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CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE – LAVORI POMERIGGIO: «ASSESTAMENTO E DEFP, APPROVATI CON 4 VOTI FAVOREVOLI E 4 CONTRARI»

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19.03 - giovedì 11 luglio 2024

Sì della Prima commissione ad assestamento e Defp

I lavori della Prima commissione, presieduta da Carlo Daldoss (FdI), sono ripresi nel pomeriggio con la votazione dell’articolato a partire dall’articolo 26 (il 25 era stato approvato all’unanimità al termine della mattinata). L’articolo 42 (sugli alberghi in aree agricole) ha visto un ampio dibattito ed è stato approvato con 4 voti favorevoli della maggioranza (Daldoss, Bosin, Masè, Segnana – quello del presidente con valore doppio) e 4 voti contrari di minoranza (Zanella, Franzoia, Demagri, Valduga). Sia il ddl 35 di assestamento di bilancio, sia il Defp sono stati approvati con 4 voti favorevoli e 4 contrari.

 

Edilizia nei campeggi, semplificazione delle procedure autorizzatorie

Dopo l’approvazione unanime dell’articolo 26, l’assessore Achille Spinelli ha ricordato che l’articolo 27 (approvato con 4 sì e 4 astenuti) interviene a semplificazione delle procedure autorizzatorie degli interventi edilizi sulle strutture ricettive all’aperto (campeggi e campeggi-villaggio) analogamente a quanto previsto dal ddl anche per gli esercizi alberghieri. Mariachiara Franzoia (Pd) ha chiesto chiarimenti: si saltano passaggi per snellire le procedure? Il dirigente Sergio Bettotti ha proposto un’analogia sul visto di conformità: in questo caso si toglie la verifica della conformità prevista sull’articolo 9 e si agisce sul 10 che prevedeva la verifica stessa, ha precisato. Rispondendo a un’istanza di Paola Demagri (Casa Autonomia) e Franzoia sull’articolo 28 (approvato all’unanimità), Bettotti ha ricordato che ad essere interessato è l’albo di professione delle guide trentine. È seguita l’approvazione degli articoli 29 (unanime), 30 (4 sì e 4 astenuti) e 31 (con l’astensione della minoranza).

 

Ricerche minerarie, sì unanime

Sull’articolo 32, di modifica della legge sulle cave (approvato con l’astensione della minoranza), Franzoia ha chiesto chiarimenti, riferendosi anche all’intervento del Cal, rispetto all’introduzione del parere vincolante del Comune laddove la concessione è pubblica. La dottoressa Manuela Marchetti (Ufficio minerario) ha spiegato che la norma non cambia nella sostanza ciò che è già previsto, che comunque in aree cava si può depositare materiale proveniente da opere pubbliche, addirittura anche senza nemmeno il parere del Servizio. Ha chiarito che si è specificato con l’articolo che, essendo un’attività che rientra nel piano cave, non sia necessario appesantire con un parere ulteriore. L’articolo 33 (sulle ricerche minerarie) ha visto un’approvazione unanime. Paola Demagri ha chiesto ulteriori informazioni sullo scopo del fissare risorse in collaborazione con l’Università per la valorizzazione del materiale che si può trovare sul territorio. L’assessore Spinelli ha detto che il tema delle terre rare è all’ordine del giorno del Governo italiano con la ricerca o riapertura di siti che hanno possibilità di fornire terre rare: si autorizza qui un monitoraggio dei nostri siti, ha sottolineato, un monitoraggio attento, ma con questo passaggio non si autorizza nulla su aperture, riaperture di cave minerarie o prelievi. Ci si allinea solo su un potenziale interesse. La dottoressa Marchetti ha parlato di una ricognizione anche a tutela del territorio che va conosciuto per poterlo tutelare. Demagri ha chiesto se la ricerca abbia effetti sugli aspetti del pericolo idrogeologico. Marchetti ha detto che l’indagine è anzitutto documentale, si creerà un database come base per eventuali ulteriori approfondimenti. Al momento, ha chiarito, non c’è impatto sul territorio perché non vengono svolte attività invasive.

