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CONSIGLIO PAT * HYDRO DOLOMITI: «DISCUSSIONE SU PRELAZIONE QUOTE, DOPO LA COMUNICAZIONE DI FUGATTI SI LAVORA AD UNA RISOLUZIONE UNITARIA»

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15.00 - mercoledì 3 luglio 2024

Consiglio, lunga discussione sulla prelazione delle quote di Hydro Dolomiti. Dopo la comunicazione di Fugatti si lavora a una risoluzione unitaria. L’intera mattinata è trascorsa nella discussione seguita alla comunicazione fatta dal presidente Fugatti su Hydro Dolomiti energia. La seduta è stata sospesa pochi minuti prima delle 13 per consentire lo svolgimento della conferenza dei capigruppo nella quale si sta definendo il testo di una risoluzione che verrà discussa e votata nel pomeriggio. I lavori riprendono alle 14,30.

In apertura di seduta il presidente Fugatti, su richiesta dell’opposizione, ha fatto il punto su Hidro Dolomiti energia. Ha ricordato, ripercorrendo la vicenda, che entro il 14 luglio, da parte di De Holding, va esercitata la prelazione sul 40% di Hde in mano al fondo australiano, per questo devono essere istruiti gli elementi necessari alla valutazione, avendo attenzione alla situazione patrimoniale della società e alla scadenza delle concessioni. Non essendo una società in house, ha ricordato Fugatti, la decisione spetta al Cda di De, ma ha ricordato la posizione di De al vertici delle spa trentine e il suo ruolo fondamentale per l’equilibrio economico del Trentino. I soci pubblici, ha ribadito, guardano al gruppo con grande attenzione in particolare la Pat che svolge un ruolo di raccordo. Alla Provincia, ha aggiunto, importa che l’eventuale riscatto delle quote con la prelazione sia economicamente sostenibile e che assicuri il ruolo strategico per la gestione dell’energia idroelettrica. L’analisi sull’economicità dell’operazione, ha detto ancora Fugatti, verrà ultimata nei prossimi giorni e sulla base di questa verranno prese le decisioni. In questo quadro saranno importanti, nelle prossime settimane, le valutazioni del Consiglio. Il presidente della Giunta, infine, ha detto che per le alleanze si guarda non solo a sud ma anche a nord. Per orma il punto è questo: l’offerta dei privati sul 40% delle azioni è stata fatta quindi si può discutere di questa tematica, anche se, ha ribadito Maurizio Fugatti, la decisione spetta al Cda di De.

Valduga: gli enti pubblici devono avere un ruolo centrale

Francesco Valduga (Campobase) ha detto che è stata chiesta questa comunicazione pur comprendendo che, fino a oggi, era necessaria la riservatezza. Ma, ha sottolineato, gli enti pubblici, in primo luogo i comuni di Trento e Rovereto che hanno fondato De, devono avere un ruolo centrale anche per allargare il raggio di azione dell’azienda nel campo della sostenibilità ambientale. Importante quindi per il capogruppo di Campobase è pensare che, lungo l’asse del Brennero (e anche oltre il Brennero), si trovino alleanze per rafforzare la società e il suo ruolo. Valduga ha detto di non voler certo demonizzare il ruolo del privato, ma il percorso che si sta delineando, ha affermato, deve essere presidiato il più possibile dal pubblico. L’alleanza col privato ha senso se questo fa investimenti e non solo operazioni finanziarie. La prelazione, ha detto ancora, va quindi esercitata, se sostenibile economicamente, e questa scelta deve essere accompagnata da una discussione che coinvolga anche i consigli comunali di Trento e Rovereto. Infine, il capogruppo ha auspicato che si arrivi a una risoluzione comune per rafforzare l’azione del presidente.

Manica: la proprietà dell’acqua nelle mani dei trentini

Alessio Manica (Pd) ha posto l’attenzione sul tema dell’acqua che passa anche per il controllo pubblico delle società. L’autonomia, ha aggiunto, potrebbe anche accarezzare l’idea che la proprietà dell’acqua venga posta nelle mani dei collettivi che rappresentano la società civile trentina. Manica ha detto che quello di Hidro Dolomiti è un passaggio decisivo della legislatura. Quindi, anche per il capogruppo Pd, la prelazione va esercitata, va rafforzato il piano industriale e va cercata un’alleanza con l’Alto Adige che ha una società totalmente pubblico. Certo, questo passaggio non può essere disgiunto dal tema delle concessioni e qui non si può pensare a una perdita di controllo di un settore, quello dell’acqua, fondamentale perché siamo dentro una transizione ecologica. In Dolomiti Energia, ha continuato, c’è ben poco degli enti locali e questo è in contraddizione col fatto che l’acqua si trova nelle valli. La prelazione, quindi, va vista anche nella prospettiva di fare entrare nella società anche il resto del territorio. Anche Manica ha auspicato che si possa arrivare a una risoluzione unitaria per dare un mandato forte a Fugatti. Infine, il capogruppo Pd ha auspicato che le quote, se verranno acquistate, non vengano messe sul mercato.

