(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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L’Autonomia si afferma nel decidere. I trentini sono fatti a modo loro. Sono abituati a sentirsi parte di una comunità assai ancorata a ciò che considera, fin dalle prime antiche esperienze di gestione comunitaria dei beni collettivi, come delle proprie prerogative.
Queste sono figlie di una natura bellissima eppure aspra ed a volte nemica, che si sa di dovere e volere accettare in quanto a loro volta il nostro essere ne è un risultato. Nessuno ci obbliga a presidiate le “terre alte”, che recenti pensatori non accettano possano essere il luogo in cui si è creata la nostra cultura.
Lo facciamo perché quelle non ci siano nemiche. È la responsabilità del decidere che ci ha fatti in qualche modo “differenti” ed autonomi e ci spinge a sentirci orgogliosi di esserlo. Ecco perché l’Autonomia è da sempre la rivendicazione di quella responsabilità.
Gli ospiti che vengono a spiegarci che non dovremmo essere noi a scegliere come gestire la fauna che abbiamo sempre protetto con un sistema che coinvolge il cacciatore nella tutela degli animali selvatici, o come proteggere quell’ambiente cui per primi abbiamo dedicato strumenti di tutela urbanistici o anche venga a spiegarci chi noi si debba sceglier per rappresentarci nel voto, sono più delle persone incolte, forse più abituate ad avere un padrone che a comportarsi come gente rispettosa del contesto che le ospita.
E, di questi tempi, pèrdono molte, moltissime occasioni per tacere.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc Trentino Alto Adige