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SETTIMANALE “ OGGI “ * MONSIGNOR GEORG GÄNSWEIN: « PAPA BENEDETTO SI È AGGRAVATO? FALSO, ANZI HA RIPRESO LE SUE PASSEGGIATE »

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10.09 - mercoledì 4 novembre 2020

MONSIGNOR GEORG GÄNSWEIN A «OGGI»: «PAPA BENEDETTO SI È AGGRAVATO? FALSO, ANZI HA RIPRESO LE SUE PASSEGGIATE»

Monsignor Georg Gänswein, segretario di Joseph Ratzinger dal 2003, in occasione della pubblicazione in Italia del libro «Benedetto XVI – Una vita »(Garzanti), in un’intervista esclusiva con il settimanale OGGI, pubblicata sul numero in edicola da domani, ripercorre la storia umana e pastorale del Pontefice emerito e spiega anche come sta oggi Papa Benedetto, dopo le notizie preoccupanti circolate nei giorni scorsi. «Sulla sua salute ci sono state fake news. Benedetto XVI sta come una persona di 93 anni. Ha le fragilità del fisico, la voce è molto debole, ma la mente è lucida. Tutti i giorni concelebra la messa, prega, riceve ancora qualche visita, legge, studia, sente musica, sbriga la corrispondenza. Certamente con un ritmo molto pacato. Si riposa più spesso perché le forze sono diminuite, ma è di buon umore e sereno. Per usare un’immagine automobilistica: è passato dalla terza alla prima marcia. Comunque, dopo una pausa di quasi tre mesi, è tornato a fare le sue passeggiate con l’aiuto del deambulatore nei Giardini Vaticani, quando il tempo lo permette. E si è ripreso dalla fatica del viaggio in Germania, a Ratisbona, dove è stato lo scorso giugno per visitare il fratello Georg, che poi è mancato, e dall’herpes-zoster, un virus che provocava forti dolori, e che lo ha colpito proprio all’inizio del viaggio a Ratisbona».
Nella lunga intervista, l’arcivescovo ricorda anche i giorni della rinuncia al pontificato di Ratzinger. «Benedetto XVI mi aveva rivelato questa sua intenzione, sotto il sigillo pontificio del silenzio, già a settembre 2012. Allora nessuno sapeva nulla: solo pochissime persone. La rivelazione di quella scelta per me è stata scioccante: mi voleva comunicare una decisione presa, non una riflessione di cui discutere. E io ho tenuto quella confidenza chiusa nel cuore. La sentivo come un macigno», ricorda.

PAOLO MASSARI CONDANNATO PER STUPRO, LA VITTIMA A «OGGI»: «HO PATTEGGIATO PERCHÉ HA DUE FIGLI PICCOLI, PIÙ CHE LA GALERA GLI SERVONO DELLE CURE»

«“Siediti”, mi ha ordinato con voce brusca. “Fai come ti dico o guarda che si mette molto, molto male”, ripeteva, guardandomi come se fosse in trance. Questo voleva: vedermi sottomessa, dominata». A pochi giorni dalla notizia di patteggiamento di Paolo Massari, il giornalista di Mediaset che il 13 giugno scorso ha usato violenza sessuale su una ex compagna di liceo attirata a casa sua con una scusa, la vittima si confida con OGGI in un’intervista esclusiva. «Le ho provate tutte. Ho cercato di spingerlo via, di supplicarlo, di fingermi gentile. Ma più mi opponevo, più mi schiaffeggiava e mi spingeva dentro», dice la cinquantenne milanese, rivelando i dettagli di una serata da incubo: ordini di tipo sessuale, intimidazioni, ceffoni se non obbediva. «Non posso dire che Massari fosse un amico, ma ci conoscevamo da 40 anni. Mi fidavo di lui. E subire violenza da una persona di cui ti fidi fa ancora più male. Perché non te l’aspetti». A OGGI, la donna spiega anche il perché ha acconsentito al patteggiamento: «Paolo è chiaramente malato e ha bisogno di cure. A cosa serve che stia anni in galera se non segue una terapia? Ha due figli ancora piccoli, che hanno il diritto di ritrovare loro padre. E poi, nonostante tutto, io non riesco a cancellare dalla mente il ricordo di quel ragazzino sorridente e gentile che veniva a scuola con me». Un ragazzino che non c’è più: «Quella notte mi sono trovata davanti un uomo smunto, pallido, con i denti sciupati. Il perché? Forse l’uscita dalla politica, il divorzio, un grave incidente stradale avuto anni fa e che credo che gli abbia lasciato problemi di vista… Io credo che l’immagine perfetta di sé che Paolo tanto ha coltivato gli si sia sbriciolata davanti. Pezzo a pezzo».

 

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