Piergiorgio non amava essere definito un giornalista disabile, ma nemmeno un disabile giornalista. Lui era un giornalista ed era disabile.
Il giornalista si è occupato per anni, con competenza e professionalità, di politica e di cultura, fedele ad una citazione di Charles Baudelaire che compare nel suo sito: “La critica, per essere giusta, vale a dire per avere la sua ragion d’essere, bisogna che sia parziale, appassionata, politica, ossia fatta da un solo punto di vista, ma tale che apra il massimo d’orizzonte possibile”.
L’uomo, disabile grave, ha vissuto da sempre sul sottile confine tra vita e morte, come testimonia in maniera profonda e coinvolgente nel suo libro “Guarigione. Un disabile in codice rosso.”
Ha dovuto e saputo accettare con serenità (almeno era questo il sentimento che trasmetteva a chi gli stava vicino) i propri limiti fisici, trasformandoli in una tenace vivacità intellettuale.
Ha espresso nelle forme più svariate, dai suoi scritti fino al suo impegno sociale e politico, una fede profonda e un intenso amore per la vita.
Non era sempre facile stargli accanto, perché era giustamente caustico quando le opinioni non collimavano, a volte ostinato, ma sempre con lo sguardo rivolto agli altri, alle ingiustizie, all’esigenza di stare uniti contro i mali del mondo.
Siamo contenti di averlo conosciuto e di poter aver fatto con lui un pezzo di strada verso un mondo migliore.
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L’Assemblea Provinciale di Sinistra Italiana