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QUESTURA DI BOLZANO * VILIPENDIO ALLE ISTITUZIONI: «LEONI DA TASTIERA” SU FACEBOOK, DENUNCIATE DUE PERSONE»

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10.28 - mercoledì 31 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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La D.I.G.O.S. ed il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Merano, nella giornata di ieri, hanno denunciato alla Autorità Giudiziaria tali S. C., 40enne bolzanino, e D. S., meranese di 46 anni con a proprio carico precedenti penali e/o di Polizia, per i reati di Vilipendio alla Istituzioni e Diffamazione aggravata nei confronti delle Forze dell’Ordine.

Nel corso delle consuete attività di monitoraggio dei siti web, gli investigatori della D.I.G.O.S. hanno riscontrato che i soggetti summenzionati, commentando articoli di stampa pubblicati sulla pagina Facebook dell’ “ALTO ADIGE”, avevano espresso epiteti palesemente offensivi e denigratori nei confronti delle Istituzioni, manifestando, nello specifico, in maniera esplicita, profonda acredine ed ostilità verso le Istituzioni dello Stato, in particolar modo contro le Forze dell’Ordine ed i suoi appartenenti.
Quindi, raccolti tutti gli elementi probatori a carico di costoro, e dopo averne individuato i luoghi di residenza, gli investigatori li hanno convocati negli Uffici del Commissariato di P. S. di Merano e della Questura, alla D.I.G.O.S..

Una volta giunti negli Uffici di Polizia, i 2 individui si sono mostrati dapprima sorpresi, per poi cadere nello sconforto per la piega che la vicenda stava assumendo – assai poco piacevole per loro – con gli inevitabili risvolti di carattere giudiziario che ora si troveranno a dover affrontare. Dopo il fotosegnalamento ed al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, infatti, i due sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per i reati summenzionati.

E’ l’ambiente, questo, dei cosiddetti “haters”, i “leoni da tastiera” che, dopo non aver saputo resistere alla “attrazione fatale” dell’insulto gratuito, delle offese becere e del vilipendio alle Istituzioni dietro l’apparente anonimato dei social – talvolta simulando nomi falsi di copertura, nell’illusione di poterla in questo modo fare franca – si scatenano nell’esternare il proprio odio indiscriminato, certi di non dover rispondere dei loro comportamenti di fonte alla legge, la quale, invece, in modo chiaro e senza

eccezione alcuna punisce chi, attraverso la rete, compie questo genere di reati.
La Polizia di Stato, infatti, mantiene un attento monitoraggio delle molteplici piattaforme di comunicazione online esistenti, e ricorda che i social networks non sono una zona franca ove poter esprimere impunemente le peggiori manifestazioni di aggressività verbale infarcite di espressioni calunniose e gravemente offensive nei confronti di soggetti pubblici o privati, ovvero di Istituzioni della Repubblica.

Le opinioni ed i giudizi espressi sul Web e sui Social Networks sono sottoposti alle stesse regole ed alle stesse leggi che regolamentano i normali rapporti interpersonali e con le Istituzioni: di conseguenza, le offese e le ingiurie esternate a mezzo social costituiscono fattispecie di reato aggravate dall’utilizzo di un mezzo di comunicazione di massa.

“Vi sono persone che ritengono che ciò che viene detto e scritto sui social networks non abbia ripercussioni, considerando erroneamente la realtà virtuale come un contesto ove è lecito porre in essere qualsiasi tipologia di condotta – ha tenuto a precisare il Questore Sartori –. Questi spazi virtuali, invece, sono del tutto assimilati al contesto reale per quanto attiene, nello specifico, alle conseguenze di carattere giudiziario che derivano da comportamenti illeciti”.

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