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CONSIGLIO PAT * DIGA VANOI: ZANOTELLI, “IL CONSORZIO BRENTA HA COMUNICATO L’AVVIO DEL CONFRONTO PUBBLICO SULL’OPERA”

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20.44 - giovedì 4 luglio 2024

In Consiglio provinciale l’informativa sulla diga sul Vanoi. I lavori d’Aula del pomeriggio hanno visto l’informativa dell’assessora Giulia Zanotelli sulla diga sul Vanoi che era stata richiesta dal capogruppo del Pd Alessio Manica e il relativo dibattito. Si è passati quindi alla mozione 80 della consigliera Lucia Maestri (Pd) relativa a misure per favorire la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’efficienza-efficacia delle azioni di prevenzione, respinta (14 sì e 18 no) dopo il mancato accordo su una proposta emendativa della Giunta.

L’informativa sulla diga sul Vanoi
Zanotelli: verifiche in atto. Posizione di Giunta, è quella della scorsa legislatura .

I lavori nel pomeriggio sono ripresi con l’informativa sulla diga sul Vanoi richiesta in mattinata dal capogruppo dem Alessio Manica. L’assessora Giulia Zanotelli ha dichiarato che, stante le informazioni che a oggi sono in possesso della Giunta, pare che secondo quando prevede la normativa rispetto a queste forme progettuali sia stato comunicato dal Consorzio Brenta l’avvio del confronto pubblico sull’opera.

A oggi, ha aggiunto, non si hanno ulteriori elementi da dare, evidenziando che ci si sta muovendo per capire lo stato dell’arte in seguito all’avvio dell’iter da parte del Consorzio del Brenta. L’Aula, ha rimarcato poi, conosce già la posizione della Giunta sull’oggetto, non da oggi ma dalla scorsa legislatura, con serie di note inviate dall’assessore Tonina e di procedimenti tecnici e richieste già discussi e spiegati quando l’Aula votò all’unanimità la mozione per esprimere parere contrario all’opera, avanzando una serie di elementi collegati alla parte della difesa idrogeologica e della sicurezza del territorio. Zanotelli ha quindi ribadito che la Giunta sta cercando di capire lo stato delle cose per poi proseguire con gli impegni presi con l’approvazione della mozione già citata, che fu emendata dalla stessa Giunta rinforzando anche qualche passaggio. Ha quindi citato gli interventi di Manica e Brunet sul tema e aggiunto che, al di là che del fatto che si sa che si tratta di una procedura avviata dal Consorzio di bonifica del Brenta prevista per opere di questo tipo come obbligo di legge, per il resto si sta raccogliendo gli elementi per comprendere lo stato delle cose. L’assessora ha infine ricordato che la progettazione è finanziata sul fronte del Pnrr dal Ministero dell’Agricoltura e che la Provincia di Trento ha intrapreso dalla scorsa legislatura una serie di verifiche (ha in questo senso ricordato il diniego agli accessi agli atti ricevuto). L’impegno preso in Aula rimane costante, ha assicurato.
Paccher: poco serio monopolizzare le sedute d’Aula per articoli di giornale Roberto Paccher (Lega) ha detto inusuale e poco serio monopolizzare le sedute d’Aula per un articolo sul giornale e chiedere alla Giunta di fare un’informativa su una cosa che anche l’assessore ha acquisito dai giornali di oggi. Ha attirato l’attenzione su due elementi: il no della Pat e il fatto che l’articolo è uscito oggi sulla stampa. Se l’informativa serve per avere risposte farla oggi, posto che la posizione di Giunta non è cambiata, quale approfondimento può portare? ha chiesto Paccher.

L’informativa dovrebbe informare il Consiglio, l’assessore non sa niente perché la notizia è uscita oggi, si starà in Aula a condividere cose che già si sanno. Ha chiesto al presidente Soini se sia opportuno discutere di questa informativa.