 

Soluzioni per gli interventi socio-assistenziali

L’assessore Spinelli ha ricordato che l’articolo 34 (approvato con l’astensione della minoranza) è volto a una maggiore promozione del ricorso a strumenti di realizzazione degli interventi socio-assistenziali improntati alla solidarietà e alla sussidiarietà. Paolo Zanella (Pd) ha detto che ci si sarebbe aspettati l’introduzione in norma di una proroga degli affidamenti dei servizi quale è l’assistenza domiciliare in attesa della definizione di come fare per superare il principio della rotazione dei tre anni. Un continuo cambio di coop sociali che prendono in carico i servizi diventa complesso: ci si aspettava non una soluzione, ma l’individuazione di un modo di bypassare l’obbligo. Bisogna scongiurare un’apertura al privato, ha sottolineato. Demagri ha chiesto lumi sull’impatto dell’articolo sulla competenza delle comunità di valle. La dottoressa Federica Sartori ha parlato dell’attivazione di un tavolo di lavoro con comunità e cooperative che hanno questo problema e ha assicurato che la situazione è sotto controllo: si individueranno formule alternative che garantiscano la continuità dei contratti in essere per arrivare a una modalità alternativa. I servizi domiciliari degli anziani vanno rivisti in generale, ha proseguito: si aprirà un progetto di coprogettazione ampia a livello provinciale che porterà a trovare nuove soluzioni con la diversificazione dell’oggetto o dello strumento in modo da garantire la continuità. La scadenza è a dicembre 2025, su quelle che scadono prima ci sono altri tipi di interlocuzioni, in ogni caso si stanno approfondendo una a una.

L’articolo 35 (modifiche sulla legge sulle disabilità del 2003) e il 37 (sull’apicoltura) hanno visto unanime approvazione, il 38 ha visto l’astensione delle minoranze. L’articolo 36, ha spiegato l’assessore Spinelli su richiesta di Franzoia, prevede l’eliminazione dal novero dei componenti del Gruppo interistituzionale per la protezione delle vittime di violenza ad alto rischio i rappresentanti di questura e delle forze dell’ordine, prevedendo comunque la possibilità di invitare questi ultimi a partecipare agli incontri del gruppo. Un articolo, ha chiarito, previsto perché a livello ministeriale non vogliono sia indicata la presenza ufficiale di membri all’interno dei tavoli. Nessuna eliminazione, saranno invitati, ha rassicurato. Anche in questo caso approvazione unanime dell’articolo. Sì (con 4 astensioni) all’articolo 39 sull’acquisizione di mezzi per il potenziamento della flotta delle forze di polizia nazionali.

 

Stoccaggio e smaltimento del vaglio dei rifugi gratis, sì all’emendamento

Sull’articolo 40 (approvato con l’astensione della minoranza) in materia di zootecnia è intervenuta Demagri che ha rilevato un’incoerenza tra la necessità di valorizzare le piccole stalle promuovendo un’economia circolare (comma 1) e la volontà di dare sfogo e possibilità a chi invece ha una visione opposta (grandi stalle, comma 2). Ha risposto Romano Masè che ha ricordato che in realtà non si eliminano criteri minimi, ma si semplifica l’approccio. L’articolo 41 ha visto l’approvazione dell’emendamento riguardo alla gratuità per le operazioni di stoccaggio e smaltimento del vaglio prodotto dai rifugi alpini ed escursionistici ed è stato approvato con l’astensione della minoranza.

 

Alberghi in zone agricole, la minoranza dice no

L’articolo 42 è stato approvato con 4 sì e 4 no di minoranza e ha visto un ampio dibattito. Francesco Valduga (Campobase) ha proposto un ragionamento sul metodo: indipendentemente dalla situazione puntuale da cui si parte, in ogni caso inserire norme urbanistiche di gestione del territorio in un assestamento di bilancio sembra svilente rispetto all’importanza del tema. Lo si era detto sulle foresterie in variazione di bilancio, ha aggiunto, in questo si ribadisce a maggior ragione. Zanella ha anticipato voto contrario, un articolo che ha visto anche la contrarietà delle associazioni agricole, ha detto. Si propone una deroga alla norma di consumo zero: gli hotel 5 stelle non sono un punto esclusivo di qualità dell’offerta turistica per derogare a una norma urbanistica puntuale. Se ciò nasce da situazioni puntuali ancora peggio, ha proseguito, non si possono modificare norme della Pat su esigenze di singoli. Una norma irricevibile per Zanella che ha detto citando la norma votata sei mesi fa sulle foresterie. Il consigliere ha citato il Grand Hotel di Levico: da anni si parla di riqualificazione che potrebbe avere un significato, vista la storia dell’hotel.

