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PAT – ISPAT * TRENTINO: «PRIMO TRIMESTRE 2024, AUMENTO FORZE LAVORO A +0,6% / OCCUPAZIONE A +2,3%»

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14.08 - giovedì 27 giugno 2024

Occupati e persone in cerca di occupazione in Trentino 1° trimestre 2024. Nel 1° trimestre 2024 il mercato del lavoro trentino prosegue nel sentiero di crescita osservato nei trimestri precedenti segnando un aumento delle forze di lavoro (+0,6%) e dell’occupazione (+2,3%), soprattutto nella componente indipendente (+10%). In calo invece le persone in cerca di occupazione (-34,9%) e gli inattivi in età lavorativa (-0,6%). Tali dinamiche si riflettono positivamente sui rispettivi indicatori: il tasso di occupazione si porta al 69,7% e il tasso di disoccupazione scende al 2,9%; sostanzialmente stabile il tasso di inattività (28,1%).

L’Istituto di Statistica della provincia di Trento (ISPAT) aggiorna attraverso il consueto report i dati sul mercato del lavoro in Trentino nel 1° trimestre 2024. La rilevazione Istat sulle forze di lavoro1, in provincia di Trento, è coordinata dall’ISPAT.

❖ Nel 1° trimestre 2024 le forze di lavoro sfiorano le 251 mila unità, in aumento su base annua (+0,6%) grazie ad entrambe le componenti di genere (+0,7% gli uomini, +0,5% le donne).

❖ Gli occupati crescono del 2,3% rispetto allo stesso trimestre del 2023 e superano le 243 mila unità. A tale incremento contribuiscono entrambe le componenti di genere (+2,1% i maschi e +2,5% le femmine). Nel confronto congiunturale l’occupazione si riduce solamente per la componente maschile (-1,5%), in aumento invece quella femminile (+1,8%).

❖ L’occupazione cresce nell’agricoltura (+35,6%), che interrompe la fase negativa del trimestre precedente, e nel settore delle costruzioni, che prosegue il trend positivo già rilevato nei tre trimestri precedenti con un incremento su base annua del 14,5%. In aumento anche il comparto del commercio, alberghi e ristoranti (+15%, circa 6.500 unità). Segnali negativi si confermano per l’industria in senso stretto (-7,3%) e per l’occupazione nelle altre attività di servizi (-2,2%).

❖ Per posizione professionale, aumenta su base tendenziale la componente degli indipendenti (+10%), mentre i lavoratori dipendenti crescono con minore intensità (+0,5%). Gli indipendenti aumentano in modo più consistente nell’agricoltura (+65,6%) e nelle costruzioni (+31,7%) e, a seguire, nel commercio, alberghi e ristoranti (+10,8%). In calo, invece, nell’industria in senso stretto (-19,4%) e nelle altre attività dei servizi (-6,5%). I dipendenti registrano gli unici incrementi nel commercio, alberghi e ristoranti (+16,6%) e nelle costruzioni (+2,3%), mentre sono in riduzione nei restanti settori, tra cui l’agricoltura (-7,5%).

❖ Le persone in cerca di occupazione sono poco più di 7,3 mila unità, in flessione su base annua del 34,9%, coinvolgendo entrambe le componenti di genere, con intensità pressoché identiche (-35% i maschi, -34,8% le femmine). I disoccupati ex-occupati, che rappresentano la quota maggiore dei disoccupati complessivi (68,9%), calano dell’8,2%, grazie al contributo esclusivo della componente maschile (-28,5%); in aumento invece quella femminile (+19,1%). I disoccupati ex-inattivi rilevano il calo maggiore (-62,3%), determinato da entrambe le componenti di genere (-44,9% i maschi, -69% le femmine). I disoccupati senza esperienza di lavoro, che rappresentano il 9,9% tra chi cerca lavoro, calano del 55,6% (-45,5% i maschi, -67,4% le femmine). Il confronto congiunturale conferma la dinamica discendente della disoccupazione, che cala del 31,9% (-25,8% i maschi, -36,2% le femmine).

❖ Gli inattivi in età lavorativa sfiorano le 96 mila unità, in flessione su base annua (-0,6%) grazie a entrambe le componenti di genere (-0,7% i maschi e -0,4% le femmine). Rispetto al trimestre precedente si registra invece un aumento degli inattivi (+4,5%), determinato esclusivamente dalla componente maschile (+10,9%); rimangono invece sostanzialmente stabili le donne (+0,2%).

Si fa riferimento alla specifica indagine campionaria condotta mediante interviste alle famiglie che recepisce dal 1° gennaio 2021 la nuova normativa europea con l’introduzione di un insieme di innovazioni metodologiche; i dati in serie storica relativi all’offerta di lavoro sono stati parzialmente ricostruiti per il periodo 2018-2021, mentre si consiglia cautela nell’utilizzo dei dati relativi agli anni precedenti.
I tassi caratteristici del mercato del lavoro

❖ Il tasso di attività (15-64 anni), pari al 71,9%, rimane su base annua sostanzialmente stabile. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è pari al 67,4%, quella degli uomini al 76,3%. Su base congiunturale si registra una flessione del tasso di attività (-1,2 punti percentuali), determinata esclusivamente dalla componente maschile (-2,3 punti percentuali); quella femminile rimane invariata.

❖ Il tasso di occupazione (15-64 anni) è pari al 69,7% (74,4% gli uomini, 65,1% le donne), con un aumento tendenziale di 1,3 punti percentuali (+1,3 punti percentuali per i maschi e +1,4 punti percentuali per le femmine). Rispetto al trimestre precedente si rileva una riduzione del gap di genere di 3 punti percentuali, mentre su base annua il differenziale fra uomini e donne rimane stabile.

❖ Il tasso di disoccupazione (15-74 anni) scende al 2,9% (2,5% per i maschi e 3,4% per le femmine), in riduzione su base annua di 1,6 punti percentuali (-1,4 punti percentuali su base congiunturale). Nel confronto per genere la flessione è riconducibile maggiormente alla componente femminile (-1,9 punti percentuali), mentre quella maschile cala di 1,4 punti percentuali.

❖ Il tasso di inattività (15-64 anni), pari al 28,1%, rimane su base annua sostanzialmente stabile (-0,2 punti percentuali). Gli inattivi maschi sono pari al 23,7%, mentre le femmine inattive si posizionano al 32,6%.
Rispetto all’Italia, il livello dei tassi del mercato del lavoro trentino evidenzia i seguenti differenziali positivi:

❖ il tasso di occupazione è superiore di 8,1 punti percentuali (61,6% in Italia);

❖ il tasso di disoccupazione è inferiore di 4,8 punti percentuali (7,7% in Italia);

❖ il tasso di inattività è inferiore di 5,1 punti percentuali (33,2% in Italia).

 

 

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