Coppola: non una diga, ma spartiacque tra progetti dannosi e buonsenso
Lucia Coppola (Verdi e Sinistra) è entrata nel merito: purtroppo di legge gli elementi ci sono perché il progetto della diga è pronto e se sembrava che tutto si fosse fermato dall’elenco delle opere prioritarie del Veneto è chiaro che non è così e che l’opera è divenuta ora prioritaria. Ha ricordato le coordinate dell’opera e i tempi, la scadenza di 15 giorni per gli enti per indicare quale è la posizione sul progetto stanziato dal Pnrr. Per la consigliera visto ci sono tutte le carte in tavola e, visto che il progetto è a scavalco tra Veneto e Trentino, il Trentino ha titolo ad allarmarsi per lo stato delle cose. L’interesse delle persone che abitano la zona e la paura sono grandi, ha aggiunto; la diga è in fase di costruzione con materiali altamente inquinanti con scarsissimi approfondimenti sulla sicurezza. Di Vajont ce ne è già stato uno, bisogna essere molto attenti a come ci si muove in questi ambiti, ha dichiarato. Ha parlato di erosione delle coste e di modifica del territorio. Ha citato poi il comunicato fatto dalla sua forza politica che dice che la diga non serve a trattenere le acque, ma è spartiacque tra progetti dannosi e buonsenso, nonostante l’esistenza conclamata di alternative per la gestione dell’acqua. Per Coppola il progetto è scellerato: dispiace constatare che il dibattito politico su certi temi valga così poco, ha proseguito e ha chiesto all’assessore Zanotelli di tenere alta la guardia e di tutelare il corso d’acqua e le persone che vivono lì.

Brunet: il “no” della Giunta è un “no” deciso
Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha parlato di un argomento che le sta a cuore e ricordato che ha avuto modo di constatare che il “no” espresso dalla Giunta è un “no” deciso. Ha detto di essersi interfacciata con l’assessore Zanotelli che ha confermato che il “no” detto in Aula rimane “no” e che qualora dovessero andare avanti coi progetti rimarrebbe il “no” del Trentino. Ha chiesto che ci sia sempre l’impegno perché questo “no” rimanga sempre tale. Ha ricordato le preoccupazioni dei paesi trentini e detto che i primi paesi coinvolti da una catastrofe sarebbero quelli del Veneto, dicendo di non capire perché in questo senso il Veneto si ostini a portare avanti questa idea progettuale.

Degasperi: vicenda che ricorda quella della Valdastico
Filippo Degasperi (Onda) ha dichiarato, riferendosi alle parole di Brunet, che si è capito che anche chi era tranquillo ora è allarmato. Ha sottolineato come Paccher abbia detto che le cose avvengono all’insaputa della Giunta e della maggioranza che a febbraio era tranquilla. Ne va dell’autorevolezza del Trentino, ha detto e aggiunto che evidentemente il Consorzio del Brenta lavora per appropriarsi di pezzi di territorio. La vicenda ricorda molto quella della Valdastico, ha proseguito, il “no” del Trentino, del Consiglio e degli elettori espresso per 30 anni, è divenuto in quel caso “parliamone” e poi un “mettiamoci d’accordo” e sono arrivate le ipotesi dell’uscita a Caldonazzo e poi a Rovereto. I “no” accompagnati dall’inconsapevolezza della Giunta sono un po’ fragili, ha detto ancora e ha esortato l’esecutivo a informarsi perché i giornalisti veneti sono più informati della Giunta su ciò che avviene in Trentino.

