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ASSOCIAZIONE TUTELA AMBIENTE E VITA RURALI * «TENTATIVO DI AGGRESSIONE DI LUPO A BAMBINO, LA MADRE RACCONTA IL FATTO» (VIDEO)

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08.22 - giovedì 22 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La settimana di Ferragosto una famiglia di turisti lombardi aveva montato una tenda da campeggio in un terreno adiacente una strada nell’altopiano delle Manie, una vera e propria terrazza sul mare con fitti boschi che si estendono tra Finale Ligure e Spotorno, attraversata da una estesissima rete sentieristica. Le Manie hanno anche una notevole fauna selvatica, tra cui una popolazione di lupi. La famiglia non era isolata, perché vicine c’erano una decina di tende, con diverse famiglie, tutte in un’area non recintata ma comunque attrezzata con piazzole per camping in una zona sopra Varigotti, frazione di Finale Ligure, a circa 400 metri di altitudine. La sera di domenica 11 agosto è accaduto un fatto inquietante, e nella parte finale anche terrificante, il tutto immortalato da un video fatto dallo stesso bambino visibile qui sotto:

 

 

 

La madre di Leonardo, 13 anni, così ha raccontato: “Erano circa le 21,40 e avevamo finito da un po’ di cenare, non carne alla griglia ma una semplice spaghettata. Mio figlio più piccolo, di 8 anni, era andato a piedi verso una struttura, quella sì illuminata, distante una trentina di metri. Lì c’è l’acqua e voleva lavarsi i denti. Il percorso però era buio e allora ho detto a mio marito di raggiungerlo, cosa che ha fatto subito”. Probabilmente il lupo era lì intorno, nel buio totale. Aveva percepito il bambino che camminava da solo? Probabilmente sì. Voleva avvicinarsi? Non si sa.

Ma comunque l’arrivo immediato del padre sarà stato visto e sentito dall’animale, che allora si è diretto verso la signora, che stava in un punto poco distante qualche metro più in alto. Prosegue la signora: “L’ho visto che era a pochi metri, di fronte, e mi è parso subito un lupo, il giorno dopo infatti ho cercato delle fotografie di lupo ed era identico. Si è fermato a circa due metri davanti a me, mi ha guardata e poi è tornato silenziosamente indietro nel buio, scendendo verso le tende. L’altro mio figlio, Leonardo, era lì, ha sentito un rumore nel cespuglio vicino e ha acceso la luce del cellulare per capire cosa fosse, mentre filmava. Poi è accaduto, ma il tutto non è durato più di due minuti “. Non stava attirando l’animale con del cibo, e questo parrebbe ritenere anche il Settore fauna selvatica, caccia e vigilanza venatoria della Regione Liguria.

La madre, a causa della posizione, ha visto quasi tutta la scena: inizialmente Leonardo pareva quasi indifferente, ma ad un certo punto l’animale ha preso a fare brevi e forse falsi attacchi e allora il bambino si è spaventato e ha urlato alla madre di fare rumore per spaventare il lupo, che però questa volta ha aggredito veramente, nell’atto di morderlo. Fortunatamente Leonardo ha avuto la prontezza di tirare indietro la gamba e quindi i denti canini del lupo hanno causato solo di striscio una piccola abrasione allo stinco destro. L’attacco quindi è stato portato alla gamba destra e non alla mano come alcuni suppongono. Pertanto ciò non corrisponde a quanto dichiarato in seguito dal dirigente del Settore fauna selvatica, caccia e vigilanza venatoria della Regione Liguria, ossia “che non c’è stata alcuna vera aggressione e il bambino non è stato morso”. Non c’è stato un morso più grave solo perché il bambino è stato lesto a ritrarsi.

Anzi, stranamente nel mondo degli esperti ricercatori specializzati sul lupo già da qualche giorno girava la notizia secondo cui quel lupo aveva “pinzato”, ossia stretto con le fauci ma senza perforazioni, il bambino e poi aveva approcciato pure il padre. Perché non era stato avvisato anche il dirigente della Regione, se le cose stanno così? Perché settori che percepiscono per questa collaborazione parecchi milioni di euro pubblici e che collaborano anche con la Regione Liguria non avrebbero divulgato la cosa all’ente ma neppure alla gente per metterla in guardia di un potenziale pericolo?

