(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Interrogazione a risposta scritta. Attivazione protocollo psicologico a seguito di aggressione al personale sanitario. La notte tra il 15 ed il 16 maggio presso il servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Trento (SPDC) è avvenuta una aggressione da parte di un paziente psichiatrico nei confronti del personale sanitario.
Purtroppo non è la prima volta che accade e sembra che questo problema sia in costante ascesa assumendo così una dimensione problematica per il personale che si trova sempre più esposto al rischio di subire violenza da parte di pazienti rappresentando per loro un evento traumatico e difficile poi da superare.
Secondo le ultime ricerche in materia dopo un evento critico il 15% degli uomini e il 36% delle donne sviluppa disturbi psicosomatici con aumento d’ansia, sensi di colpa, sentimenti di rabbia e frustrazione, sensazione continua di essere in pericolo, disturbi del sonno oltre ad avere una riduzione della motivazione all’attività lavorativa.
Posto che l’ottimo sarebbe mettere in atto tutte quelle azioni atte a ridurre al minimo le aggressioni, pur sapendo che il personale dedicato ai pazienti psichiatrici sono sicuramente soggetti a rischio più elevato di altri, occorre farsi carico di questo problema e applicare strategie psicologiche di supporto al personale sanitario per poter gestire le eventuali conseguenze emotive negative derivanti da questi episodi, evitando così che questa sofferenza sfoci in disturbi post-traumatici da stress o di demotivazione lavorativa – burn-out – con possibili assenze prolungate per malattie, bassa qualità lavorativa e richieste di trasferimenti.
Inoltre è necessario valutare che le evidenze scientifiche della Psicologia dell’Emergenza indicano come “un tempestivo intervento di supporto psicologico entro le 96 ore dall’evento possa già mitigare significativamente l’impatto emotivo e facilitare una prima e rapida attenuazione dello stress”.
Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere
se ci sia l’intenzione di attivare, nel più breve tempo possibile, un protocollo che permetta l’immediato supporto psicologico – in particolare per il personale sanitario del dipartimento di salute mentale – in caso di aggressione da parte di un paziente o di un famigliare dello stesso.
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Vanessa Masè
Consiglio Provincia autonoma Trento (La Civica)