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COLDIRETTI TN-AA * GRANDI CARNIVORI E BUROCRAZIA: «MILLE AGRICOLTORI HANNO MANIFESTATO A TRENTO, PER CHIEDERE SOLUZIONI CONCRETE»

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11.09 - giovedì 11 luglio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Oltre mille agricoltori hanno manifestato in Piazza Dante davanti alla sede della Regione per chiedere più tutela e soluzioni concrete. Difendere gli alpeggi assediati dai grandi carnivori, tutelare la vita dei cittadini sempre più messa a rischio, arginare lo spopolamento della montagna e combattere la burocrazia che soffoca le imprese agricole. Coldiretti Trentino Alto Adige è scesa in campo con una grande mobilitazione a Trento davanti alla Sede della Regione per sensibilizzare le istituzioni sui temi più urgenti per il settore agricolo.

Oltre 1000 gli agricoltori presenti in piazza, con i mezzi agricoli e gli animali presenti a simboleggiare il lavoro nei campi e negli allevamenti, sempre più a rischio a causa della fauna selvatica sempre più fuori controllo e di una burocrazia che anziché velocizzare, causa ritardi e problemi alle aziende con inevitabile perdita di produttività.
“In primis -ha affermato il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi- chiediamo risposte concrete e immediate rispetto alla problematica dei grandi carnivori e dei cinghiali, una minaccia sempre più pressante per i nostri pascoli, ma anche per la sicurezza delle persone, e per l’impatto che questo fenomeno dilagante avrà sugli altri settori economici. Gli attacchi sempre maggiori stanno creando enormi difficoltà agli allevatori e agli agricoltori, compromettendo non solo il loro lavoro ma anche la tranquillità delle nostre comunità montane. È indispensabile ottenere interventi tempestivi ed efficaci per garantire la protezione delle nostre attività e delle nostre vite.

C’è da tener presente inoltre che lo spopolamento della montagna causerebbe una serie di serie conseguenze sull’intera collettività. La mancanza di un presidio comporterebbe l’abbandono dei pascoli, che non verrebbero più mantenuti dall’uomo. In poco tempo il degrado e la fatiscenza prenderebbero il posto di quelli che oggi sono luoghi curati e mantenuti dai pastori. La manutenzione delle strade di montagna verrebbe meno, la mancanza delle necessarie opere infrastrutturali, nel tempo, creerebbe delle problematiche irrecuperabili. L’assenza di interventi umani necessari per la manutenzione dei versanti montuosi comporterebbe un aumento delle catastrofi idrogeologiche, come frane e alluvioni. Senza opere di drenaggio e consolidamento, infatti, le piogge intense erodono il terreno, provocando smottamenti che mettono in pericolo le aree a valle. In questo scenario, la perdita del tessuto sociale e culturale delle comunità montane si accompagnerebbe a un declino economico, rendendo sempre più difficile invertire il processo di abbandono”.
Tra gli obiettivi della mobilitazione c’è quello legato alla modifica della Direttiva comunitaria Habitat: “Siamo tra i territori a livello nazionale più interessati dalla presenza di grandi carnivori, dobbiamo passare dalla conservazione alla gestione”. Tutelare gli allevatori significa anche difendere i presidi delle montagne ed evitare lo spopolamento e l’abbandono delle zone più marginali. Malghe e pascoli sono fondamentali per salvaguardare le eccellenze e le produzioni legate alla nostra storia e alle nostre tradizioni, con risvolti positivi anche per il settore turistico.

A proposito di gestione delle malghe, per la Coldiretti è necessario preservare questo patrimonio con politiche concrete che evitino speculazioni e infiltrazioni della criminalità organizzata. Per quanto riguarda la sanità veterinaria, essa deve ritornare ad essere un vero alleato del settore zootecnico, gli allevatori hanno necessità di avere un professionista che consigli, che dia loro elementi per migliorare le condizioni dell’allevamento, oggi più che mai, considerate le nuove linee dettate dalla politica agricola comunitaria. Difendere la zootecnia significa concretamente riconoscere il ruolo che ha, non solo per sé stessa, ma per l’intera collettività.

“A livello europeo -ricorda Barbacovi- ci stiamo battendo perché venga concretamente modificata a livello europeo la direttiva habitat: i lupi devono passare da “specie rigorosamente protetta” a specie “protetta”. Il cambio di definizione avrebbe un risvolto importante per la conservazione e la gestione di questi grandi carnivori, perché secondo le leggi di molti Paesi Ue la definizione di “specie protetta” consente una maggiore flessibilità nella gestione di questo fenomeno. Con una popolazione di oltre 25.000 lupi a livello europeo non si può più parlare di animale in via di estinzione!”.
Gli agricoltori di Coldiretti Trentino Alto Adige sono scesi in piazza gridando a gran voce che “servono interventi rapidi e piani regionali straordinari di contenimento per garantire la sicurezza nelle campagne, sulle montagne e anche nei paesi. Campi devastati, raccolti falcidiati, infrastrutture danneggiate, ma la presenza della fauna selvatica rappresenta un grave pericolo anche per la sicurezza pubblica, come testimoniano i numerosi avvistamenti nei nostri piccoli centri abitati.
“Ma non è solo la questione dei grandi carnivori a richiedere la nostra attenzione -sottolinea Barbacovi- la burocrazia soffocante è un altro grande ostacolo che mette in difficoltà l’agricoltura. I nostri agricoltori sono sempre più appesantiti da pratiche amministrative complesse che rallentano il lavoro quotidiano, rendendo più difficoltoso lo sviluppo delle imprese. Chiediamo una semplificazione reale e immediata delle procedure burocratiche, affinché gli agricoltori possano dedicarsi con maggiore serenità e produttività al loro lavoro. Noi siamo assolutamente a favore della digitalizzazione, ma essa va realizzata step by step con i giusti partner e dando il tempo necessario agli operatori di formarsi per governare e non subire gli effetti dell’innovazione tecnologica”.

La manifestazione di Trento fa seguito a una serie di incontri organizzati dalla Coldiretti in tutta la regione la scorsa primavera, serate che hanno riscontrato grande partecipazione da parte dei soci.
“In queste occasioni -aggiunge Barbacovi- abbiamo avuto modo di confrontarci, di raccogliere le proposte dei nostri agricoltori e di discutere delle problematiche che affliggono il settore. La partecipazione attiva e numerosa che abbiamo riscontrato è stata un segno evidente della volontà dei soci di essere protagonisti del cambiamento. Ora è il momento di trasformare questa volontà in azione concreta. Questa mobilitazione dimostra nostra unità e la forza, la conferma che uniti facciamo la nostra voce con determinazione. Dimostrazione tangibile che la Coldiretti è unita e pronta a lottare per il futuro della nostra agricoltura”.

Nel corso della mobilitazione è continuata la raccolta firme lanciata lo scorso aprile dalla grande mobilitazione della Coldiretti al Brennero. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.

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IMMAGINI: Paolo Crocetta

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