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TRANSDOLOMITES * FERROVIA AVISIO E JUNGFRAU (SVIZZERA): «CONFRONTO TRA TERRITORI, ANALISI COSTI-BENEFICI»

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16.47 - giovedì 15 agosto 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Transdolomites. Ferrovia Avisio e Jungfrau in Svizzera. Confronto tra territori. Si è trattato di analizzare un territorio (lo Jungfrau) che da oltre 100 anni ha nella ferrovia il volano di sviluppo del turismo e cercare dei punti comuni con le valli dell’Avisio in particolare Val di Fiemme e di Fassa a forte vocazione turistica, forte pressione di traffico e presenza strutturata di impianti di risalita.

Quest’ultimo caso è esempio di territorio disconnesso, con comprensori degli impianti che non comunicano tra di loro. Abbiamo in quota comprensori sciistici che per mezzo di piste e/o sentieri permettono di spostarsi in quota da un versante all’altro, da una valle all’altra ma, a fondovalle essi non sono collegati tramite un servizio come solo la ferrovia potrebbe rappresentare.

Questo deficit di collegamento fa sì che le scelte del turista o del residente siano a compartimenti stagni perché a fondovalle lo spostamento su strada rende problematica la scelta anche nella singola giornata di optare per impianto magari presenti in valli differenti. Un esempio: se alla mattina scelgo il Cermis, mi risulta poco appetibile immaginare di spostarmi di pomeriggio in Val di Fassa per utilizzare un altro impianto magari a Canazei.

In auto in presenza di traffico intenso si rischiano alcune ore di viaggio mentre in treno da Cavalese a Canazei l’orario di viaggio è calcolato in 20 minuti.

Questo concetto può essere “ stirato” anche al di fuori delle valli. Se già al loro interno gli spazi di spostamento sono critici, immaginiamo per chi dovesse provenire dalla Val di Cembra o dalla città di Trento.

Abbattendo le barriera allo mobilità, una ferrovia tra Trento e Penia di Canazei avrebbe come risultato l’abbattimento delle barriere geografiche sul territorio che oggi persistono a causa di una mobilità tutta centrata sulla strada.

 

Il pezzo

Tra le emergenze planetarie che siamo chiamati ad affrontare con urgenza, vedi cambiamenti climatici, inquinamento, consumo di suolo, i pressanti problemi del mondo dei trasporti, si aggiunge la forte preoccupazione degli effetti emergenti legati all’eccesso di turismo. Si cerca di far credere che si tratti di un fenomeno prettamente italiano. In realtà Le persone che si muovono nel mondo sono più di 1,4 miliardi ogni anno, e stanno crescendo ad un ritmo esponenziale. L’Organizzazione mondiale del turismo prevede che nel 2030 il flusso internazionale di turisti supererà i 2 miliardi.

Più che sbandierare numeri pensando essenzialmente a vantare record, oggi la sfida è il come gestire il fenomeno turismo a livello mondiale e sui singoli territori per non essere “ soffocati di turismo” e prevenire un altro fenomeno preoccupante che consiste nella sempre più difficile convivenza tra popolazioni residenti e turisti.

Di turismo si vive ma è giunto il momento di cercare le soluzioni che gli permettano di continuare a essere un fenomeno positivo di sviluppo soprattutto per le popolazioni che risiedono in montagna.

Luigi Cantamessa, Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani e Direttore Generale della Fondazione FS, intervenuto a Bari alla settima edizione dell’evento ‘La Ripartenza, liberi di pensare’ dal 12 al 13 luglio

ha dichiarato che: “Il nuovo e crescente fenomeno del turismo ferroviario non è altro che la ricaduta di quel fenomeno enorme che l’Italia deve governare: il turismo. Di turismo si vive ma ci si può anche fare male. È necessario riconnettere tutto il Paese, soprattutto le aree interne, con quella rete ferroviaria tradizionale che arriva in ogni valle e che deve essere connessa con i grandi centri ”

Tra la dichiarazione di Cantamessa, e la situazione di mobilità che stiamo vivendo esiste una frattura storica che per essere sanata ha necessità di scelte lungimiranti, coraggiose , investimenti strategici mirati e non a spot come che sprecano enormi risorse e non risolvono i problemi.

Ecco allora che la nostra memoria corre al 27 novembre 1891 alla storica lettera a firma del Podestà di Trento Paolo Oss Mazzurana inviata al Consigliere aulico Giovanelli. Nella Sua missiva Mazzurana caldeggiava la realizzazione di nuove linee ferroviarie nel Trentino ed il potenziamento delle esistenti, come valido rimedio alla congestione delle vie di comunicazione stradale.

Sono passati 142 anni dal segnale dall’allarme lanciato dal Podestà Oss Mazzurana. Nel Trentino nel frattempo sono state costruite decine di nuove strade, persi decine di anni preziosi , spesa una fortuna in miliardi di Lire e poi di Euro per trovarci punto a capo; rischiare il collasso da traffico ed allo stesso tempo non avere portato a compimento l’obiettivo di connettere le valli alle rete ferroviaria nazionale ed europea.

