Aborto. Affissioni Pro Vita Famiglia con Pasolini in Alto Adige: è legalizzazione omicidio «L’aborto è un omicidio e la sua legalizzazione traumatizza. No, non sono parole nostre, ma di Pier Paolo Pasolini, del quale quest’anno è il centenario dalla nascita e che affidò questo suo pensiero alle pagine del Corriere della Sera nel 1975», così Francesco Avanzini, referente territoriale di Pro Vita & Famiglia Bolzano, nel presentare la campagna di affissioni in difesa della vita nascente iniziata in Alto Adige, e che sta interessando le principali città italiane dopo essere partita da Roma.
«Tutelare la Vita – prosegue Avanzini – significa garantire ogni altro diritto umano, perché se manca il diritto alla Vita, il primo e più fondamentale, mancano di conseguenza tutti gli altri. Vogliamo quindi, con questa campagna, risvegliare le coscienze sul dramma dell’aborto: è la legalizzazione di un omicidio, che distrugge una vita umana e traumatizza anche le donne, sia dal punto di vista fisico che psicologico, perché sono lasciate sole con la bugia che abortire sia l’unica soluzione possibile quando arriva una gravidanza difficile o indesiderata.
I sostenitori dell’aborto – che hanno già imbrattato questi manifesti a Roma – anche qui hanno vandalizzato e censurato Pasolini e il suo pensiero intellettualmente onesto e disinteressato in favore della Vita e dei nascituri, così come hanno fatto in passato in tutta Italia con le campagne in difesa del diritto alla Vita rimosse, strappate, vandalizzate o addirittura censurate in modo illegittimo dalle amministrazioni».