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LETTERE AL DIRETTORE

ELIO BONFANTI * BY-PASS FERROVIA TRENTO: «IL PUT (PIANO UTILIZZO TERRE) PROPOSTO DA RFI VA RESPINTO»

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12.40 - lunedì 1 luglio 2024

Gentile direttore Franceschi,

 

il Put (Piano di Utilizzo delle Terre) proposto da RFI va respinto. E’ davvero un pessimo documento, la modifica del Piano di Utilizzo delle terre, presentata nei giorni scorsi da RFI al Ministero dell’ Ambiente. Innanzitutto si tratta di un documento che ha due nemici i Comitati contro la circonvallazione e la Procura della Repubblica di Trento che, con due ordinanze (una di luglio e l’altra di dicembre 2023) ha sequestrato ben 12 ettari di terreno a Trento nord, ovvero circa un ettaro di cantiere (la parte finale dell’ex scalo Filzi dove , secondo il progetto approvato, verrebbe realizzata la galleria GA03, una delle principali prescrizioni chieste dal Comune nel PFTE) e parte del SIN di Trento Nord, segnatamente le aree della ex SLOI e della ex Carbochimica.

Con queste note mi limiterò ad una parte del documento, quella che riguarda le aree inquinate di Trento Nord. Ma anche per quel che riguarda i luoghi di deposito finale o l’imbocco sud il documento ha la finalità di sbarazzarsi delle criticità ambientali ed opera numerose forzature ed omissioni che produrranno pesantissimi danni alla città, ai suoi abitanti ed agli stessi lavoratori.

Vediamo le cose nello specifico:

1. Per quanto riguarda l’ imbocco nord della galleria a due canne che dovrebbe bucare la Marzola, il tentativo è cancellare con un colpo di mano le analisi ambientali effettuate su quelle aree non bonificare nessuno dei luoghi dove dovrebbe passare la circonvallazione, di portare nelle aree di ripristino ambientale (le cave dismesse individuate come deposito finale) terreni contaminati, di trattare come rifiuti non pericolosi i terreni contaminati di SLOI e Carbochimica, e addirittura di operare sulle aree inquinate senza alcuna sicurezza per i lavoratori e per la popolazione circostante.

L’operazione comincia da “lontano” ed il primo step è stato inventato dopo il sequestro, da parte della Procura, di circa un ettaro di cantiere, e la iscrizione sul registro degli indagati per disastro ambientale del Responsabile dei Lavori, l’ ing. Damiano Beschin. Anziché aspettare i risultati dell’inchiesta e soprattutto pensare alla bonifica delle aree di Trento Nord, RFI, con la complicità di Comune e Provincia, modifica il PFTE e trasforma il Progetto esecutivo di parte A (la realizzazione degli imbocchi alla galleria che dovrebbe scorrere sotto la Marzola) in Progetto esecutivo di parte A1. Succede così che il progetto esecutivo di parte A1, anziché comprendere tutta la trincea T03, come previsto nel PFTE approvato, si ferma sul confine dell’area sequestrata, la scorpora. L’operazione ha un duplice scopo: permettere la continuazione dei lavori e evitare di farsi carico della bonifica delle aree inquinate, ovvero della estensione, fuori dai confini definiti dalla perimetrazione del SIN nel 2001, della contaminazione da piombo organico e da idrocarburi policiclici aromatici avvenuta negli anni. Che il disegno sia questo lo dice in maniera incontrovertibile il documento di modifica del PUT recentemente inviato da RFI al Ministero per l’ambiente.

Per capirlo è necessario un breve excursus storico. Il sequestro del luglio 2023 è avvenuto, a seguito di un sondaggio occasionale, effettuato nella parte nord dello scalo Filzi, dopo il ritrovamento alla profondità da 4 a 16 metri di idrocarburi policiclici aromatici provenienti dalle aree della vicina carbochimica. (ritrovamento che il responsabile dei lavori si era ben guardato di comunicare alle autorità competenti). Il sequestro di luglio riguarda dunque la parte terminale dello scalo Filzi ed arriva, indicativamente fino all’ altezza dell’ area Sequenza. Nel PFTE originario in quelle aree doveva scorrere, a circa 13 metri di profondità rispetto al piano di campagna, quindi in area pesantemente inquinata!, la parte terminale della TR03 e la galleria galleria artificiale GAO3 che transita sotto il sovrappasso Caduti di Nassiriya.