Manica: si è pensato di fare un atto formale? Opera pericolosa e partita storta Alessio Manica (Pd) ha parlato delle parole di Paccher citando Goya, “il sonno della ragione genera mostri”: non è pensabile dire che la Giunta non sa. Il Consorzio di bonifica il 2 luglio ha notificato agli enti pubblici, compresa la Pat, ha aggiunto. Ad aprile il Consiglio regionale veneto ha respinto una mozione simile a quella che si è votata in Consiglio a Trento. Ci sono due dati, ha riassunto, uno politico e uno tecnico, bisogna quindi essere rapidi nel valutare le contromosse, ha detto. Non basta più sentirsi dire che l’assessore Tonina ha scritto una lettera. Ha quindi affermato che dalla Giunta si sarebbe aspettato un’indicazione dei passaggi formali che vuole assumere. Quindi le domande: la posizione trentina è stata trasmessa al Veneto in questi mesi o si è parlato solo con Zaia? Si sono approfonditi gli aspetti formali rispetto alle norme derogatorie che ci sono nelle norme del Pnrr e quanto possano impattare su quelle che si considerano prerogative statutarie per non risvegliarci tra qualche mese in un conflitto sulle competenze? Si è pensato di fare un atto formale con l’avvocatura? Gli enti pubblici si muovono per atti, si alzi la scala dello scontro con la Regione Veneto, ha affermato poi. Ha detto che vorrebbe che gli atti del Consiglio trovassero una vigilanza, ma che invece pare ci sia una leggerezza. Quella non è un’opera solo irrealizzabile e pericolosa, ha concluso, ma è pure partita storta perché una Regione sta pensando di fare un’opera su un’altra Regione che è contraria: la difesa dovrebbe essere dura perché si tratta della difesa delle prerogative statutarie dell’autonomia. La mozione approvata ha dentro tutto, ha detto, è stata rafforzata nel dialogo con la Giunta e va attuata.
Valduga: con una lettera come quella del 2 luglio verificare non è perdere tempo

Francesco Valduga (Campobase) ha citato la prima pagina de L’Arena di domenica che recitava “C’è il primo via libera alla bretella autostradale tra Veneto e Trentino”. Se si avesse voglia di strumentalizzare i temi partendo dagli articoli del giornale, ha detto, si sarebbe potuto chiedere un approfondimento sulla Valdastico, ma non si è fatto perché si è sempre riconosciuta la chiarezza e la coerenza della Giunta sul progetto e perché si è convenuto che se ne discuterà in settembre. Il consigliere ha parlato di una preoccupazione che dovrebbe essere trasversale perché si è di fronte a un’ipotesi che trasversalmente è stata considerata pericolosa per il territorio e che ci si è impegnati a non realizzare. Quando arriva una lettera come quella del 2 luglio, ha continuato, e quando si leggono questi articoli non si fa perdere del tempo se ci si ferma (anche poco) per allarmarsi, verificare e decidere come procedere per poi tornare agli altri argomenti in discussione. Ha parlato poi di un superamento del primato della politica: non si può ascoltare il presidente del Consiglio regionale che si lamenta di un maggiore approfondimento in Aula. Se si è convinti che i due enti siano contrari come si fa a non allarmarsi di fronte al fatto che c’è chi va avanti lo stesso? ha chiesto. Bisognerebbe essere estremamente preoccupati rispetto al non rispetto dei mandati delle istituzioni. Per Valduga serve un’azione più circostanziata e documentata rispetto all’atto di fede, non c’è dubbio sull’ascolto dell’assessora Zanotelli, ma è il minimo sindacale. Bisogna agire con percorsi documentati e documentabili perché il territorio veda rispettate le sue prerogative e le sue idee. Se poi la Regione Veneto sarà intenzionata a andare nella stessa direzione a maggior ragione ci si muoverà perché sia rispettato il primato della politica. Ha esortato gli altri consiglieri a decidere insieme, se non una risoluzione, il modo per ribadire il fermo no del Trentino. Ha detto di aspettarsi di più dalla Giunta.
È seguita la replica di Zanotelli durante la quale ha ribadito che gli approfondimenti sono in corso e che quando si avrà il quadro si valuterà come procedere ulteriormente. Ha ricordato la posizione di unanimità sulla mozione e ribadito l’impegno dichiarato. Valduga ha ribattuto chiedendo all’assessora di farsi garante dal punto di vista dell’informazione nei prossimi 15 giorni: il tempo è stretto, ha affermato e ha chiesto al presidente del Consiglio Claudio Soini di tenere alta l’attenzione e l’informativa, di prevedere un percorso che consenta di avere garanzia che il tema è presidiato. Il presidente Soini ha chiesto quindi a Zanotelli di essere informato sugli sviluppi e si è impegnato a farsi tramite con i Capigruppo.

