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“INSIEME PER ANDREA PAPI“ * ORSI: «LA NOSTRA SFIDA, REDIGERE UN PIANO DI GESTIONE DAL BASSO DA PORTARE IN EUROPA (SENZA ASPETTARE CHI GOVERNA)»

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15.24 - mercoledì 14 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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La sfida del Comitato Insieme per Andrea Papi: redigere un piano di gestione dal basso, senza dover aspettare chi governa e da portare in Europa. Una pubblicazione dedicata a tutte le persone che hanno a cuore la libertà, il rispetto per l’uomo e la difesa dei diritti di uso civico che hanno consentito e consentono l’uso sostenibile delle risorse naturali. Uno strumento scientifico a sostegno dell’impegno e delle attività del Comitato Insieme per Andrea Papi e che consentirà di dialogare e confrontarsi più efficacemente con le istituzioni provinciali, nazionali ed europee sulla questione della presenza dell’orso nelle valli e nei boschi del Trentino.

Ieri sera, 13 agosto 2024, in un teatro comunale di Malé davvero molto gremito di residenti ma anche di turisti che ogni estate scelgono di trascorrere un periodo di vacanza in Val di Sole, il Comitato, presieduto da Pierantonio Cristoforetti, ha presentato il volume che raccoglie gli atti del convegno che si è tenuto il 13 gennaio 2024 a Dimaro con tema «Grandi carnivori: un problema per il futuro della vita sulle Alpi».

La pubblicazione, di 107 pagine ed edita da Franco Angeli con la formula Open Access, raccoglie tutti gli interventi dei relatori intervenuti durante il convegno: il parlamentare europeo e membro della PPE Herbert Dorfmann, che ha portato un aggiornamento rispetto alla situazione normativa e legislativa a livello del Parlamento Europeo; il professore ordinario di Economia e Agraria dell’Università di Trento Geremia Gios con l’intervento «Gestire per conservare: a quali condizioni ci può essere sostenibilità nelle Alpi?»; Luca Battaglini del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università degli Studi di Torino che ha parlato di «Selvatici e domestici: l’urgenza della gestione, tra gravi interazioni e conflitti»; lo zoologo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia e Società italiana per la Storia della fauna «Giuseppe Altobello» Marco Masseti sul tema delle «Recenti tendenze della zoologia dei vertebrati in Italia»; i tecnici laureati del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro – Forestali dell’Università degli Studi di Padova Giulia Ranzani e Cristian Bolzonella che hanno portato esempi di gestione dell’orso in Europa, tra problematiche e prospettive; il senior advisor di Nomisma Gualtiero Tamburini con un intervento dal titolo «I turisti non vengono più in Trentino per paura dell’orso: una prima valutazione degli effetti socio-economici del progetto Life Ursus»; l’antropologo Annibale Salsa sulla «Demonizzazione dell’uomo e sacralizzazione dei grandi carnivori – Nuovi totem e nuovi tabù postmoderni».

A illustrare l’importanza del volume, dopo i saluti iniziali dell’assessore del Comune di Malé Massimo Baggia e l’immancabile ricordo di Andrea fatto dal padre Carlo, è stata la coordinatrice scientifica del Comitato Franca Penasa che ha sottolineato: «Avevamo bisogno di basi solide per poterci confrontare con le istituzioni. Dalle relazioni emerge come il progetto Life Ursus sia un progetto che di ecologico e di scientifico ha davvero poco. Ci ha tolto la libertà di fruire in tranquillità e sicurezza il nostro territorio».

La serata, moderata dal giornalista Sandro de Manincor, era però dedicata anche ai turisti, agli ospiti e ai proprietari non residenti di seconde case che hanno potuto firmare una petizione che riportava in calce lo stesso quesito che sarà sottoposto ai residenti della Val di Sole in occasione della consultazione popolare di settembre (si sta individuando la data precisa):
«Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzazione come le Valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?»

«Ce lo avete chiesto in tanti, ci avete manifestato le vostre preoccupazioni e paure a frequentare i nostri boschi – ha commentato Cristoforetti –. Lo statuto della Comunità di valle consente solo ai residenti di partecipare alla consultazione popolare ma abbiamo voluto dare la possibilità anche a voi turisti e proprietari di seconde case non residenti di sostenerci in questo nostro percorso. Altri territori sono pronti a seguirci sulla strada della consultazione popolare. La Val di Non ha già depositato la richiesta per l’avvio del procedimento, ma si stanno muovendo anche la Val Rendena, le Giudicarie e la Valle dei Laghi. Viviamo un momento di paura e sconforto perché, con la reintroduzione dell’orso, ci hanno tolto un pezzetto di libertà e della nostra identità».

E sul tema della percezione di insicurezza rispetto a un territorio si è soffermato, ieri sera, Gualtiero Tamburini che ha evidenziato come da un tale sentimento derivi inevitabilmente un problema di tipo economico. L’economista, oltre a confermare i dati riportati nella relazione contenuta negli atti, ha aggiornato la stima rispetto al valore economico turistico perso in valle a causa dell’orso, portandola dai 12 milioni di euro iniziali a 20 milioni se ai dati alberghieri ed extralberghieri si aggiungono quelli derivanti dalle seconde case e dagli affitti brevi. «Una stima che potrebbe essere prudenziale – ha affermato –. La Provincia, che è totalmente carente sull’informazione economica rispetto a un fatto così importante, dovrebbe raccogliere e analizzare in modo organico e scientifico i dati per poter confermare la perdita nel settore turistico».

«Per conservare l’ambiente, la biodiversità è necessario gestire – ha aggiunto quindi Gios – Per mantenere il giusto equilibrio tra azioni e conseguenze serve conoscenza. Prima di introdurre l’orso in un territorio si sarebbe dovuto fare un piano di gestione serio. Ma temo che non ci arriveremo mai perciò lancio una sfida al Comitato: scrivere un proprio piano di gestione, dal basso e popolare, da portare direttamente alle istituzioni europee». Una sfida che è stata prontamente raccolta dal presidente del Comitato.

In chiusura, l’antropologo Salsa, che ha parlato di mitizzazione dell’animale orso, ha posto una domanda: «Perché chi vive lontano deve decidere su come deve essere gestito il territorio?» Gli atti sono scaricabili gratuitamente visitando il sito internet del Comitato www.insiemeperandreapapi.it

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