Degasperi: oggi il ruolo di De è quello di distribuire dividendi

Filippo Degasperi (Onda) ha affermato che l’errore è stato quello, 20 anni fa, di aprire ai privati e ha affermato che la domanda fondamentale porsi è: quale è il ruolo di De che oggi appare quello, ha affermato, di distribuire i dividendi (una tassa di fatto per gli utenti) a scapito del ruolo di gestione di servizi. Per questo, ha aggiunto, la spa quando fa comodo è pubblica e quando non lo è è privata. Degasperi ha ricordato che durante la crisi post Covid e si chiedeva un intervento di De per alleggerire il costo delle bollette si diceva che la società è privata e quindi non poteva farlo. Stranamente, ha aggiunto, in quel periodo la società sembrava sull’orlo del baratro, mentre oggi fa utili enormi. Una società che, ha detto inoltre Degasperi, è stata sanzionata dall’autorità garante perché si è comportata in modo scorretto con gli utenti. Un fatto che avrebbe dovuto portare i soci pubblici a licenziare i loro rappresentanti nel cda. Quindi, per l’esponente di Onda, una spa a partecipazione pubblica che non aiuta le famiglie e gli utenti e non ha un ruolo nella difesa ambientale (si pensi agli svasi dei bacini sull’Avisio) non può essere considerata pubblica. Perché non fa nulla per i trentini, ha concluso, basti pensare alla chiusura della passerella sul canale Biffis a Mori. Quindi, se le cose rimangono così, ci si deve chiedere per quale motivo si rilevano le quote.

Daldoss: trasformare De in una società di sistema

Carlo Daldoss (FdI) s’è detto d’accordo sulla prelazione e su una risoluzione unitaria, ma ha affermato che è importante sapere quali prospettive di redditività ha De anche in vista delle tappe complesse delle concessioni. Se la prelazione verrà esercitata, ha ricordato l’esponente di FdI, rimarrà comunque in De un 23% di privati sui quali verrà ripartita la quota della prelazione. Quindi, la struttura societari non cambia. Per quanto riguarda i comuni in una prospettiva di medio periodo la Pat e i comuni di Trento e Rovereto dovranno trasformare la società in una vera società di sistema per l’intera provincia ampliando, quindi, la base sociale. Alperia, ha continuato, è una società quasi del tutto pubblica con la partecipazione dei comuni è ha quindi la capacità di effettuare ricadute dirette sugli utenti. De, invece, paga il peccato originale nel 2009 quando la Giunta di allora aprì ai privati con un 23% assegnato, senza alcuna gara, ai privati. Un errore strategico al quale oggi va posto rimedio trasformando De in una società di sistema senza cedere alle tentazioni autarchiche, perché è inevitabile rimanere competitivi anche attraverso alleanze fuori dai nostri confini.

Bisesti: Fugatti ha avuto il merito di cambiare strada

Mirko Bisesti (Lega) ha sottolineato il ruolo svolto da Fugatti nella scelta di cambiare la strada che venne intrapresa vent’anni fa da Dellai. L’acqua è dei trentini, ha detto il capogruppo leghista, e quindi la sua gestione è fondamentale per la sostenibilità ambientale e economica e questo passa per un cambiamento della struttura societaria.

Coppola: De pubblica per ridare un ruolo ai comuni

Lucia Coppola (Avs) ha ricordato la risoluzione Onu del 2010 che ha dichiarato quello all’acqua uno dei diritti fondamentali. Per questo la consigliera s’è detta d’accordo col diritto di prelazione, che andrà accompagnato da un piano per le ricadute sugli utenti, anche in termini di caro – bolletta. C’è l’esempio di Alperia, ha affermato, e il tema della ripubblicizzazione del servizio è di fondamentale importanza anche per ridare un ruolo ai comuni che vedono sui loro territori le centrali e le loro infrastrutture e hanno diritto alla sicurezza e alle ricadute economiche. Anche Lucia Coppola ha auspicato che si arrivi a una risoluzione unitaria per una società che produce il 19% dell’energia idroelettrica prodotta in Italia.

Demagri: la prelazione non è un debito ma un’opportunità

Paola Demagri (Casa Autonomia) ha detto di voler guardare al futuro e all’opportunità che venga esercitato il diritto di prelazione. Demagri ha ricordato che non si può dimenticare l’aspetto della redditività economica, ma il debito che si dovrebbe sottoscrivere per rilevare le quote in realtà non è un debito perché rappresenta un investimento sulla risorsa acqua.

Angeli: è il momento giusto per allargare le opportunità a tutti i trentini

Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha ricordato che Hde in Trentino si produce grandissimi volumi di energia ai quali corrispondono utili rilevanti. Basti pensare che Trento e Rovereto hanno ricavato 8 e 7 milioni di euro all’anno, un ottimo risultato, ma va posta attenzione anche agli altri comuni nell’ottica di una gestione dell’acqua come bene di tutti. Il momento, ha concluso, è quello di fare un ragionamento decisivo per dare a tutti i trentini le opportunità offerte dalla gestione dell’acqua.

Kaswalder: si è recuperato lo spirito dell’Asar

Walter Kaswalder (Patt) ha ricordato che la questione idroelettrica venne sollevata già dall’Asar come opportunità fondamentale per il Trentino. Fugatti, ha detto ancora, per le scelte che sta facendo può definirsi, a differenza di altri, un presidente autonomista. L’operazione del 2015, ha aggiunto Kaswakder, va rivista e andrebbe costituita una commissione ad hoc per fare luce su un’ operazione che ha permesso al fondo australiano di portare a casa un utile di 150 milioni. Quindi, andrebbe ricostruita questa vicenda perché, ha affermato il consigliere Patt, qualche responsabilità morale emergerebbe. Anche perché, ha detto ancora, i privati furono favoriti rispetto ai comuni. Infine, ha auspicato che le obbligazioni vengano aperte al risparmio delle famiglie per evitare che vadano in mano ai soliti noti. Si sarebbe così la possibilità ai trentini di fare piccoli investimenti che permetterebbero ai sottoscrittori di pagare le bollette. Kaswalder ha chiuso dichiarando la sua amarezza perché un autonomista, nelle scorse legislature, non ha voluto riportare De nelle mani dei trentini recuperando lo spirito dell’Asar.

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