La mozione 80
Lucia Maestri. Misure per favorire la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’efficienza-efficacia delle azioni di prevenzione.
Partendo da un’ampia premessa che riflette sull’aumento degli infortuni sul lavoro, nonostante la rilevanza e l’attenzione riservata al tema sia a livello nazionale che trentino, la consigliera Lucia Maestri (Pd) impegna la Giunta provinciale su numerosi livelli: a destinare le risorse già disponibili di oltre 4 milioni di euro ad iniziative di prevenzione e di sensibilizzazione in materia di sicurezza sul lavoro su tutto il territorio provinciale con particolare riferimento ai settori dell’edilizia, dell’agricoltura e della filiera del legno; ad istituire la figura del Rappresentante per la sicurezza (RLST) in tutti i 8 comparti che non sono ancora provvisti facendo ricorso, per tale istituzione, anche alle risorse provenienti dalle sanzioni e istituendo, contestualmente, un albo provinciale per garantirne e monitorane la formazione; a favorire il potenziamento dell’organico e delle professionalità operanti al servizio ispettivo del lavoro della Provincia autonoma di Trento e dell’UOPSAL; a rendere più efficienti ed efficaci gli interventi di prevenzione, favorendo la collaborazione istituzionale attraverso specifici protocolli d’intesa; ad implementare sul territorio provinciale iniziative di informazione e formazione negli istituti scolastici e a favore delle imprese e dei lavoratori trentini; a introdurre misure premiali per le aziende che assicurano più tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; a sostenere, anche in termini economici organizzativi tutte le aziende che intendano applicare sistemi di certificazione in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro e a considerare tale certificazione criterio premiante in termini di punteggio nelle gare di appalto; a subordinare l’erogazione dei contributi pubblici e sgravi fiscali a favore delle aziende vincolandolo al totale rispetto della normativa sulla sicurezza; a verificare gli spazi di intervento provinciali relativamente al divieto di subappalti a cascata e a riferire alla competente commissione consiliare, circa possibili migliorative modifiche legislative; a convocare, a brevissimo, una riunione del Comitato Provinciale in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro per formulare un piano di implementazione degli strumenti di formazione e delle azioni di controllo e di prevenzione.
L’assessore Achille Spinelli ha fatto riferimento agli incontri fatti sul tema con i proponenti e ha detto che per come è formulata la proposta non può essere accolta. Ha presentato quindi una proposta emendativa dell’assessorato di revisione di alcuni passaggi del dispositivo. La mozione, per quanto articolata e approfondita, ha detto, espone e chiede interventi e attività e lavora su elementi che la Pat con il Servizio Lavoro ha già messo in atto nel tempo. Gran parte degli elementi indicati, ha sottolineato, sono già oggetto di intervento e di attività. Sono attività più interne che difficilmente possono essere colte dagli organi di informazione, ha aggiunto. Poi: il Comitato per la sicurezza sui luoghi di lavoro le sta attivando e monitorando e le strutture ci stanno lavorando. Restavano alcune parti che registrano la convergenza delle posizioni, ha detto e ha citato l’implementazione della formazione con attività straordinaria (lavorare su giovani, lavoratori e riqualificare gli operatori), formazione e ricerca e attività straordinaria. Il Pnrr dà un’opportunità in questo senso con i cantieri attivati, ha affermato ipotizzando di assegnare la formazione a enti di formazione e a enti bilaterali. Ancora: una valutazione sulla possibile assunzione di altre figure professionali (ha citato l’attività ispettiva e la messa in campo delle risorse delle sanzioni comminate da Apss tramite Uopsal negli anni che fino a qualche tempo fa non avevano visto un uso consono all’obiettivo, rispetto al quale si è corretto il tiro, ha assicurato). Poi: definire un metodo per la costruzione della popolazione delle imprese da controllare nell’ambito del lavoro e della sicurezza; si vuole andare a selezionare meglio e indirizzare l’attività di controllo rispetto a una platea di potenziali inadempienti colpendo quelli che hanno una maggiore probabilità.
Dopo una sospensione richiesta dalla minoranza, la consigliera Maestri ha comunicato che la minoranza ha deciso all’unanimità di non accettare la proposta di Giunta perché, ha dichiarato, non faceva altro che chiedere al Consiglio di benedire le azioni che la Giunta sta facendo o ha già fatto. Ha quindi citato i dati: nel 2023 in Trentino gli infortuni sono stati 8.149 di cui 8 morti, nei primi mesi del 2024 1.451 a ora 10 decessi. Ha ricordato l’incidente sul lavoro di questo pomeriggio di un operaio precipitato in un cantiere, dicendo di sperare per la sua salute. Si parla di vite umane, ha affermato, del valore del lavoro e della vita. Perciò ha detto a nome delle minoranze di non poter accettare che il dispositivo venga derubricato a un valutare la possibilità “se poter assumere ancora figure preposte al controllo dell’applicazione delle misure di sicurezza sul lavoro”. Si discute un assestamento da un miliardo di euro, non si può solo valutare la possibilità di assumere persone per vigilare sulle misure per incrementare la sicurezza sul lavoro, ha aggiunto. Inaccettabile per Maestri che di fronte a un continuo stillicidio si dica che i responsabili sulla sicurezza sono importanti ma attengono alla parte sindacale, contrattuale. Una Giunta che ha a cuore il tema della sicurezza deve fare di tutto, anche in termini di moral suasion, perché si arrivi alla formazione di tecnici preparati per la sicurezza sul lavoro nei cantieri, ha aggiunto. Ha elencato la puntualità delle proposte della mozione: di tutte si è fatto strame. Ancora: non si può dire “si sta facendo”, ma la Giunta si deve chiedere che efficacia ed efficienza hanno le misure. Non basta ribadire che si è fatto un percorso. Ha parlato di una mozione che è la voce del Trentino che lavora e dà lavoro: se a questa si risponde “lo stiamo già facendo” la risposta negativa non ricade solo sulla minoranza, ma sul concetto di lavoro e di valore della vita umana e soprattutto sulle molte voci che hanno contribuito al percorso congiunto.

