(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il confronto in corso per il rinnovo del contratto di gestione del servizio Cup di Trento, genera tra il personale un clima di incertezza e di timore sul proprio futuro lavorativo. Gli impegni assunti dalla Provincia di Trento a dicembre per valutare la possibilità di reinternalizzare il servizio sono stati vergognosamente disattesi e nulla è stato fatto per dar seguito al protocollo firmato, mentre ad oggi le lavoratrici e i lavoratori non hanno ancora garanzie su: tutele contrattuali, condizioni lavorative e continuità occupazionale.
La situazione che i dipendenti del servizio Cup stanno vivendo è frutto di politiche del lavoro perseguite da decenni sia da centrosinistra che da centrodestra mirate alla distruzione dei diritti della classe lavoratrice; il sistema dell’esternalizzazione dei servizi, degli appalti e subappalti si è rivelato un espediente per aggirare norme e fare grossi profitti sulla pelle di chi lavora svendendo al ribasso qualità dei servizi e dignità lavorativa.
Un modello organizzativo notoriamente poco attento alla sicurezza nei luoghi di lavoro, che causa precarietà, bassi salari, disuguaglianze, dumping contrattuale. Esprimendo la nostra solidarietà a lavoratrici e lavoratori del servizio Cup ribadiamo che continueremo a lottare per l’internalizzazione dei processi di produzione e distribuzione di beni e servizi che la pubblica amministrazione appalta ai privati.
Tale modello organizzativo ha già mostrato tutti i suoi limiti e rischi. Ancor più inaccettabile è l’outsourcing nel settore della sanità ove non si possono spostare funzioni primarie, strettamente connesse all’erogazione dei servizi pubblici, all’esterno del proprio perimetro, arrivando ad una condizione in cui è il privato che detta le regole e la tutela della salute viene derubricata da bene comune, ad occasione di profitto del privato. Il servizio Cup è fondamentale per i cittadini: i suoi addetti hanno mantenuto alti livelli di professionalità garantendo il primo contatto tra il paziente e il servizio sanitario.
Consideriamo inammissibile ogni ipotesi di delocalizzazione del personale o di suo sotto-inquadramento e chiediamo che in ogni caso venga garantito il principio di invarianza retributiva delle lavoratrici e dei lavoratori.
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Rifondazione comunista-Unione Popolare