Gentile direttore Franceschi,
in qualità di agricoltori, desideriamo esprimere il nostro sdegno per la tragica vicenda del bracciante Satnam Singh, morto a Latina. Non esistono parole sufficienti per descrivere questa tragedia. Tuttavia, c’è un’altra questione di cui vorremmo che i media si occupassero: la piaga dei suicidi nel settore agricolo, una piaga che sta devastando aziende agricole in tutta Italia e che solo chi lavora nel settore conosce a fondo. Proprio di questi giorni la notizia dell’ennesimo episodio nella provincia di Foggia.
Le cause sono spesso legate alle condizioni estreme di un settore martoriato da scelte sempre più stringenti. Da una parte, il caporalato porta a morti sul lavoro; dall’altra, imprenditori schiacciati dalla burocrazia e con i prodotti agricoli pagati sempre meno, esasperati dalla situazione, prendono la decisione più drastica: il suicidio.
I tanto sbandierati bandi e contributi del PNRR hanno finito col favorire solo i listini di chi vende macchinari perché nessuno si è preoccupato di calmierare i prezzi lasciandoci solo l’illusione, ma con un aumento spaventoso dei costi.
A tutto ciò si aggiunge una legislazione sempre più stringente contro il settore, con norme ecologiche che diventano insostenibili, al punto che sembra che l’agricoltore debba scusarsi per il lavoro che svolge, senza per contro ricevere alcun riconoscimento per il prezioso ruolo di presidio del territorio. È fondamentale che queste problematiche vengano affrontate con urgenza e serietà. Solo attraverso una vera solidarietà verso chi fatica ad andare avanti possiamo evitare ulteriori tragedie e sostenere coloro che lavorano duramente per garantire il nostro approvvigionamento alimentare.
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Associazione Libertà Agricola Trentina