Paola Demagri (Casa Autonomia) ha parlato di una grande capacità dei firmatari di ascoltare gli addetti ai lavori. La tematica è impattante e diffusa in tutta Italia: se si vuole essere laboratorio per le altre regioni perché non si approfitta allora di questo atto politico per mettere in atto ciò che non è stato messo in atto? Ha citato la riunione del Comitato salute e sicurezza sul lavoro dell’altro ieri: fa specie leggere che la sicurezza sul lavoro sono “temi su cui si sta indirizzando l’impegno” quando invece nella proposta di emendamento si dice che la maggior parte delle cose sono già state attuate. La sicurezza è una questione di metodo, ha aggiunto, ben venga l’opportunità di ri-analizzare le questioni. Ha parlato di un’opportunità persa per affrontare una questione congiunta, a partire dallo stimolo delle minoranze. Ha ricordato quanto detto nel giugno 2021 sull’informativa in Aula sul tema di sicurezza sul lavoro: ha detto che l’assessore aveva parlato del tentativo di introdurre elementi di novità nel trattare la materia. Quali sono ha chiesto? e ha ricordato tutti stanno dicendo che le cose non sono state fatte. Ha auspicato che nella replica l’assessore rendesse edotti i consiglieri delle cose fatte effettivamente in modo che si possa verificare. Amarezza totale, ha dichiarato, nell’apprendere che non c’è la disponibilità ad accettare la mozione presentata, soprattutto in un momento in cui il tema del lavoro tocca diverse cose, la parte economica, il Pil, la necessità di nuove personalità.
Lucia Coppola ha come Maestri citato l’incidente sul lavoro di poche ore fa, nella speranza che la persona possa farcela. Ha detto di aver letto il dispositivo proposto dalla Giunta che annulla tutti i dispositivi messi da Maestri nella mozione riducendoli in un unico dispositivo che dice che la Giunta si auto-impegna a fare ciò che già sta facendo. Quale è il senso di ciò? ha chiesto esortando ad avviare le azioni. Quelli proposti da Maestri, ha aggiunto, erano davvero impegni. Ha detto francamente di non capire la ratio di questi marchingegni politici. Quel che è chiaro che nel primo trimestre del 2024 i numeri sono da paura, 191 vittime tra le quali molte hanno più di 65 anni, cosa che dovrebbe far pensare bene alle condizioni dei lavoratori che a questa età fanno lavoratori usuranti. Il Trentino Alto Adige, ha aggiunto, è finito nella zona rossa, con un’incidenza del 25% rispetto alla media nazionale, in pole position dopo la Val d’Aosta. Su uno dei temi su cui il profondo Nord dovrebbe distinguersi stiamo precipitando e non solo su questo ha detto citando il caporalato. La fascia che segue, ha aggiunto, è tra i 55 e i 64 anni e molti lavoratori esposti al rischio in Trentino sono stranieri, tre volte rispetto alle altre regioni italiane. E si sta parlando solo dei primi 3 mesi: 191 vittime sul lavoro in Italia, 40 mentre andavano al lavoro. Muoiono anche tante donne e anche mentre si stanno recando al lavoro: fa riflettere sul grande stress a cui sono sottoposte molte donne. Sarebbe per Coppola importante uno sforzo collettivo del Consiglio e di riconoscenza del lavoro che le minoranze fanno per portare all’attenzione di tutti queste tematiche. Ha espresso dispiacere per una sintesi così poco rispettosa degli impegni e della mozione.