Zanella ha concluso dicendo di non credere che il modello turistico elitario dell’Alto Adige sia quello adatto per il Trentino, territorio per cui pensa invece a un turismo più slow ed esperienziale fatto anche da alberghi a 4-5 stelle, ma non solo. Vanessa Masè (Civica) ha ricordato l’esperienza del Lefay di Pinzolo: in valle c’era stato un dibattito forte sull’impatto della struttura sembrava sarebbe diventato uno scempio, ora dal punto di vista architettonico e paesaggistico si vede come l’intervento sia stato invece qualificante del territorio. Pinzolo nella sua vicinanza con Campiglio, ha aggiunto, poteva sembrare un po’ una Cenerentola: il fatto che sia sorto il Lefay rende la località destinazione per i servizi che dà. Ha citato le parole del premio “Best Spa in the world” che parla di un “fiore all’occhiello della Rendena capace di trainare l’ambito verso un’alta qualità”. Non si può non valorizzare la presenza di un hotel a 5 stelle, ha concluso. Per Demagri il turista ha bisogno di vedere competenza, qualità, non è detto che ricada solo in un hotel a 5 stelle: la qualità si può garantire anche attraverso altre soluzioni diffuse sul territorio. La questione per Demagri è sulla volontà politica di trasformare il territorio. Ha citato il presidente della Coldiretti che ha chiesto di opporsi all’articolo: se lo dice chi si occupa del territorio, si è di fronte a una sorta di allarme. Demagri ha anche citato Broch che ha detto che i giovani si approcciano alla zootecnia, ma se manca terreno è difficile aprire una stalla: una sorta di incoerenza.

Fermiamoci a vedere se è davvero un’opportunità o se si toglie un’opportunità a fette di popolazione che si approcciano a una professione come l’agricoltura e la zootecnia, ha esortato.
Valduga ha ricordato di non essere a priori contrario ai 5 stelle: il punto è l’equazione “5 stelle = qualità”, ha spiegato. Un sistema deve prevedere anche i 5 stelle, ma non convince pensare che sia giusto derogare al risparmio di suolo in nome dell’equazione citata. Che non è un’equazione, ha ribadito; e non è detto che chi frequenta i 5 stelle poi produca una qualità sul territorio. Valduga si è detto preoccupato nel vedere strutture che sul territorio trasferiscono modelli che non sono quelli della montagna e fanno ritrovare a chi viene dalla pianura o da territori fortemente urbanizzati gli stessi modi di organizzarsi e divertirsi. Per il Trentino al consigliere piacerebbe un’ottica di coniugazione delle esigenze di sostenibilità ambientale e di sviluppo economico: un modello non della decrescita felice, ma di uno sviluppo fedele alle caratteristiche del Trentino, diverse da quelle delle grandi città. Nel merito ha detto poi che è sbagliato derogare rispetto al metodo soprattutto pensando a un’operazione puntuale che magari diventerebbe come il Lefay ma che a priori non si può dire e che comunque la qualità non passa solo da un turismo alto spendente.

Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha detto che la norma non è puntuale. L’hotel indicato dalla stampa, ha precisato, non sorgerebbe in aree di pregio, la zona è sciabile per la maggior parte ed è inserita nel contesto urbano. Ha invitato a non parlare di turismo di qualità, ma di offerta turistica di qualità e precisato che non è che nei 5 stelle arrivano tutti con i suv, i 5 stelle stanno andando nella direzione del rispetto dell’ambiente. Si cerca di dare un’offerta di qualità, un’esperienza slow, di serenità e avvicinamento alla natura, anche attraverso escursioni ad esempio nei masi, ha raccontato e ha ricordato come i 5 stelle stanno muovendo verso costruzioni sempre più green. San Martino è in difficoltà economica non indifferente, ha aggiunto, è andato in sofferenza con la crisi e poi con il Covid, sapere che ci sono investitori che credono in un territorio come quello è importante: c’è necessità assoluta di avere investitori che credono in quel territorio, negli impianti da sostenere. Senza capacità di operatori economici c’è la necessità di investitori che la abbiano, può dare una scossa a tutti gli altri a chi ha poca voglia di investire (i figli non continuano nelle attività), ha aggiunto.

