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PAROLARI (PD – TRENTINO) * RSA PERGINE VALSUGANA: «STOP ALL’INGRESSO DOPO LE 18.30 E DURANTE I PASTI, INACCETTABILI LE LIMITAZIONI AI FAMILIARI»

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14.24 - venerdì 21 giugno 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Leggiamo oggi sulla stampa la risposta dei vertici della APSP Fondazione Montel di Pergine Valsugana alle legittime lamentele della rappresentanza dei familiari, specie per quanto riguarda gli orari delle visite, la presenza dei familiari durante il pasto e il coinvolgimento degli stessi nella stesura del Progetto assistenziale personalizzato “PAI”.
Nella replica troviamo conferma a quanto da me scritto nell’interrogazione, presentata nei mesi scorsi e che ancora giace inevasa sulla scrivania dell’Assessore Tonina, in merito alle incomprensibili restrizioni all’accesso dei familiari in alcune RSA trentine.

A Pergine, quindi, a differenza di tante altre strutture trentine dove la possibilità di accesso è molto più estesa, è confermato che nessuno entra dopo le 18.30 e durante i pasti, se non espressamente autorizzato.
Si tratta di decisione unilaterale assolutamente arbitraria, ingiustificata e infondata. Non sussistono infatti ragioni di alcun tipo per cui al familiare sia impedito di entrare in struttura dopo le 18.30. Ciò significa che un anziano a Pergine nei giorni feriali rischia di non poter incontrare i propri cari in quanto gran parte delle persone, all’ora di chiusura delle porte, è ancora al lavoro.

Non sussistono inoltre motivi igienico sanitari di alcun genere tali da giustificare il fatto che i familiari debbano rimanere fuori dalla sala da pranzo. Per quanto riguarda la garanzia di tranquillità durante il pasto, faccio presente che possono essere attivate, con relativa facilità, strategie organizzative per far sì che all’ospite sia permessa la consumazione del pasto in un ambiente disteso (a volte basta semplicemente concordare le modalità di accesso con il familiare che nella stragrande maggioranza dei casi non è un barbaro).

Preoccupanti sono, infine, le dichiarazioni in merito alle modalità di stesura da parte della Rsa di Pergine del Progetto assistenziale personalizzato “PAI”. Le direttive provinciali, a cui tutte le Rsa devono attenersi, ma anche le buone pratiche applicate dalla stragrande maggioranza delle strutture residenziali non solo trentine, prevedono che il PAI sia steso “con l’apporto e la condivisione della persona e della famiglia”. Non esiste quindi che il PAI, documento centrale per “mantenere/migliorare le capacità funzionali, comportamentali, cognitive, affettive-relazionali” della persona accolta in Rsa, sia elaborato e trasmesso alla Provincia senza che sia condiviso dall’anziano e dai suoi familiari. A Pergine, invece, succede proprio questo.

Concludo richiamando quanto dicono le Direttive provinciali, a cui tutte le Rsa convenzionate devono attenersi relativamente al ruolo dei familiari: “Tenuto conto che nella popolazione fragile e in larga misura cognitivamente compromessa residente nelle RSA, la riduzione delle interazioni sociali e l’impoverimento delle relazioni affettive possono favorire il decadimento psicoemotivo e aumentare il rischio di peggioramento delle patologie organiche, le RSA sono tenute a sviluppare e dare evidenza di buone pratiche concretamente pianificate e attuate per consentire ai familiari/caregiver la continuità della relazione e del sostegno affettivo al residente”. All’Assessore Tonina, in quanto responsabile dei servizi socioassistenziali erogati da enti accreditati e convenzionati, chiediamo di rendere conto del perché a Pergine i rapporti con i familiari non tengano conto di ciò.

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Francesca Parolari
Consigliera Provinciale Partito Democratico del Trentino

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