Michele Malfer (Campobase) ha posto l’accento sulla questione della formazione, dell’insegnamento della cultura della sicurezza sul lavoro. Ha parlato di eventi drammatici, da un impatto devastante sulle vite dei lavoratori e delle famiglie. Si è detto fortemente convinto della necessità di promuovere una cultura della sicurezza a partire dalla scuola. Tra gli effetti benefici ha collocato la riduzione degli infortuni e delle morti sul lavoro, il miglioramento delle condizioni di lavoro e
quindi la produttività e la motivazione dei lavoratori, la creazione di una generazione di lavoratori consapevoli e responsabili, lo sviluppo di competenze trasversali negli studenti. Ancora: insegnare sicurezza sul lavoro a scuola insegna ai ragazzi a identificare i pericoli e come affrontarli. Ha proposto di inserire questo insegnamento nel 50% delle ore dell’alternanza scuola-lavoro, quelle dedicate alla teoria. Ha parlato di interventi fatti a spot nelle scuole, che non fanno cultura. Se il problema della sicurezza sul lavoro è un gran problema, bisogna far in modo che cresca nella società una cultura della sicurezza, ha concluso.

Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha parlato di un’attenzione trasversale sul tema della sicurezza sul lavoro. L’assessore Spinelli, ha detto, non ha detto no, ma ha fatto una proposta. Ha quindi indicato quanto fatto dall’esecutivo nel senso della sicurezza sul lavoro. Il 23 agosto 2021 la Giunta ha istituito il Comitato, ha ricordato. Ha ricordato l’approvazione del Piano e la sua declinazione puntuale, un lavoro che disegna un uso raccordato delle sanzioni nella direzione di rendere osmotiche le politiche e gli interventi della prevenzione. Ha parlato delle iniziative fatte nel senso della cultura, tra cui la definizione del brand “Ti meriti un buon lavoro?”, il bando “A scuola in sicurezza 2023”, il premio “Impresa sicura 2023”, il nuovo quaderno di cantiere realizzato dal Comitato provinciale, l’acquisizione di personale da destinare a posizioni ispettive e di vigilanza, l’incardinamento dell’Ufficio sicurezza nel Servizio lavoro. La Provincia è andata oltre alle norme, attivandosi con attività e proposte di sensibilizzazione e cultura, ha rimarcato e si è soffermata a parlare dell’eccellenza della formazione continua dell’Apss che ogni anno redige un piano per la formazione della sicurezza. Un piano che altrove in Italia non c’è, ha sottolineato, un’eccellenza trentina. Le trasformazioni richiedono tempi lunghi, attenzioni costanti, ha proseguito, una formazione che pur nel rispetto delle cogenze guarda al di là dei meri adempimenti formali. La formazione in Trentino è pianificata costantemente e condivisa dall’Azienda sanitaria con i Rls aziendali, ha ricordato Angeli. Ha quindi parlato di un’opportunità persa di fare un ragionamento riferendosi alla proposta della Giunta non accolta dalle minoranze. Si è riservata di ascoltare le proposte dell’assesore e di fare eventualmente ulteriori ragionamenti.
Achille Spinelli ha ricordato i 50 minuti spesi con Maestri e Maule ieri per discutere di proposta e controproposta. Ha elencato alcuni ambiti su cui ancora si può intervenire: subappalti, appalti, modello piccole imprese. L’argomento è di assoluta rilevanza, ha dichiarato, tutti siamo tesi a migliorare la sicurezza sul lavoro dei nostri lavoratori. Ha precisato che non è che prima del 2020 le morti sul lavoro e gli infortuni sul lavoro fossero materia oscura: esistevano ma la Pat non aveva mai attivato procedure particolarmente forti nel senso della prevenzione. Dal 2020 in poi, ha dichiarato, sono state attivate misure forti, di controllo e incentivazione di attività virtuose; l’intensità è stata aumentata. Ha rimandato alle attività svolte indicate nella proposta e ricordato che la formazione è elemento centrale a partire dalle scuole: con il sindacato si è cercato di introdurre anche qualche elemento choc, testimonianze e filmati per far vibrare testa e cuore dei ragazzi. Alla minoranza ha detto che è stata sottovalutata la contro proposta o che gli elementi non sono stati trasferiti, ma la proposta aveva tutti gli elementi per essere valutata. La strada è corretta: si persegue l’obiettivo senza iniziative estemporanee, ha concluso.