Nella revisione del PUT, inviata da RFI al Ministero dell’ ambiente, la galleria artificiale GA03 è nominata due volte, una a pag. 82 (per descriverla e posizionarla) e l’altra a pagina 133, nell’ allegato titolato “Quantitativi dei materiali di scavo”. Da li risulta che la GA03 corrisponde ad uno scavo di 127.891 metri cubi che verranno totalmente utilizzati nei ripristini ambientali delle cave dismesse, ovvero di essi, secondo RFI, neppure un metro cubo finirà in discarica. Detta in altre parole RFI manda un chiaro e provocatorio messaggio di sfida ai comitati ed alla Procura: noi facciamo quello che vogliamo e l’inquinamento non esiste! Si noti al riguardo che nei pressi della galleria GA03 sono posizionati due piezometri ( al fine di misurare l’inquinamento della falda) ed i dati forniti da APPA il 3.4.2024 confermano un pesantissimo inquinamento delle acque di falda da sostanze provenienti dal SIN di Trento nord.

 

2. RFI forza e, volutamente, fraintende i risultati delle analisi del terreno dello scalo Filzi i cui dati sono stati pubblicati da APPA a gennaio 2024. Dopo aver sostenuto la tesi che sull’ area erano stati trovati solo 3 inquinamenti puntuali di terreno, che superavano i limiti di inquinamento consentiti dalla colonna B dell’ Allegato 1 del Codice dell’ambiente, cambia versione. Nel documento parla, noi lo avevamo detto subito!, dello scalo Filzi come un’ area pesantemente inquinata che supera i livelli di colonna A. All’ opposto nel documento di RFI scompaiono le analisi delle acque di falda (e finiscono nel dimenticatoio i dati dei 6 piezometri posizionati nella parte a sud dello Scalo Filzi nel dicembre 2023, che APPA ed RFI promettono da mesi!) inoltre si sostiene la tesi che lo scalo Filzi è inquinato solo fino a 5 metri da materiale che supera i livelli di colonna A del Codice dell’ ambiente (ma non quelli di colonna B) e che il restante terreno, da -5 a -15 metri sotto il piano di campagna, sarebbe terreno pulito ed utilizzabile per qualsiasi attività.

Nel documento di RFI oltre a scomparire le analisi della falda, non si ricorda che in tutta l’area di Trento Nord la falda scorre a meno 2 metri dal piano di campagna!. Con un ulteriore “salto logico” RFI scrive che anche il terreno che supera i valori di colonna A può andare in discarica basta che la destinazione finale di quelle terre sia su suoli che saranno utilizzati per realizzare attività industriali e commerciali.  Si tratta di una vera e propria furbizia da azzeccagarbugli che porterà in discarica terreni contaminati disseminandoli ovunque in Trentino (altro che terra sana per l’agricoltura, come sostiene sull’ Adige di ieri uno dei massimi dirigenti della Provincia). Una decisione che contrasta con tutte le indicazioni, che al riguardo da l’Istituto Superiore di Sanità e che dovrebbe indurre l’ APSS ad intervenire immediatamente.

In ossequio al principio di precauzione con una norma del 2009 l’Istituto Superiore di Sanità classifica gli idrocarburi ed il piombo come rifiuti pericolosi, da collocare in discariche speciali. RFI, invece li cataloga come rifiuti non pericolosi e li vorrebbe portare in discariche ordinarie! Stando al documento presentato in discariche ordinarie finiranno anche parte della TR03 e della TR04 (quest’ultima comprende anche la Fossa degli Armanelli, il luogo in cui RFI sversava i resti della sua produzione e dove oggi l’inquinamento del suolo da piombo tetraetile è ben 244 volte superiore a quello consentito dal Codice dell’ Ambiente (i dati sono stati comunicati dall’ ing. Rampanelli di APPA al Consiglio Comunale di Trento nel corso della seduta che ha riguardato quella che abbiamo chiamato ironicamente “buchetta pilota”).

 

3. Tremano le vene ai polsi, infine, quando si apprende che RFI intende utilizzare la modalità di scavo a cielo aperto per quel che riguarda lo scalo Filzi ed in generale che i terreni inquinati e che questi una volta scavati saranno collocati in grandi mucchi, da circa 5000 metri cubi l’uno per essere caratterizzati!

Non è chiaro se quella proposta è la dimostrazione di una manifesta incompetenza o una provocazione! Il Piombo tetraetile e gli idrocarburi policiclici aromatici sono fortemente volatili a basse temperature. Movimentare i terreni per farne grandi mucchi per poi caratterizzarli è il modo migliore per disperdere nell’ ambiente altissime quantità di inquinanti, per dirla in parole povere per avvelenare le popolazioni ed i lavoratori, che subiranno solo anni dopo le conseguenze di quelle esposizioni. (non vorremmo che proprio su questo si faccia conto!).

Ce ne abbastanza perché quel documento venga respinto: siamo di fronte ad un disastro ambientale annunciato.

 

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Elio Bonfanti, militante No Tav

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