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ENPA – ROMA * FAUNA: « TRENTO CONDANNA A MORTE 1.500 CERVI, LE FUCILATE INEFFICACI PER IL CONTROLLO DEMOGRAFICO »

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16.16 - martedì 7 novembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Animali. Trento condanna a morte 1.500 cervi, Enpa: stop alle uccisioni, serve nuovo censimento. Le fucilate inefficaci per il controllo demografico, utili solo al business della carne. L’Ente Nazionale Protezione Animali chiede che sia applicato il principio di precauzione e che, di conseguenza, nella parte trentina del Parco dello Stelvio venga fermata l’uccisione di 1.500 cervi. Ad autorizzare lo sterminio è stata la Provincia di Trento con una deliberazione di Giunta che risale al 25 novembre 2022, dunque a circa un anno fa, poi “aggiornato” lo scorso 13 ottobre. Quel provvedimento, a cui si erano opposte le associazioni che partecipano al piano di gestione del Parco, tra cui proprio Enpa, è rimasto “quesciente” per quasi dodici mesi ed è stato poi “riesumato” lo scorso 13 ottobre – in piena campagna elettorale per il rinnovo della PAT – con una “integrazione” che, oltre a prevedere consistenti rimborsi per i cacciatori che uccidono gli ungulati, fissa addirittura un prezzo per l’acquisto della loro carne (3,5 euro al chilo). Ovviamente, sempre a beneficio delle “doppiette”.

«Se è vero che, come sostenuto dalla Provincia, il piano nasce dalla generica e vaga motivazione di correggere alcuni presunti squilibri biologici, il programma di abbattimenti, fino a 1.500 esemplari in cinque anni, dovrebbe essere fermato immediatamente poiché fa riferimento ad una realtà oramai superata, quella per l’appunto del novembre 2022. In questo lasso di tempo – spiega Enpa – la numerosità delle popolazioni di cervo potrebbe essere cambiata, così come potrebbe essere cambiato in meglio lo stato di conservazione degli ecosistemi locali. Ragione vorrebbe che si conducesse una nuova, approfondita indagine che fotografi al meglio lo stato dei luoghi e gli andamenti demografici della specie».

A maggior ragione il piano dovrebbe essere fermato se, come Enpa sospetta, fosse finalizzato unicamente a soddisfare le “aspirazioni” venatorie delle doppiette e ad alimentare il business della cosiddetta “selvaggina”. Il fatto che la PAT, prima dell’inizio delle fucilate, si sia premurata di fissare un prezzo per la carne degli animali uccisi, farebbe pensare proprio a questa seconda ipotesi.

Insomma, secondo la Protezione Animali, quello dei presunti danni agli ecosistemi è solo un pretesto, anche perché, come ampiamente dimostrato dal mondo scientifico e dai piani di abbattimento condotti in Italia negli ultimi vent’anni, le fucilate non hanno alcun effetto sui trend demografici degli animali selvatici. «Per una reale gestione faunistica dei cervi dello Stelvio, sempreché fosse provata un reale sovrannumero, andrebbero applicati tutti i principi messi a disposizione dalla scienza e non promuovere campagne di abbattimenti con fine di lucro condotte da privati. Si potrebbe utilizzare, ad esempio, il farmaco contraccettivo Gonacon, già impiegato con successo negli USA sui cervi dalla coda bianca, o ricorrere ai corridoi faunistici per la dispersione degli animali. Ma – conclude Enpa – ci si potrebbe affidare a meccanismi naturali, facendo in modo che i lupi, tanto odiati da Fugatti, possano finalmente esercitare quella funzione di selezione che la natura ha assegnato alla loro specie».

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