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LAV * ORSI TRENTINO – RADIOCOLLARAGGIO M91: «INVIATA AD ISPRA NOSTRA VALUTAZIONE TECNICA, NON CI SONO GLI ESTREMI PER LA CATTURA»

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13.55 - giovedì 8 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Prosegue il tentativo della Provincia di Trento di catturare M91 per dotarlo di radiocollare. Il giovane orso, di circa due anni d’età, era stato coinvolto ad aprile in un incontro con un turista a monte di Molveno, sull’altipiano della Paganella. La trappola a tubo, che era stata appositamente attivata per lui, ha catturato però un altro individuo, una femmina d’orso, che è stata quindi radiocollarata.

Se la Provincia riuscirà a dotare di radiocollare anche M91, c’è il concreto rischio che poi proceda, come già fatto per M90 e KJ1, con l’uccisione di quello che è poco più di un orsacchiotto che si è da poco staccato dalla mamma.

“Per questo motivo e nell’ottica della leale collaborazione tra enti, abbiamo prontamente e preventivamente inviato una dettagliata relazione tecnica a ISPRA – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – con la quale, documenti alla mano, dimostriamo che non esiste alcuna ragione perché possa essere rilasciato un parere positivo all’uccisione di M91”.

In particolare, per quanto riguarda la valutazione della pericolosità dell’orso, è la stessa Provincia ad affermare che “non risulta alcuna storia pregressa di problematicità né di questo esemplare, né da parte dei genitori”, elemento che da solo è già sufficiente per mettere in dubbio la sua pericolosità, come precisa lo stesso PACOBACE dove afferma che “per definire un orso ‘problematico’ è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali”.

Inoltre, la scheda “Incontri uomo-orso” del servizio faunistico della Provincia a chiarisce definitivamente che l’incontro tra M91 e l’escursionista è stato caratterizzato da due elementi fondamentali: la curiosità dell’orso e le reiterate provocazioni messe in atto dall’uomo che, in una comprensibile situazione di stress, alla vista dell’orso a dieci metri di distanza “si dava alla fuga correndo verso valle”, per poi lanciargli contro delle pietre “provando anche a spaventare il plantigrado con grida ed imbracciando un ramo d’abete”, ovvero tutto il contrario di ciò che si dovrebbe fare in casi del genere.

Come ben chiarito nel manuale “Uomo e Orso, Gestire gli Incontri” del Parco Adamello Brenta, nel caso di incontro ravvicinato con un orso “devo sempre evitare di scappare correndo perché l’orso potrebbe essere portato istintivamente all’inseguimento interpretandomi, solo a quel punto, come una potenziale preda”. Anche nel caso di un falso attacco “Quello che non andrebbe fatto è scappare correndo perché l’orso potrebbe a quel punto essere stimolato a rinforzare la minaccia rincorrendoci e/o interagendo fisicamente”.

In estrema sintesi, il documento inviato dalla LAV a ISPRA, che prende in considerazione le stesse osservazioni effettuate dal Servizio Faunistico e le norme della PAT, i contenuti del PACOBACE e i manuali predisposti dai ricercatori del Parco Adamello Brenta, evidenzia al di là di ogni interpretazione:
l’assenza di comportamenti “problematici” precedenti del soggetto;
i comportamenti dell’escursionista che hanno scatenato, o quantomeno fomentato, la reazione dell’orso;
l’attendibilità dell’interpretazione dell’incontro come categoria 11 del PACOBACE, che esclude ogni possibilità di cattura o uccisione;
la possibilità di non attuare alcun intervento sull’orso ai sensi dello stesso PACOBACE.

“Chiediamo che l’orso M91 sia lasciato libero di vivere la sua vita, accanirsi su un animale che nonostante le ripetute provocazioni ha risposto solamente con la curiosità tipica di un giovane della sua età non ha nulla a che fare con la tutela della sicurezza dei cittadini, che può essere garantita solo attraverso l’applicazione scrupolosa delle indicazioni scientifiche”, conclude la LAV.

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