Oggi la ferrovia di connessione per le valli alpine e dolomitiche non è più materia di visionari ma traguardo irrinunziabile non solo per non morire di traffico e di turismo ma per essere connessi ad un mondo turistico in movimento crescente.

Non è più il tempo di pensare a soluzioni puntuali , da un paese ad un altro, da valle a valle. Necessità primaria è essere connessi in ambito nazionale, europeo, mondiale ad uno spazio ferroviario senza confini connesso alla rete ferroviaria dell’Unione europea, ai porti, agli aeroporti.

Sul territorio, vedi Valli dell’Avisio,si tratta non solo di realizzare la rivoluzione dei trasporti che sia accessibile a residenti e ospiti ma connettere tra di loro sistemi locali di mobilità che oggi non si parlano tra di loro e che ” cuciti” grazie alla presenza della ferrovia possono diventare la vera alternativa all’utilizzo dell’automobile.

Se guardiamo al fondovalle il servizio di mobilità pubblica si svolge su gomma. Serve i nuclei abitati ma non è funzionale a servire gli impianti di risalita che sono importanti attrattori di traffico.. Per le valli di Fiemme e Fassa i dati del 2020 parlano di 26 milioni di viaggiatori anno sugli impianti e ciò dovrebbe subito farci riflettere cosa potrebbe significare accedere agli impianti di risalita alimentati da una ferrovia con un bacino di utenza non più suddiviso bacini territoriali ma fruibile a livello provinciale, regionale internazionale.

A livello regionale sull’intermodalità ferro fune abbiamo Marileva in Trentino la Val Pusteria dove lo Ski Pustertal Express permette di raggiungere in treno Perca per salire direttamente in una cabina della cabinovia Plan de Corones Ried. Il collegamento ferroviario consente inoltre, grazie al collegamento della stazione a valle di Monte Elmo a Versciaco, di spostarsi in soli 30 minuti tra le due aree sciistiche Plan de Corones e Dolomiti di Sesto.

Paolo Oss Mazzurana pensando alle ferrovie futuribili per il trentino già allora guardava alla vicina Svizzera ove la ferrovia era il volano per il turismo di qualità e opportunità di creare una rete di collegamenti internazionali che collegassero le realtà turistiche alpine e dolomitiche.

La Svizzera ci offre concretamente questo esempio ma in questo mondo si sono inseriti progressivamente anche gli impianti di risalita ed un metodo di governare non solo la mobilità sul territorio ma anche di programmare i flussi turistici.

Volgendo lo sguardo allo Jungfrau in Svizzera, si capisce come la ferrovia sia diventata la spina dorsale di una rete di trasporto intermodale che collega in modo efficiente treni e impianti di risalita. Questo sistema permette ai turisti di vivere una vacanza davvero senza auto. Non si tratta solo di collegare le stazioni sciistiche e offrire un’esperienza “treno-sci” completa; oggi lo Jungfrau può sfruttare questa infrastruttura per attrarre visitatori anche in estate e promuovere la destagionalizzazione.

Il treno diventa una porta d’accesso ideale ai punti chiave del territorio, permettendo di distribuire i turisti in modo omogeneo su tutta l’area. Questo sistema propone tour che accompagnano i visitatori per tutto il giorno, offrendo itinerari studiati per coprire l’intera valle. Una soluzione che porta benefici concreti a tutto il territorio, rendendo più sostenibile la presenza turistica.

Ma c’è di più: grazie a questa rete intermodale, lo Jungfrau ha potuto lavorare in sinergia con la rete ferroviaria nazionale, creando collegamenti turistici che offrono ai visitatori una vacanza senza stress. I turisti possono muoversi dall’aeroporto di Zurigo a Grindelwald in tutta sicurezza senza dover affrontare le insidie delle strade di montagna, particolarmente insidiose durante l’inverno.

Questa strategia lungimirante, unita a una pianificazione turistica mirata, ha permesso di attrarre un turismo di alta gamma con una capacità di spesa superiore. Grazie ai collegamenti con i grandi flussi internazionali, come l’asse Zurigo-Ginevra, i turisti scelgono questa destinazione per la tranquillità e la sicurezza del viaggio, il vero lusso per molti visitatori, specialmente quelli extraeuropei che rappresentano ormai oltre il 70% del flusso turistico annuo dello Jungfrau.

Questa pianificazione attenta aiuta a gestire i flussi turistici, permettendo di prevedere meglio l’affluenza e semplificando la programmazione delle aperture e l’organizzazione del personale nelle strutture ricettive. Tutti ne traggono vantaggio: albergatori che possono pianificare e prolungare la stagione, collaboratori che trovano opportunità di lavoro più stabili, e il territorio stesso che vede ridursi l’impatto negativo del turismo, incidendo positivamente sulla qualità della vita locale.

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Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

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