Gentile direttore,
scrivo in merito alla diatriba sugli orsi e alle sconsiderate parole di alcuni che paragonano la pericolosità dei sentieri al rischio di essere aggredito da un orso e banalizzano dicendo che basta seguire delle fantomatiche regole.
I sentieri sono STATICI, non ti attaccano perché PERCEPISCONO UN PERICOLO INESISTENTE, costituito da un escursionista, che non è un predatore.
Dico da anni che “GLI ALBERI NON SI MUOVONO” quindi è molto più sicuro andare in giro nei sentieri che sulle strade, dove infatti i pedoni sono extra-tutelati, ma chi eventualmente li investe non lo fa mai perché lo vuole fare, ma per errore o deleterio effetto di droghe.
Qui non si tratta di errore, ma di PERICOLO di convivere con animali che SENZA ALCUNA REALE SITUAZIONE DI LORO INCOLUMITÀ, ATTACCANO E MORTALMENTE e non ci sono regole di buon senso che tengano, oltre al fatto che di fronte alla paura di un colosso che ti attacca ALL’IMPROVVISO SENZA ALCUNA RAGIONE, voglio vedere quanti avrebbero il sangue freddo di attuarle.
Il fatto che talvolta “vada bene” e l’incontro con l’orso finisca bene non significa che non ci sia pericolo!
Io voglio e pretendo che lo Stato MI DIFENDA da RISCHI SCONSIDERATI e del tutto INUTILI, che mi consenta di andare in giro serenamente con amici, adulti e bambini.
Esattamente come si pretende di cercare di ottenere sicurezza anche nei sobborghi dove lo Stato cerca di arginare la malavita.
Concludo notando che se decine di anni fa i nostri avi hanno risolto il problema eliminando completamente la popolazione degli orsi qui in Italia del nord, imparare dalla storia sarebbe stato solo buonsenso!
Affidarsi ad un sondaggio per reintrodurli è solo conferma della infondatezza scientifica e pochezza intellettuale di tale scelta, perché chi è stato interpellato non aveva certamente la minima idea di cosa sarebbe effettivamente successo.
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Un cordiale saluto
Ing. Giovanni Fiorini