Filippo Degasperi (Onda) si è dispiaciuto che una mozione dallo spirito condiviso sia stata presa come contrapposizione. Si è detto dispiaciuto anche per qualche tono da tribunale, per la posizione dell’assessore: nessuno ha messo in dubbio l’operato della Provincia, né quello che ha elencato Angeli. Una difesa d’ufficio su questioni che non erano nella mozione fa pensare, ha detto. Degasperi ha parlato di dati scioccanti: 3 morti al giorno. Se c’è un punto di partenza, prima di mettere sul banco degli imputato Apss e Provincia si può partire dal Ministero del Lavoro che la prima cosa che ha fatto è stato licenziare il dirigente generale dell’Ispettorato sul lavoro. Ha chiesto se qualcuno ha risposto dell’utilizzo non proprio consono del passato dei fondi raccolti con le sanzioni citato dall’assessore. Ha detto di non spiegarsi perché queste azioni non siano state condivise. Che anche il Consiglio provinciale dia il proprio appoggio al lavoro della Giunta, soprattutto che le questioni sono presidiate, poteva essere positivo, ha aggiunto.

Christian Girardi (FdI) ha ricordato che il tema sta a cuore a tutti. La proposta dell’assessore, ha affermato, affrontava un tema cercando di mettere sul piatto situazioni concrete per migliorare le situazioni. Non si può fare finta din nulla, ha detto, sui passi enormi fatti negli ultimi 50 anni in Italia: dagli anni Settanta ad oggi i morti sul lavoro sono calati del 70%. Un dato di cui non si può tenere conto: la formazione fatta ha portato a cambiamenti radicali. Ha parlato della differenza tra i cantieri edili di oggi e di 50 anni fa. Sono stati fatti passi avanti enormi, ha aggiunto, arrivare al rischio zero forse non è possibile ma bisogna mettere in campo tutte le forze possibili per arrivare a ciò. Le proposte di Spinelli ha detto Girardi e invitato tutti a porre l’attenzione sui limiti del decreto 81 del 2008� le responsabilità oggi non sono in capo a tutti gli attori del mondo del lavoro, andare nella direzione della responsabilizzazione di chi deve operare nel campo della prevenzione è un tema da aprire. Intervenire sulla soggettività per investire sulla prevenzione. Il tema dovrà vedere ulteriori discussioni, ha concluso, ma tanto è stato fatto. In 15 anni si è resa la formazione sui luoghi di lavoro imprescindibile.

