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ISTAT * WELFARE TERRITORIALE 2021: «SPESA SOCIALE COMUNI A 10,3 MILIARDI, L’ALTO ADIGE SI ATTESTA A 592 EURO PRO CAPITE / IL TRENTINO A 200»

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11.19 - mercoledì 19 giugno 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Welfare territoriale: la spesa cresce di più al Sud. Il Nord-Est ha più risorse della media nazionale. Nel 2021 la spesa dei Comuni per i servizi sociali e socio-educativi è stata di 10,3 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e 745 milioni dalla contribuzione a carico degli utenti. La spesa al netto delle compartecipazioni (8,4 miliardi) è aumentata del 6,7% rispetto al 2020.

Maggiori gli incrementi di spesa al Sud (8,1% in valuta corrente; 6,1% in termini reali), soprattutto in Calabria (27,6%), in Puglia (18,5%) e in Basilicata (17,2%). Il divario rispetto alle altre aree del Paese resta però molto ampio. Al Nord-est le risorse per il welfare territoriale (197 euro pro-capite) sono ben al di sopra della media nazionale (142 euro) e quasi tre volte superiori rispetto al Sud (72 euro).
Sono stati presi in carico dagli assistenti sociali oltre 2 milioni 185mila utenti, di cui la quota più ampia (31%) è composta da bambini e nuclei familiari con minori.

Ampi i divari territoriali della spesa per i servizi sociali

Ai Comuni compete l’offerta sul territorio degli interventi e servizi sociali, al fine di migliorare qualità della vita, garantire pari opportunità, non discriminare e tutelare i cittadini in condizioni di svantaggio e vulnerabilità. I dati vengono raccolti dall’Istat dopo la chiusura dei bilanci consuntivi dei Comuni e degli altri Enti di rilevazione, quindi diversi mesi dopo rispetto all’anno di riferimento. Inoltre, data la complessità delle informazioni richieste, la rilevazione comporta tempi piuttosto lunghi e la successiva validazione dei dati trasmessi prevede accurate procedure di controllo, che richiedono un ulteriore slittamento della diffusione delle informazioni rispetto all’anno di riferimento. Pertanto, il quadro informativo disponibile è riferito al 2021.

Nel 2021 i Comuni hanno impegnato per i servizi sociali e per gli asili nido 10,3 miliardi di euro, di cui 745 milioni rimborsati dalla compartecipazione pagata dagli utenti (7,2%) e 1,2 miliardi dal SSN (11,8%). Al netto delle compartecipazioni, la spesa dei Comuni singoli o associati è stata di 8,4 miliardi di euro. I principali destinatari della spesa sociale dei Comuni sono le famiglie con figli e i minori (37,7%), seguono le persone con disabilità (26,3%) e gli anziani (15%). Il 10,8% delle risorse è stato impiegato per contrastare la povertà e il disagio degli adulti, il 4,2% per gli immigrati, lo 0,3% per le persone con dipendenze da alcol e droga, il rimanente 5,7% per attività generali e multiutenza.

Nel 2021 la spesa dei Comuni, al netto delle integrazioni del SSN e delle quote pagate dagli utenti, è aumentata del 6,7% rispetto al 2020 (4,7% tenendo conto dell’inflazione). Il maggiore incremento è stato al Sud (8,1% in valuta corrente, 6,1% in termini reali), ma restano ampi differenziali rispetto alle altre aree del Paese. Al Nord-est si registra la spesa più alta (197 euro pro-capite), quasi tre volte superiore rispetto al Sud (72 euro). Il Nord-ovest e il Centro (156 e 151 euro pro-capite rispettivamente) sono poco al di sopra della media nazionale (142), le Isole poco al di sotto (134 euro), ma con una notevole differenza fra la Sardegna (ben 279 euro pro-capite) e la Sicilia (86 euro).

A livello regionale i maggiori incrementi di Calabria (27,6%), Puglia (18,5%) e Basilicata (17,2%) non sono sufficienti per modificare sostanzialmente i divari. La spesa dei Comuni della Calabria, ad esempio (37 euro pro-capite), mantiene una grande distanza rispetto alla media nazionale (142 euro) e soprattutto ai territori che investono più risorse: la Provincia Autonoma di Bolzano si attesta su 592 euro, seguono tre regioni a statuto speciale (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Valle D’Aosta), la Provincia Autonoma di Trento, l’Emilia-Romagna (al di sopra dei 200 euro pro-capite).

Divari rilevanti permangono anche nella spesa sociale fra Comuni della stessa regione. In generale, le risorse aumentano al crescere della dimensione demografica dei Comuni, mantenendo però le rilevantissime distanze fra le tre principali aree geografiche. In media i Comuni al di sotto dei 10mila abitanti spendono per il welfare locale 118 euro pro-capite l’anno, valore che aumenta gradualmente per i Comuni fra 10mila e 20mila abitanti (121 euro) e fra 20mila e 50mila (124 euro), mentre si ha un incremento più deciso oltre i 50mila abitanti (182 euro).

I differenziali legati alla dimensione demografica sono più accentuati nelle aree del Nord e del Centro, mentre il Mezzogiorno è caratterizzato da una minore e più uniforme disponibilità di risorse per i servizi sociali. Infatti, mentre i Comuni più grandi del Centro e del Nord sono ben al di sopra del resto del Paese, quelli del Mezzogiorno spendono meno della media italiana e dei Comuni più piccoli del Nord.

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