Sul progetto riportato dalla stampa: va intaccare un’area sciabile dismessa e una piccola area agricola non di pregio dove nessuno fa stalla o zootecnia che è troppo vicina al centro urbano. C’è poi un altro hotel che non ha bisogno della norma, ha raccontato, che tutela una zona agricola di pregio in zona ex Fontanelle e che darà la possibilità di affiancare la zootecnia all’hotel (con una fattoria didattica o qualcosa di analogo). La costruzione non sarà altissima, anzi, sarà in linea con la tutela del paesaggio. Brunet ha detto di non essere convinta che la norma sia fatta ad hoc per San Martino di Castrozza, per una volta si è ascoltata le necessità dei territori.

Maria Bosin (Patt) ha detto che la norma non è negativa. Perché un’attività produttiva sì e un hotel no? ha chiesto, dicendo che l’articolo non è pesante come presentato dalla stampa. Serve comunque un supplemento di ragionamento sulla norma, ha proseguito. Un 5 stelle può essere un approccio di offerta di qualità, ma il territorio Trentino è così differenziato e ci vuole un contorno adeguato. Per Bosin il Consiglio potrebbe interrogarsi se non vale la pena considerare meglio l’approccio anche sulla base delle considerazioni arrivate nelle audizioni. Ha anticipato voto favorevole (l’articolo non è il male assoluto), ma si è riservata un percorso verso l’Aula per trovare un approccio maggiormente tutelante anche rispetto al mondo agricolo.

Ha ricordato la manifestazione del mattino, togliere le aree agricole deve essere una cosa ben soppesata. Poi ha chiesto: perché chi fa un 3 stelle deve acquisire un’area già turistica pagandola quel che vale, mentre per un 5 stelle basta trasformare un’area agricola? Val la pena di approfondire tutte queste questioni per evitare di creare sperequazioni, ha ribadito. Sui 10 anni divenuti 1: per Bosin un hotel fermo da un anno non è un albergo dismesso.
Franzoia ha detto di condividere la riflessione di Bosin e di Brunet, ma ha detto di fermarsi poi sul terreno agricolo di pregio. Semplifichiamo, ha detto, bisogna intervenire sulle norme per far sì che investitori e privati lavorino sull’esistente. Piano però con le aree agricole di pregio. Alessio Manica (Pd) ha detto di aver apprezzato l’intervento di Bosin, ha detto di far fatica a capire come si dia poi però il via all’articolo.

Ha sottolineato la distorsione che c’è nel parlare di 5 stelle: la norma però non parla di 5 stelle, ma parte da un caso singolo. Nel Pup sono previsti elementi invarianti, qui invece passa l’idea che visto che c’è una certa disponibilità finanziaria si mette mano alla norma per non bloccare gli investimenti, ha aggiunto. Ha detto che poi parlare di 5 stelle è la foglia di fico. Ha quindi auspicato il chiarimento dell’impatto della norma: se si vota la norma, ma non si mette mano al Pup (articolo 38) come sta in piedi l’intervento su una norma subordinata? Perché poi non c’è alcun riferimento al tema della compensazione? Daldoss ha citato la legge 15 del 2015: parlare di 4 o 5 stelle non conta nulla in urbanistica. Ci sono contesti e contesti di diverso pregio turistico, ha ribadito, alcuni dove anche un 4 stelle è di traino. Si vive per Daldoss un equivoco totale forse dato dall’incapacità di trasferire ciò che si vuole fare con l’articolo. Ha parlato della gerarchia delle fonti che vede in testa il Pup e il riferimento all’articolo 37 che parla solo di aree urbanistiche o agricole, ma non di pregio; per le aree agricole di pregio (articolo 38) è possibile solo a fronte della compensazione.

