(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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All’indomani della pubblicazione in Apran del contratto lavorativo della dirigenza medica per i trienni 2016-2018 e 2019-2021, unici a non averlo approvato visto quanto si sta definendo contrattualmente a livello nazionale in termine di normativa e di compensi migliori, SMI (Sindacato medici italiani – Trentino) rilancia, con la proposta di contrattualizzare almeno gli specializzandi trentini iscritti al secondo anno di ogni Specialità ospedaliera.
Dopo che perseguivamo in ogni sede l’obiettivo di anticipare l’età di ingresso dei nostri giovani medici trentini nel mondo del lavoro convenzionato e dipendente ora vediamo la realizzazione anche di questo sogno con la pubblicazione, in G.U. ,della Legge n.87 del 3 luglio 2023.
Essa, infatti, va a modificare il Decreto Calabria attuale, anticipando la possibilità, anche per gli specializzandi, di partecipare ai concorsi banditi dalle Aziende sanitarie già a partire dal secondo anno di formazione. Dando ragione a chi ha voluto fortemente l’Università di Medicina a Trento.
Sarà fondamentale che l’Assessore alla salute Stefania Segnana recepisca, anche per la nostra Autonomia, questa Legge di Stato, affinché non accada l’esatto contrario: che i nostri giovani emigrino, da questa settimana, in tutte le Regioni a Statuto ordinario, dove la Legge entra in vigore da subito.
È fondamentale, anche, che Apss e Università dialoghino per individuare la migliore formazione possibile che si integri con le loro attività lavorative. Soprattutto in riferimento alla rete dell’emergenza urgenza e della attività professionalizzante degli ospedali di valle.
Garantendo percorsi formativi pratici professionalizzanti, ma con le dovute tutele lavorative, oggi, quegli intenti trovano la strada giusta per completarsi, dando anche ad Apss la possibilità di diventare parte integrante del processo formativo dei nostri dirigenti medici.
Altre, come riferito dal Presidente Smi trentino dottor Carlo Pedrotti, sono le criticità che verranno avanti tra Università di Trento e il nostro Sindacato della dirigenza medica per quanto attiene alle problematiche inerenti la differenza dei compiti tra Primari universitari e Primari dirigenti clinici medici nei vari Reparti.
Questa Legge, però, dà la possibilità a questi ultimi, per le loro competenze cliniche, di ambire al ruolo docente di fatto esercitabile nella necessaria attività di tutoraggio, riconoscendolo provincialmente dal punto di vista normativo e contrattuale in Apran.
Cosa che non è avvenuta fino a ieri. Risultando, nel frattempo, un aiuto tangibile a coloro che lavorano, in sottorganico, nella nostra Provincia autonoma trentina, con la giusta attrattibilità che da tempo abbiamo perduta.
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Dottor Nicola Paoli
Segretario SMI Trentino