Ma non era finita lì, perché il lupo ha inseguito il bambino per 4-5 metri. “Tutto si è verificato in un attimo. Io urlavo e chiamavo mio marito, lui mi ha sentito ed è corso giù prendendo mio figlio. Ma Leonardo si è accorto che il lupo era arrivato anche lì, era già un metro dietro la schiena di mio marito, e gli ha urlato di stare attento alla schiena. Lui si è scansato e si è messo ad urlare, e così hanno fatto altre persone. Tra tutti saranno stati una trentina, tra adulti e bambini. A quel punto il lupo forse si è spaventato e ha lasciato perdere. Una cosa impressionante è che era silenzioso, non ha mai emesso ringhi o altro. Abbiamo subito disinfettato la parte dello stinco di mio figlio, ma era appena un graffio. Abbiamo poi mandato una mail alla Regione Liguria, segnalando il fatto.

Ho fatto anche una segnalazione su un sito, Life WolfAlps, che ho letto operativa sulla questione lupi anche in Liguria, mettendo i miei riferimenti, ma nessuno di loro mi ha mai contattata, ne telefonicamente né per mail. La Regione Liguria invece si è dimostrata molto attenta e professionale, mi hanno telefonato subito e il mattino dopo alle 8 sono arrivati due loro forestali insieme a un cane e hanno perlustrato tutto intorno per un buon 45 minuti. Ma non hanno trovato nulla, ne impronte o eventuali feci riferibili al lupo”.

Da notare che Leonardo non è piccolo, ha 13 anni, alto 153 cm e pesante circa 45 kg. E suo padre ovviamente di più. Ma ciò non ha affatto impressionato il lupo, forse sub adulto ma già di dimensioni importanti, si suppone – paragonandolo con alcuni dettagli visibili nel video – di circa 27-28 kg. Senza alcun dubbio non si trattava di un cane, neppure di un cane lupo cecoslovacco, ma di un lupo appenninico viste anche le evidenti e caratteristiche bande scure (dette signature) sulle zampe anteriori. Purtroppo non è stato fatto un tampone sulla pelle di Leonardo per rilevare il Dna dell’esemplare perché era passato del tempo, lo stinco era stato lavato e disinfettato e gli indumenti, su cui avrebbero potuto ancora esserci gocce di saliva del lupo, erano ormai stati lavati, perché certo la famiglia non ha dimestichezza con queste tecniche.

Una delle ipotesi sull’attacco era che l’animale avesse aggredito il bambino perché difendeva una fonte alimentare, per esempio una sua preda lì vicina e non visibile a causa del buio. Ma l’accurato sopralluogo fatto dalle guardie regionali non ha rivelato appunto nulla. Non è però detto che lì o nei pressi non siano state fatte le classiche grigliate il cui odore ovviamente avrebbe potuto attirare il lupo. Magari già abituato da tempo a trovare così del cibo. Operando con solerzia, il Settore fauna selvatica, caccia e vigilanza venatoria della Regione Liguria ha fatto immediatamente piazzare due fototrappole nel punto. Non solo, è stato autorizzato l’uso per le guardie regionali di fucili caricati con proiettili di gomma per colpire e dissuadere l’animale ad avvicinarsi ancora agli umani e alle case. Come scoprire qual è l’esemplare, visto che manca il Dna e i lupi in zona non sono pochi? Non è facile, comunque un esemplare problematico, a differenza degli altri, non ha timore dell’uomo e tende ad avvicinarsi.

Non è così fiducioso l’esperto di lupi di fama internazionale Sandro Lovari, biologo del Museo di Storia Naturale della Maremma, professore emerito dell’Università degli Studi di Siena e già membro della Commissione Fauna dell’Unione Zoologica Italiana e di quella del Ministero dell’Ambiente, che ci ha dichiarato: “Affinché l’uso dei proiettili di gomma abbia qualche probabilità di successo il lupo deve essere a tiro (qualche decina di metri), ben visibile, possibilmente fermo e di lato; a lungo termine è improbabile che un’unica dolorosa esperienza sia sufficiente, se ce ne sono ben di più nelle quali il lupo non viene colpito; l’informazione deve passare agli altri membri del branco (cioè il lupo colpito deve essere uno dei due individui dominanti: maschio o femmina).

Personalmente non vedo un grande futuro per questa tecnica di dissuasione, se non in casi molto particolari. Venendo al caso di Finale Ligure, quel lupo stava esplorando la possibilità di procurarsi cibo, mostrando ben poco timore nei confronti del ragazzo. Non è improbabile che, in un altro contesto, avrebbe potuto mordere con maggiore veemenza e decisione. In analogo contesto, avrei marciato urlando e agitando un bastone, o uno zainetto, o brandendo un grosso sasso, verso l’animale – senza mostrare timore (facile a dirsi, meno facile a farsi, ma necessario in quel contesto).