Non si tocca un’area di pregio, ma un’area agricola che viene leggermente modificata come si fa in tutti i piani regolatori generali, ha ribadito: l’equivoco è dunque su aree agricole/aree agricole di pregio. Ancora, Daldoss ha descritto come fondamentale la tutela del territorio, ma ha ricordato anche che tutto al mondo cambia, non è possibile immaginare una situazione x del territorio che si vuole cristallizzare. In termini generali con questo articolo non si va a innovare le previsioni sull’utilizzo delle aree agricole: chi oggi non ha chiaro in testa che la conservazione del suolo è un aspetto fondamentale? Non passi il messaggio che si aprono le porte all’uso di aree agricole, perché non corrisponde alla realtà. Giovanni Gardelli si è rammaricato di non aver inserito riferimento all’articolo 38 del Pup nella relazione illustrativa dell’articolo, forse troppo sintetica e ha spiegato che ci si trova di fatto in un conflitto apparente di norme tra l’articolo 37 con il 18 sul consumo di suolo.

Si parla solo di articolo 37, aree agricole di interesse locale, in questo contesto gli operatori dal 2015 in poi di fronte al dettame dell’articolo 18 sono stati portati a ammettere il senso derogatorio per la destinazione residenziale e produttiva ma non per la destinazione turistica, arrivando all’assurdo che il Comune ad esempio di Ville d’Anaunia potrebbe fare una variante Prg (ne può fare tre all’anno) in cui si introduce un’area produttiva motivando insediamenti artigianali per, sei mesi dopo cambiata la destinazione che non è più agricola, prendere tutto e trasformare in area alberghiera. Una cosa assurda su più livelli per Gardelli che si è scusato ancora: se si è spiegata male la filosofia alla base della norma è colpa mia, ha detto. Ha quindi messo in guardia dal rischio dell’abuso dell’accordo urbanistico; attenzione all’ottica del bilanciamento delle prestazioni urbanistiche, ha aggiunto, il rischio con l’abuso è che il ricco si compri le destinazioni. Gardelli ha ribadito di essere conscio della delicatezza della presenza di norme urbanistiche nella finanziaria, ma di aver agito per la presenza di un conflitto apparente di norme.

Avanzo di esercizio del Consiglio: 1,4 milioni al sostegno alla disabilità e 600 mila euro a “Dopo di noi”
Approvati gli articoli 43, 44, 45 e 46 con l’astensione dei consiglieri di minoranza e il 47 all’unanimità, si è passati all’articolo 48 (misure straordinarie per gli interventi relativi alle caserme dei corpi dei vigili del fuoco volontari), approvato all’unanimità. Approvati anche gli articoli 49, 50 e 51 con 4 astensioni. Trattando dell’articolo 52 (approvato con 4 sì e 4 no) Franzoia ha ricordato il carico oneroso per l’amministrazione comportato dalle gare andate deserte in caso di prezzi non congrui, chiesto informazioni in merito e sul tema dell’equo compenso e sui criteri di selezione dei professionisti sulle opere. La risposta: si è valutato che il prezzario vigente non comporta grandi differenze di prezzi rispetto a quello nuovo 2024, i tecnici hanno quindi indicato questa modifica. Sull’equo compenso è indicato il confronto che si terrà a breve tra Ministero e ordini professionali.

Sull’articolo 53 (emendato – con 4 astenuti – e approvato con 4 no) Luisa Tretter ha ricordato la destinazione dei due milioni di euro di avanzo di esercizio 2023 del Consiglio consegnati alla Giunta: 1,4 milioni serviranno al sostegno della disabilità (la richiesta era in particolare riferita ai bisogni educativi speciali), 600 mila euro agli interventi previsti dalla legge “Dopo di noi”. Zanella ha chiesto spiegazioni dell’aumento dei soldi alla cooperazione e allo sviluppo della cooperazione internazionale. Spinelli si è riservato di raccogliere informazioni in merito. Approvati gli articoli 54 (4 sì, 4 no), 55 (4 sì, 2 astenuti, 2 no) e 56 (4 sì, 4 astenuti), il ddl 35 è stato approvato con 4 voti favorevoli (Bosin, Daldoss, Masè, Segnana) e 4 contrari (Demagri, Franzoia, Valduga, Zanella). Approvato sempre con 4 sì e 4 no anche il Defp. In chiusura dei lavori Daldoss ha ringraziato i presenti per il lungo lavoro svolto nel rispetto dei ruoli e in modo collaborativo.

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