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ASSOCIAZIONE BASSANESE RISPETTO AMBIENTALE * PROGETTO DIGA VANOI: «PER NIENTE ARCHIVIATO, LA RELAZIONE È STATA RESA PUBBLICA?»

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15.21 - martedì 9 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Progetto Diga sul Vanoi: per niente archiviato, pare sia partita la procedura di ‘Dibattito pubblico’. La relazione di progetto è stata resa pubblica? A poco meno di un anno di distanza ci troviamo nuovamente a parlare della Valle del Vanoi e del vetusto progetto di diga che già da inizio del Novecento aleggia minaccioso su questo luogo, l’ultima valle in cui scorre libero un torrente, poiché attorno ad essa il restante territorio è già stato oggetto di opere che hanno ovviamente stravolto l’assetto idrografico e paesaggistico.

È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che il Consorzio di Bonifica del Brenta ha informato gli enti di aver avviato le procedure del dibattito pubblico, previste nel caso di progetti che impattino notevolmente sul territorio. Purtroppo tale importante questione non ha ancora ottenuto la giusta visibilità e pochi ne sono veramente a conoscenza. La notizia non è circolata nel Bassanese.

Il progetto in questione pare preveda uno sbarramento alto 116 metri, a cavallo tra Veneto e Trentino, anche se l’invaso insisterebbe quasi interamente in territorio trentino. L’ultima valle priva di interventi irreversibili. L’ultimo torrente libero.

Già nel precedente comunicato stampa su questo tema abbiamo riassunto ed evidenziato le criticità di tale progetto che per brevità riassumiamo in poche righe, poche ma tali da mettere un punto fermo sul rischio che la diga rappresenterebbe:

– nella “carta di sintesi della pericolosità” il territorio è classificato a livello 4, cioè il massimo livello di pericolosità, ciò è dovuto dalla peculiarità dei versanti su cui si costruirebbe la diga, i quali presentano cavità importanti a fianco del torrente, cavità ricche di sabbia e materiale cedevole (studio degli anni ‘60 attuato da ingegneri e geologi proprio per testare la fattibilità della diga).

Basterebbe già questo a far tornare alla mente il disastro avvenuto nella valle del Vajont, ferita ancora pulsante della storia italiana, nominata anche dal geologo Alfonso Tollardo, il quale durante un incontro pubblico di poco tempo fa ha ammesso che “ci sono le condizioni per porre in pericolo le comunità a valle della diga”.
Un’altra criticità sollevata già a suo tempo (maggio 2023) dalla Provincia autonoma di Trento riguarda la mancanza di trasparenza da parte della Regione Veneto la quale non avrebbe mai coinvolto appieno la Provincia nelle operazioni che hanno determinato l’affidamento dell’opera. I documenti della proposta presentata dal Consorzio di Bonifica Brenta sarebbero stati negati alla Provincia Autonoma di Trento e a quella di Belluno, a fronte di richieste di accesso agli atti, a causa dell’opposizione del Consorzio stesso; e ottenuti da Belluno solo a fine marzo di quest’anno grazie all’annullamento del rigetto da parte del Ministero dell’Agricoltura (https://www.youtube.com/watch?v=HA2TOCfEgMw).

Su questa tematica ci interroghiamo anche noi, preoccupati sul significato che assumerà il “dibattito pubblico”, speranzosi che sia davvero un confronto che tenga conto delle osservazioni di tutti gli interessati e dei cittadini che da tempo immemore si spendono a difesa di un territorio che ha già dato tanto: si pensi che quattro bacini artificiali costruiti in un’area di qualche decina di chilometri quadrati a partire da inizio del ‘900 producono energia per il distretto di Porto Marghera; ai cittadini della valle è stata proposta come compensazione il beneficio dell’energia prodotta dalla centrale, peccato che il territorio produca già fino a dieci volte il fabbisogno locale.

Le voci che si alzano sono tante ma spesso rimangono inascoltate, a volte in parte oscurate, come in occasione del Giro d’Italia, passato in valle il 22 maggio di quest’anno: nessun cartello di protesta, nessuno striscione che portasse informazioni diverse da quelle sportive è stato inquadrato, come anticipato dall’organizzazione del Giro e dalla Prefettura.
Il comma 4 dell’art. 40 del nuovo codice dei contratti pubblici (D.Lgs 36/2023) entrato in vigore il 01 luglio 2023 che ha apportato alcune modifiche alla disciplina del dibattito pubblico recita “Le amministrazioni statali interessate alla realizzazione dell’intervento, le regioni e gli altri enti territoriali interessati dall’opera, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, che, in ragione degli scopi statutari, sono interessati dall’intervento, possono presentare osservazioni e proposte entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione di cui al comma 3” (della relazione di progetto).

TUTTO IL VENETO, TUTTO IL TRENTINO, TUTTA L’ITALIA sono portatori di interesse!

Chiediamo al Consorzio di Bonifica Brenta che la relazione di progetto e i relativi allegati vengano pubblicati sul sito in maniera chiara e accessibile e diffusi quanto prima, come previsto dalla procedura dettagliata stabilita nell’allegato I.6 del Codice dei contratti pubblici. Non è possibile continuare imperterriti a cementificare la pianura per poi dichiarare che l’unica soluzione all’emergenza idrica è la costruzione di faraonici invasi in montagna.

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Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale
A.RI.A bassanese

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