La situazione in Italia è eccellente, soprattutto per il lupo, ma non male nemmeno per l’orso, con qualche distinguo per gli orsi marsicani. La gestione, a mio giudizio, è invece piuttosto approssimativa e intrisa di scarso realismo. Si può convivere con i grandi carnivori (tranne in ambienti molto antropizzati), ma solo se ci si impone limitazioni – anche forti – alla propria libertà di vita. E’ una scelta consapevole da fare. Pane per i denti dei nostri politici…”.

Un altro esperto internazionale di lupi, il prof. Marco Apollonio dell’Università di Sassari, ha dichiarato: “Concordo con tutto quanto detto dal prof. Lovari, tranne sulla poca efficacia delle pallottole di gomma, che abbiamo attuato sul campo. Comunque, gli esemplari problematici e confidenti o pericolosi vanno catturati o se il caso abbattuti, secondo le normative vigenti. Il fatto di Finale Ligure è grave, ma dev’essere studiato. Di sicuro la gente deve capire, e si deve fargli capire, che oggi è diverso rispetto a decenni fa. Le grigliate, o altre attività che possono attirare i lupi, si fanno ovunque, ma ormai pure i lupi sono ovunque. Nel caso delle grigliate forse si dovrebbero prevedere delle aree recintate, in modo che i lupi prima o dopo non si possano avvicinare attirati dal cibo o da suoi avanzi. A quanto mi risulta è la prima volta che una simile interazione aggressiva tra essere umano/lupo viene filmata in Italia”.

E a proposito di polici, Pietro Fiocchi, europarlamentare e vice presidente della Commissione ambiente del Parlamento Europeo ha dichiarato: “Secondo la scala dei gradi di confidenzialità del lupo nei confronti degli esseri umani siamo all’ultimo grado e quindi va presa un’azione. Il bambino comunque è stato attaccato e morsicato, anche se fortunatamente non con danni gravi, e pure la madre e il padre sono stati comunque vittime della paura per il figlio. Da questo punto di vista è urgente fare qualcosa perché i lupi ormai non hanno più paura dell’uomo”.

I lupi confidenti/problematici/pericolosi vanno catturati o abbattuti (non ci auguriamo quest’ultima cosa) come prevede l’art. 16 della Direttiva Habitat, adottata anche dall’Italia. Tra l’altro è pure dovere del sindaco intervenire anche decisamente, poiché a prescindere da altre figure è il responsabile della tutela della pubblica incolumità, come dice la legge. Anche in Liguria vi sono già stati episodi di lupi problematici, come quello che nell’ottobre 2023 aveva destato allarme nella zona della Maddalena del comune di Sassello e che poi si avvicinò minacciosamente a una donna davanti a casa. Il marito, che era in casa e subito intervenuto, lo aveva ucciso a fucilate, denunciandosi subito dopo.

Specie protetta o no, il Tribunale di Savona, su richiesta della stessa Procura, dispose poi l’archiviazione del procedimento a carico dell’uomo, che si era trovato nella condizione di essere costretto a sparare per difendersi da un potenziale pericolo. Il lupo ha perso ormai la paura dell’uomo, non essendone più minacciato da decenni in quanto specie protetta.

Così come gli orsi, devono vivere liberi e secondo natura, ma gli esemplari problematici e pericolosi no, come stabilisce, ripetiamo, la stessa Direttiva Habitat che li protegge.
Altri attacchi concreti sono avvenuti ma non sono stati filmati. Gli ultimi in Italia sono stati quelli di Vasto e aree limitrofe del 2022-23 in cui una lupa (poi catturata, pura come da Dna esaminato dall’Ispra, e del tutto selvatica) nell’arco di dodici mesi attaccò 15 persone, mandandone all’ospedale 13 inclusi due bambini di 4 anni azzannati e feriti addirittura nel tardo pomeriggio in spiaggia, salvati solo grazie all’intervento dei genitori che li strapparono all’animale trattenendoli per le gambe mentre tentava di trascinarli via.

Nel 2013, nel mondo si stimavano già circa 300.000 lupi. Il loro numero anche in Europa è aumentato notevolmente (più 1.800%), tanto che l’Unione Europea ne aveva valutato un declassamento del suo status, da specie particolarmente protetta a specie protetta. La nazione europea con più lupi è proprio l’Italia (in cui dal 1971 la popolazione è aumentata del 3.700%, oggi probabilmente almeno del 4.500%), che ne ha ormai più della Romania e della Spagna. La presenza stimata in Italia di una media di 3.307 lupi (forchetta 2.945-3.608), dal monitoraggio dell’Ispra, è ormai vecchia, risalendo al 2020-21. Da recenti studi scientifici è risultato che una zona d’Italia, ossia l’area piacentina-parmense, ha la più alta densità di lupi al mondo, 11 esemplari per 100 km quadrati, più della Mongolia, Russia o Canada.

 

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Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali

 

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