In replica Maestri ha ricordato che la mozione era basata sulla concretezza, dà indicazioni cogenti sul da farsi. Ha risposto ad Angeli dicendo che è chiaro che la relazione tecnica che ha letto in Aula porta l’elenco di ciò che è già fatto, ma la mozione non era né per denigrare, né per lodare l’assessore. La mozione serviva a chiedere all’assessore di implementare le attività: difficile incontrarsi se non si capisce questo spirito. Non si può dire che la mozione è accoglibile con un emendamento interamente sostitutivo della mozione, altrimenti non ci si capisce di fronte a una tragedia. Non si può morire di lavoro, ha ribadito, è vero che le cose sono molto migliorate negli anni. Nel 2024 i morti sul lavoro in Italia e in Trentino sono troppi e bisogna fare un passo in più, ha ribadito. Da responsabili politici, ha aggiunto, non si può tacere, non si può dire “bravi avete fatto i corsi di formazione”, gli incidenti sono troppi e sono nei settori dell’edilizia, del legno, dell’agricoltura. Maestri ha ripetuto che la mozione è frutto dell’ascolto, di un lavoro condiviso con gli operatori, con i medici, con i lavoratori. Si è detta dispiaciuta e ha detto che non è intenzione della minoranza continuare a creare fratture su questo tema. Ha parlato del ddl che arriverà in Aula in autunno dicendo di sperare che si maturi in quest’Aula una consapevolezza sull’importanza di implementare le politiche sul lavoro.

Paolo Zanella (Pd) nelle dichiarazioni di voto ha detto di essersi stupito dell’approccio visto: si è presa una mozione, si è detto tutto ciò che si fa (si poteva comunque integrare la premessa con ciò), ma per i punti in cui si chiede di fare qualcosa si dice quello che si sta già facendo. Sull’assunzione di persone: ne sono state assunte alcune ma in maniera insufficiente perché passano la maggior parte del tempo a lavorare a valle con la magistratura per capire cosa è successo, non a monte. Zanella ha ricordato i settori particolarmente delicati, il legno, l’agricoltura e l’edilizia, quelli dove se succede un evento è probabile sia grave. Su quelli vale la pena investire, ha esortato. La figura di responsabile per la sicurezza sul lavoro territoriale non c’è, ha dichiarato, ma sull’impegno si dice di no. Sarà pure un tema condiviso, ma i suggerimenti spariscono dagli impegni, ha affermato. Zanella ha detto che l’obiettivo della minoranza non è impegnare la maggioranza a fare cose che già si fanno o a valutare la possibilità di fare. Per il consigliere bisogna assumere persone che fanno vigilanza, per fare prevenzione.

Chiara Maule (Campobase) ha parlato di un tema difficile e ricordato che nessuno si è permesso di dire che non si siano fatti passi avanti. Il problema però, ha rimarcato, è che le morti aumentano e sembra che i provvedimenti per evitarlo siano fermi, non aumentino. La presenza sui territori non deve essere solo sanzionatoria, ha aggiunto, ma deve far maturare una visione, un pensiero di sicurezza sul lavoro del datore e del lavoratore. Ha detto che si sarebbe immaginata uno sforzo in più sulla mozione. Si voleva con la mozione, ha sottolineato, provare a dare una risposta immediata in più.
Il voto: la mozione è stata respinta con 14 voti favorevoli e 18 contrari.
Al termine dei lavori, che hanno visto rimandare i rimanenti punti all’ordine del giorno a dopo la discussione sull’assestamento di bilancio, Maestri è intervenuta rilevando che due giorni d’Aula erano pochi e sottolineando che, dopo che il ddl 16 a sua firma (su nomina e compiti di direttore di museo provinciale) ha fatto tutto l’iter in Commissione nel totale silenzio della maggioranza, la Giunta ha messo in assestamento all’articolo 19 la modifica alla legge. Uno schiaffo al Consiglio, ha affermato. Ha risposto la vicepresidente Francesca Gerosa dicendo che non c’è stato nessun atteggiamento non rispettoso e che nell’assestamento viene semplicemente definita la definizione più adeguata del direttore senza entrare nel merito di quello previsto dal ddl. Sulla tempistica il presidente Soini ha ricordato le due comunicazioni non previste ma dovute e importantissime che hanno limato particolarmente i tempi. Due giorni sono inoltre stati calibrati sull’appuntamento importante per l’assestamento, ha aggiunto.

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