solo l’Italia, i soliti pasticcioni italiani, ma non è così.

Certamente gli italiani hanno dato una dimostrazione di forza, dimostrando di saper rispettare le regole, di avere una sanità in grado di affrontare un’emergenza gravissima. Dobbiamo fare in modo che il male non arrivi al meridione dove il sistema sanitario non è come quello del nord. In Europa pure i rigoristi dell’economia si rendono conto che bisogna cambiare e puntare sulla flessibilità. Questa è un’Europa malata dove non c’è solidarietà, c’è egoismo, ognuno pensa per sè. Va attuata una rivoluzione copernicana in tutto il continente. O si cambia oppure il Coronavirus ucciderà le istituzioni europee. Quando si combatte contro un nemico così potente bisogna giocare di squadra. Mancano i veri leader che abbiano uno spessore europeo, che abbiano una visione strategica del da farsi, mancano i Berlusconi, i Blair, gli Aznar”.

Sul rispetto delle regole. “Bisogna fare di più e coinvolgere anche i militare di ‘Strade sicure’ perchè gli agenti sul campo non sono sufficienti per far rispettare le regole. Il coronavirus si vince se tutti rispettiamo le regole che ci danno gli scienziati, chi fa finta di andare a fare sport per uscire è un irresponsabile.

Sugli aiuti dalla Cina. “Sono contento della solidarietà di Xi Jinping che manda medici e mascherine, però dobbiamo stare attenti che questa solidarietà non si trasformi in dipendenza o un’eccessiva accondiscendenza rispetto al progetto della via della seta con cui la Cina vuole diventare egemone in Europa. I medici cinesi non devono essere il cavallo di troia per far sì che la Cina entri in Italia per restarci. Se devo scegliere tra gli Usa e la Cina io scelgo gli Usa”.

Sulla chiusura delle frontiere europee. “Se non abbiamo il coraggio di fare scelti forti rischiamo di veder scomparire l’Europa della politica. Le frontiere esterne vanno difese sempre di più, quelle interne sono destinate a rimanere se non troviamo una politica comune. Rinunciare all’Europa sarebbe un grave errore, però serve la politica. Serve decidere di salvare l’economia europea e di vincere la battaglia contro il Coronavirus superando quei vincoli di bilancio dell’era dell’austerity”.

Sugli americani che affollano le armerie. “Penso che dipenda dal fatto che c’è un senso di paura generalizzato. Noi combattiamo una guerra contro un nemico invisibile. Siamo abituati a lottare contro il terrorismo, contro la crisi finanziaria, però nessuno ha mai combattuto contro un nemico invisibile a così larga scale. Quindi si crea un clima di paura proprio perchè non si capisce chi è il nemico”.

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