(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Disturbi alimentari, Rossato (FdI): “Tema molto delicato. La Provincia può fare la differenza”. Il fenomeno dei disturbi alimentari non va assolutamente sottovalutato. Le statistiche ci dicono che – dopo l’inizio dell’emergenza dovuta al virus SARS-CoV-2 e i conseguenti lockdown – i disturbi alimentari – come ad esempio bulimia e anoressia – sono aumentati nel nostro Trentino del 30-40% colpendo in particolare gli adolescenti, ma anche ragazzi in età prepuberale, sempre più giovani (si riscontrano casi di bambini anche sotto i dieci anni). Attualmente, i pazienti in carico al Centro di riferimento per i disturbi alimentari – situato a Trento in via Esterle – ci parlano di 450 pazienti in carico, di cui 177 sono minori.
I ricoveri ospedalieri c.d. “salvavita” nel corso del 2022 sono stati 69 in area minori e 5 in area adulti. Si tratta in questi casi di interventi che scattano quando i parametri vitali (come il peso) scendono in maniera preoccupante, al punto da compromettere la sopravvivenza del paziente.
Quello dei disturbi alimentari, assieme ai tentati suicidi e alle altre forme di atteggiamenti autolesionistici, rappresenta un tema molto delicato, e che pertanto deve ricevere una grande attenzione da parte della politica provinciale, che con le proprie azioni – siano esse di supporto (come la spinta per la ricerca di personale da impiegare presso il Centro di via Esterle, al fine di ridurre le tempistiche di intervento e organizzare un servizio efficiente e capillare) oppure dirette (come ad esempio l’organizzazione di campagne informative all’interno di scuole per promuovere modelli di vita più salutari e non tossici, oltre a promuovere l’incontro con psicologi e dietisti) – può davvero fare la differenza.
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Cons. Katia Rossato
Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia