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Intervista a Giuseppe Varagone – Segretario Uil Fpl Sanità del Trentino

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MASÈ (LA CIVICA) * SANITÀ: «ATTIVARE UN PROTOCOLLO DI SUPPORTO PSICOLOGICO PER PERSONALE MEDICO E INFERMIERISTICO»

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16.42 - mercoledì 3 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Attivare un protocollo per il supporto psicologico per il personale sanitario. Negli ultimi mesi sono avvenuti varie aggressioni da parte di pazienti, o familiari degli stessi, nei confronti del personale sanitario.

Purtroppo sembra che questo problema sia in costante ascesa assumendo così una dimensione problematica per il personale che si trova sempre più esposto al rischio di subire violenza da parte di pazienti rappresentando un evento traumatico e difficile poi da superare.

Proprio per questo motivo la cons. Masè nella seduta odierna del Consiglio Provinciale ha voluto chiedere all’ass. Tonina se ci sia l’intenzione di attivare, nel più breve tempo possibile, un protocollo che permetta l’immediato supporto psicologico al personale sanitario in caso di aggressione da parte di un paziente o di un familiare dello stesso.

L’assessore ha rassicurato la cons. Masè dichiarando che l’Unità Operativa di Psicologia risponde già puntualmente a tutte le richieste delle persone che si rivolgono al servizio per situazioni di difficoltà, anche lavorative, offrendo una presa in carico tempestiva che a fronte della problematica presentata tiene conto della sofferenza percepita e alla sintomatologia presente.

Nel caso in cui, inoltre, la richiesta evidenzi la presenza di un evento traumatico, come un’aggressione subita sul posto di lavoro, l’Unità Operativa di Psicologia dispone di un intervento specialistico per esiti da traumi recenti, disponibile in cinque sedi sul territorio provinciale. In tali circostanze, la presa in carico avviene tempestivamente, conformemente alle linee guida, e l’intervento è consigliato entro un mese dall’evento subito. Tale procedura è attivata non solo per gli operatori sanitari, ma è estesa a tutti i cittadini. Gli eventi traumatici, infatti, riguardano l’intera popolazione e le esperienze di vita, e affinché il trattamento sia efficace è fondamentale che avvenga tempestivamente. La richiesta di aiuto deve provenire direttamente dalla persona interessata, contattando la sede territorialmente più vicina. Sarà poi il professionista, dopo aver valutato la domanda e la sintomatologia, a indirizzare l’utente verso il trattamento più adeguato. In caso di eventi traumatici che colpiscono le equipe di lavoro, generalmente ospedaliere, gli psicologi si rendono disponibili a svolgere interventi puntuali di supporto psicologico strutturato, con l’obiettivo di alleviare le conseguenze emotive di tali esperienze.

“Purtroppo non c’è conoscenza dell’attivazione di questo protocollo“ ha dichiarato la cons. Masè dopo aver ringraziato l’assessore “Posto che l’ottimo sarebbe mettere in atto tutte quelle azioni atte a ridurre al minimo le aggressioni, ritengo che qualora l’evento traumatico riguardi operatori APSS l’iniziativa per verificare la necessità di un supporto psicologico possa essere dalla struttura e non lasciata al singolo. Credo infatti sia giusto farsi carico di questo problema e applicare strategie psicologiche di supporto al personale sanitario per poter gestire le eventuali conseguenze emotive negative derivanti da questi episodi, evitando così che questa sofferenza sfoci in disturbi post-traumatici da stress o di demotivazione lavorativa – burn-out – con possibili assenze prolungate per malattie, bassa qualità lavorativa e richieste di trasferimenti”.

Di seguito il testo completo della question time:

Le aggressioni da parte di pazienti nei confronti di personale sanitario sono divenute ricorrenti nelle cronache attuali – vedi quello accaduto la notte tra il 15 ed il 16 maggio presso il servizio psichiatrico e l’ultimo avvenuto in pediatria il 17 giugno – e sembra che questi fatti siano in costante ascesa assumendo così una dimensione problematica per il personale che si trova sempre più esposto al rischio di subire violenza. Secondo le ultime ricerche in materia dopo un evento critico il 15% degli uomini e il 36% delle donne sviluppa disturbi psicosomatici con aumento d’ansia, sensi di colpa, sentimenti di rabbia e frustrazione. Quindi occorre farsi carico di questo problema e applicare strategie psicologiche di supporto al personale sanitario per poter gestire le eventuali conseguenze emotive negative derivanti da questi episodi. Considerato che le evidenze scientifiche della Psicologia dell’Emergenza indicano come “un tempestivo intervento di supporto psicologico entro le 96 ore dall’evento possa già mitigare significativamente l’impatto emotivo e facilitare una prima e rapida attenuazione dello stress”. Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere se ci sia l’intenzione di attivare, nel più breve tempo possibile, un protocollo che permetta l’immediato supporto psicologico al personale sanitario in caso di aggressione da parte di un paziente o di un familiare dello stesso.

 

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